"I vostri bisogni fateli lontano dal rifugio e lasciate stare i muri", i gestori del Bianchet dopo la chiusura: "C'è il bivacco ma senza stufa per evitare altri incidenti"
"Il bivacco purtroppo è gelido e non ha la stufa, cosa che penalizza molti bravi escursionisti ma necessaria ad evitare danni visto che qualche 'avventuriero improvvisato' tempo addietro aveva acceso il fuoco dentro il forno"
SEDICO. "Il rifugio Bianchet da un mese ormai non è più raggiunto dal sole. Rimarrà nella fredda ombra fino a marzo. Se volete fare un giro da queste parti dovete essere preparati al freddo che troverete. È chiuso (da quasi due mesi ndr), ma c'è ancora troppa gente sul percorso che chiede se è aperto".
A parlare sono i gestori della struttura che sorge a quota 1.250 metri sul Pian dei Gat, nel territorio di Sedico: "Il bivacco purtroppo è gelido e non ha la stufa, cosa che penalizza molti bravi escursionisti ma necessaria ad evitare danni - tengono a sottolineare i rifugisti, che nelle scorse ore hanno pubblicato un post sui social per fare chiarezza -. L'abbiamo tolta, visto che qualche "avventuriero improvvisato" tempo addietro aveva acceso il fuoco dentro il forno della stufa per poi lamentarsi del fatto che il camino non tirava".
E proseguono, tenendo a evidenziare alcuni piccoli accorgimenti da adottare, che potrebbero sembrare "cose ovvie" ma evidentemente (visto quanto accaduto in passato) non lo sono affatto: "Altre due cose semplici ma non a tutti ovvie visto i fatti: i vostri bisogni andate a farli lontano dal rifugio, avete a disposizione un bosco immenso, lasciate stare i muri - concludono -. Fazzoletti di carta, bucce di frutta e altri scarti di cibo sono brutti da vedere per terra (e a volte sulla terrazza), quindi non lasciateli in vista e riportateli a valle".
Un appello, quello lanciato dai gestori del Furio Bianchet, più che mai necessario in tempi in cui la maleducazione ha cominciato a raggiungere anche le quote più elevate.