Sabato il giorno (forse) della decisione: centro destra all'ultima spiagga. Sul tavolo i nomi di Daniele Demattè ("per Trento ci sarò sempre"), Martina Loss e Lorenzo Eccher
Più che un tavolo di lavoro o gli "stati generali" del centro destra, quella di domani, sabato mattina, è un'ultima spiaggia. E se la riunione si concludesse con un "nulla di fatto"? A quel punto una cosa è certa: Fratelli d'Italia - che di fatto prenderà in mano la situazione dopo aver atteso alla finestra il "corteggiamento" operato dalla Lega e dal Patt nei confronti di Giacca - correrebbe da solo, con un proprio candidato, forte dei sondaggi che lo danno ad oltre il 20%
TRENTO. Più che un tavolo di lavoro o gli "stati generali" del centro destra, quella di domani, sabato mattina, è un'ultima spiaggia. I rappresentanti dei partiti che compongono la coalizione si ritroveranno ("finalmente" o, se preferite, "meglio tardi che mai") per decidere il nome del candidato sindaco alle prossime elezioni comunali del capoluogo.
Dopo il "no" di Mauro Giacca (adesso è cominciata la litania del "lo sapevamo da mesi che avrebbe risposto così"), il centro destra si è ritrovato in "braghe di tela" in pieno inverno. Nessuno ha mai pensato ad un "piano B", visto che Lega e Patt assicuravano che - alla fine - l'imprenditore trentino e presidente del Trento Calcio avrebbe accettato e, dunque, è il momento di correre ai ripari, cercando qualcuno che sia disposto ad affrontare una sfida impossibile contro la "corazzata" centro sinistra (in città è così dalla notte dei tempi), un sindaco uscente che ha già vinto una campagna elettorale e un gruppo di lavoro che è all'opera ormai da mesi e, sino ad ora, ha tenuto volutamente coperte tutte le carte in attesa di capire cosa accadesse nella coalizione avversaria.
Lo sfoglio della margherita (non quella di Dellaiana memoria, che di candidati pronti ne avrebbe avuti certamente almeno tre: parola d'ordine "organizzazione") porterà i rappresentanti di Lega (il segretario Binelli), Patt (il segretario Marchiori), Fratelli d'Italia (il presidente Iurlaro), Forza Italia (dovrebbe esserci il coordinatore Giorgio Leonardi), Lista Fugatti (Spinelli non ci sarà ma manderà un proprio rappresentante) e La Civica (l'assessore Gottardi) a dover prendere obbligatoriamente una decisione.
Insomma, al termine della riunione il nome del candidato sindaco dovrà essere deciso, scritto e comunicato, senza alcuna possibilità di ulteriori rinvii. E chi sarà? I nomi sul tavolo, a questo punto, sono quelli di coloro i quali sono disposti a scendere in campo in un contesto che definire complicatissimo è puro eufemismo.
Daniele Demattè, consigliere comunale di Fratelli d'Italia in comune, è il nome politico che il partito di Giorgia Meloni porterà agli alleati. Lui giura di non saperne nulla, ma poi ci tiene a dire che "per la mia città ci sarò sempre. In qualsiasi momento e con qualsiasi ruolo: quando sono entrato a Palazzo Thun per me è stato come arrivare a Roma. Per il bene di Trento sarò sempre".
L'alternativa "non politica" ma civica risponde invece al nome dell'avvocato Lorenzo Eccher, che ha già dato la propria disponibilità e sarebbe pronto ad affrontare la contesa elettorale, anche se sulla sua eventuale candidatura potrebbe arrivare il "veto" della Lega. Il Carroccio potrebbe proporre l'ex consigliera circoscrizionale, ex consigliera comunale e, soprattutto, ex parlamentare Martina Loss, che avrebbe già dato una disponibilità di massima, mentre le altre forze politiche interessate saranno fondamentalmente spettatrici e dovranno esprimersi ma non sembrano intenzionate a portare nomi propri.
Anche perché, inutile girarci troppo attorno, a tre mesi mesi e mezzo dalla tornata elettorale e con la consapevolezza di andare incontro ad una sconfitta pressoché sicura, chi si imbarcherebbe in un' "avventura" così improba? Qualcuno, all'interno della coalizione, ha utilizzato una metafora originale e che rende perfettamente l'idea. Ad oggi per il centro destra la corsa a primo cittadino di Trento è come "provare a scalare l'Everest in ciabatte".
E se la riunione si concludesse con un "nulla di fatto"? A quel punto una cosa è certa: Fratelli d'Italia - che di fatto prenderà in mano la situazione dopo aver atteso alla finestra il "corteggiamento" operato dalla Lega e dal Patt (nella persona del presidente Panizza) nei confronti di Giacca - correrebbe da solo, con un proprio candidato, forte dei sondaggi che lo danno ad oltre il 20% e lo rendono il secondo partito della città, molto più rispetto al Carroccio che, secondo le proiezioni, si ferma attorno al 6%.
E, allora, sì che il centro destra sarebbe quasi alla frutta: una decisione di questo tipo potrebbe avere pesantissime conseguenze anche in ambito provinciale. In Piazza Dante la coalizione resiste, ma è "attaccata" con il nastro adesivo.