Dopo le politiche Azione guarda alle provinciali: ''Terzo partito in molti territori, ripartiamo da qui''. E il Patt? ''Porte aperte ma il tempo inizia a stringere''
Dopo il voto nazionale, i partiti iniziano a proiettarsi verso le elezioni provinciali del prossimo anno. Mario Raffaelli: "La Lega in Trentino non si è discostata più di tanto dal risultato nazionale: un segnale significativo perché evidentemente la presidenza di Fugatti non è così solida e percepita sul territorio. E poi bisogna capire i rapporti tra Fratelli d'Italia e il carroccio"

TRENTO. "C'è comunque soddisfazione per il risultato e si riparte da una buona base". Queste le parole di Mario Raffaelli, responsabile politico provinciale e nella segretaria nazionale con responsabilità sugli enti locali e sulla politica estera di Azione. "A livello nazionale ci si attesta all'8% e vicini a Forza Italia e Lega. Un dato significativo è quello che nelle zone produttive del Nord abbiamo raggiunto numeri tra il 10% e il 15%. Siamo invece deboli nel Centro-Sud: c'è una profonda frattura sociale in Italia. Il Movimento 5 stelle depurato dal reddito di cittadinanza si attesta al 5%. A Napoli hanno conquistato 11 su 11 collegi e lì ci sono 400 mila beneficiari di quella misura. A ogni modo il nostro risultato e soddisfacente e queste politiche sono l'avvio di un progetto e si lavora alle Europee del 2024".
Il centrodestra ha vinto le elezioni trainato da Fratelli d'Italia e ora si tracciano anche i primi bilanci. Molto apprezzato da Calenda e definito un importantissimo tassello di Azione in diretta su La7 nel tg diretto da Mentana, il trentino non è però riuscito a entrare in parlamento, candidato come secondo di lista nel proporzionale nel collegio del Lazio.
"Il partito - dice Raffaelli - mi ha chiesto disponibilità e la mia è stata una candidatura di servizio. Abbiamo ottenuto un buonissimo risultato nel collegio ma non abbastanza per poter eleggere due deputati. Sono comunque soddisfatto e molto contento di poter svolgere un ruolo più importante all'interno di Azione per sviluppare e definire il prossimo futuro.
E ora si inizia a ragionare nella costruzione di una coalizione per le provinciali in Trentino. "Siamo stati protagonisti e in moltissimi territori, compreso a Trento, siamo il terzo partito. Siamo soddisfatti - aggiunge Raffaelli - per aver contribuito alla vittoria di Pietro Patton e abbiamo sfiorato anche l'elezione di Donatella Conzatti. Nonostante la pubblicazione dei messaggi di Sara Ferrari contro l'alleanza con Azione, c'erano i presupposti e le potenzialità per vincere direttamente un altro seggio, se ci fosse stata la possibilità tecnica e le regole avessero consentito stringere accordi simili al Senato anche per la Camera. A ogni modo si riparte da questi risultati per definire il programma".
Pur nella sconfitta generale, l'anomalia trentina ha portato i suoi risultati. "L'andamento in Trentino è stato significativo e ha destato un interesse a Roma. Ma non è solo una questione di originalità legata all'autonomia - prosegue Raffaelli - c'è anche una storia, una coesione e una tradizione che parte da lontano. Il referendum Renzi ha spaccato i partiti mentre qui si è lavorato insieme. Inoltre l'ala più di sinistra sul territorio non è, per esempio, così radicale come quella nazionale e c'è una posizione comune sulle istituzioni. Ci sono tutti gli ingredienti per difendere e per far evolvere la coalizione".
E resta da capire quale direzione è intenzionato a prendere il Patt. Dopo la corsa con Progetto trentino alle Politiche, le stelle alpine dovranno, prima o poi, esprimersi sull'adesione al centrosinistra oppure al centrodestra con in quest'ultimo caso che si registrano alcune fibrillazioni tra alleati (Qui articolo).
"Nel centrodestra qualcosa è successo. La Lega in Trentino non si è discostata più di tanto dal risultato nazionale - evidenzia Raffaelli - si tratta di un segnale significativo perché evidentemente la presidenza di Fugatti non è così solida e percepita sul territorio. E poi bisogna capire i rapporti tra Fratelli d'Italia e il carroccio con le forze in campo che sembrano cambiate. Il partito di Giorgia Meloni avrà un peso importante e oggi c'è questo aspetto che è in maggioranza e non in Giunta provinciale".
Insomma, si aspettano le Stelle alpine. Una scelta in ottica provinciale che riguarda una scelta di campo tra valori diversi. Ma fino a quando si può attendere il Patt? "Rispettiamo le riflessioni delle altre forze politiche e le porte sono aperte. Poi certo i tempi sono sempre più stretti e gli autonomisti rischiano di mettersi da soli spalle al muro nella decisione da prendere. E' comunque evidente un cambiamento nel centrodestra da tenere in considerazione", conclude Raffaelli.