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Comunali, centrodestra in alto mare: a Trento Giacca resta l'unica speranza per Fugatti & co. a Riva Fdi da sola (con Aldrighetti) se la Lega punterà su Santi

Il centro sinistra, invece, è pronto: a Trento attendono le mosse degli avversari con il programma già stilato e una road map ben definitiva, mentre a Riva del Garda, sabato mattina verrà presentato ufficialmente Alessio Zanoni, che ha sciolto tutte le riserve e sarà lui a guidare la coalizione. Fratelli d'Italia a Riva del Garda è pronta al piano B. "Facciamo un ultimo appello a trovare un nome condiviso, altrimenti andremo da soli" spiega la segretaria del circolo Alto Garda e Ledro

Di Daniele Loss - 09 January 2025 - 20:46

TRENTO. Alla fine una qualche "quadra" il centro destra la troverà (per forza, anche se forse non ovunque), ma il percorso è già stato ed è tutt'ora tortuoso e irto di difficoltà. Alcune indipendenti dalla volontà dalle forze politiche che compongono la coalizione, altre frutto di scelte completamente sbagliate in più ambiti.

 

Quello che è poco ma sicuro è che, a tre mesi e mezzo (in politica si parla, praticamente, del "domani") dalle elezioni amministrative del prossimo 4 maggio, a Trento e Riva del Garda alla voce "candidato sindaco" dello schieramento che dal 2018 governa la Provincia ci sono ancora due "ics" belle grandi.

 

Le motivazioni sono diverse, certamente, ma il risultato finale è il medesimo: a Trento il centro sinistra viaggia a vele spiegate (e gioca di strategia, aspettando le mosse altrui), in riva al Benaco i dubbi sono stati sciolti e, sabato mattina, il Pd e le altre forze che compongono l'Alleanza Democratica Autonomista presenteranno ufficialmente il proprio candidato, il consigliere comunale Alessio Zanoni, come avevamo anticipato il 16 dicembre scorso (Qui articolo).

 

La corsa a primo cittadino di Trento era già prima una "mission impossible", figurarsi adesso per il centro destra, che partiva con un evidente svantaggio a livello numerico (e non solamente pensando alla tornata elettorale del 2020, ma anche guardando le preferenze ottenute in città alle Provinciali 2023) e adesso ha anche un gap temporale impossibile da colmare.

 

L'unico nome credibile che continua a rimbalzare ormai da mesi è quello del 53enne imprenditore Mauro Giacca che, dopo essersi detto possibilista e onorato (Qui l'intervista rilasciata a Il Dolomiti) a metà novembre, aveva poi fatto ben più di qualche passo indietro, nonostante il grandissimo pressing operato dalla Lega, nelle persone del Governatore Fugatti e del consigliere provinciale Bisesti e nonostante l'intera coalizione fosse confluita attorno alla sua figura, pur con qualche "vizio di forma" sollevato da alcune forze.

 

Giacca ci ha pensato su, valutando attentamente i "pro" e i "contro" (e confrontandosi con tante persone a lui vicine) e arrivando alla conclusione che l'impegno di sindaco (ma anche quello di candidato, con mesi e mesi di campagna elettorale davanti) non è minimamente compatibile né con quello d'imprenditore di successo, abituato a guidare - in prima persona e tutti i giorni dell'anno - la propria azienda né con il ruolo di presidente del Trento Calcio che, mai come quest'anno, sta ottenendo risultati lusinghieri in serie C.

 

C'è stata una riapertura? C'è chi si trincera dietro il "no comment", chi non risponde al telefono (più volte) e chi, candidamente, afferma "speriamo accetti, altrimenti è dura". Un modo eufemistico per dire che se Giacca dovesse dire "no" allora il centro destra dovrebbe - politicamente - raschiare il fondo del barile.

 

Alternative non ce ne sono ("manco mezza", verrebbe da dire) e se il presidente del Trento Calcio, sul quale ha esercitato un forte pressing anche Franco Panizza, presidente del Patt, dicendosi certo che avrebbe accettato, alla fine dovesse dire di sì, la domanda che sarebbe più che lecito porsi è una sola.

 

Sono serviti oltre due mesi per diradare le nubi, sottraendo così tantissimo tempo alla campagna elettorale e fornendo all'elettorato una percezione all'insegna dello slogan "poche idee e ben confuse"? Oppure il centro destra ha praticamente implorato Mauro Giacca di candidarsi perché non ha nemmeno una lontana parvenza di piano B?

 

La situazione è complicata anche a Riva del Garda. O meglio, lo è per la Lega e per chi va "a ruota" del Carroccio (soprattutto il Patt), perché Fratelli d'Italia ha invece le idee estremamente chiare e rivendica il proprio ruolo di partito forte della maggioranza. Il presidente provinciale del partito di Giorgia Meloni lo aveva detto già mesi fa in maniera inequivocabile: "Non appoggeremo in nessun modo la ricandidatura di Cristina Santi".

 

Un'affermazione, questa, che ha lasciato indifferente la Lega, pronta a sostenere l'attuale sindaca, senza "se" e senza "ma", anche poche ore dopo il coinvolgimento della prima cittadina rivana nell'inchiesta "Romeo". Il segretario provinciale leghista Diego Binelli aveva affermato a Il Dolomiti che Santi sarebbe stata ancora la candidata sindaca della Lega alle comunali 2025. "Cristina Santi era e resta la nostra candidata. Come avviene in un paese democratico, si è innocenti sino a prova contraria, anche se oggi c'è la tendenza a celebrare subito i processi pubblicamente e condannare immediatamente" aveva dichiarato Binelli. (Qui articolo).

 

Ebbene, da qualche settimana la posizione di Cristina Santi non è più così solida nemmeno all'interno del Carroccio. La diretta interessata non ha ancora sciolto le riserve, continua ad esercitare le proprie funzioni, non manca di presenziare in pubblico agli eventi, ma non è sbilanciata. Di certo vi è che, anche all'interno della Lega, l'appoggio non è più totale. Ma di questo né Binelli né altri esponenti leghisti hanno parlato con gli altri partiti della coalizione.

 

E, allora, Fratelli d'Italia ha pronto il piano B: correre in solitaria.

 

"Per l'ennesima volta facciamo un appello alla Lega e a tutte le forze che compongono il centro destra e l'attuale maggioranza in consiglio comunale a Riva del Garda - afferma la segretaria del circolo Alto Garda e Ledro, Elisabetta Aldrighetti -, ovvero quello di sederci prestissimo attorno ad un tavolo e individuare, in maniera collegiale e condivisa, un candidato sindaco che sia unitario e rappresenti la coalizione intera. I tempi sono strettissimi, certe decisioni non possono essere più rinviate, ben consapevoli che andare divisi sarebbe un danno per tutti. Fratelli d'Italia è prontissimo a confrontarsi, anche domani, però deve esserci la volontà di tutti di fare fronte comune. Per quanto ci riguarda non faremo alcun passo indietro sulla possibile ricandidatura di Cristina Santi e, lo ribadisco per l'ennesima volta, il nostro "no" arriva da molto lontano e non dipende dall'inchiesta "Romeo". Siamo stati coerenti e corretti per tutta la legislatura, anche quando siamo stati completamente ignorati e messi da parte, e continuiamo ad esserlo anche ora".

 

Ecco, ma se così non fosse e la Lega volesse puntare ancora su Cristina Santi, cosa accadrebbe?

 

"Noi non ci siamo mai fermati - conclude Aldrighetti - e, anche se tante forze politiche non hanno mosso foglia, pur essendo vicinissimi alle elezioni, siamo pronti a correre da soli. In quel caso io sarei la candidata sindaca con un programma che abbiamo già preparato: Fratelli d'Italia non si farà trovare, in nessun caso, impreparato ma io auspico che il nostro appello, l'ultimo dei tanti, non cada nel vuoto. Sono prontissima a farmi da parte a beneficio di un candidato comune, la cui scelta deve però discussa e condivisa. In persona e senza "fughe di notizie che arrivano prima ai media che ai diretti interessati. Qualcuno dice che non ci sono i profili giusti? Ci sono, ci sono, però bisogna fare in fretta. Adesso la situazione è diversa: noi, più di così, non possiamo fare. Non siamo mai stati e mai saremo distruttivi, ma per costruire ci vuole unità d'intenti".

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