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"Un tempo ghiaccio e neve superavano di 20 metri il tetto di Capanna Punta Penia", il racconto del rifugista Soraruf: "Ecco come è cambiata la Marmolada"

"Ricordo bene la prima volta che ho sfiorato la vetta della Marmolada: ero con mio fratello e avevo 9 anni. Avevamo la piccozza del nonno, più alta di noi. Da allora è cambiato tutto: quegli oltre venti metri di neve e ghiaccio che svettavano sopra il tetto di Capanna Punta Penia non ci sono più". Ecco la testimonianza del rifugista Aurelio Soraruf, che ha trascorso la propria vita sulla Regina delle Dolomiti, osservandone l'inesorabile e preoccupante cambiamento 

A sinistra foto webcam Meteotriveneto
Di Sara De Pascale - 30 agosto 2023 - 13:34

PASSO FEDAIA. "Ricordo bene la prima volta che ho sfiorato la vetta della Marmolada: ero con mio fratello e avevo 9 anni. Ci eravamo portati la piccozza del nonno, più alta di noi". È un dolce ricordo quello di Aurelio Soraruf, che cela tuttavia la tristezza e la consapevolezza dei terribili esiti del cambiamento climatico in quota, osservati con gli occhi di chi sulla Regina delle Dolomiti ci vive da sempre. "Allora (era il 1963 ndr) a pochi metri dall'uscita della seggiovia di Pian dei Fiacconi c'era il ghiaccio: ora non resta quasi più nulla", anticipa l'uomo a Il Dolomiti. 

 

"Sono passati molti anni, ma la mia prima volta in Marmolada la custodisco ancora nel cuore - esordisce -. Una salita in un giorno di nebbia, che lasciava tuttavia intravedere gli oltre 20 metri di neve e ghiaccio che svettavano sopra Capanna Punta Penia: in quegli anni la calotta era infatti molto più alta del tetto della struttura in quota". Un amore a prima vista, quello di Aurelio Soraruf per la Regina, partito con la prima 'scalata' e culminato nella gestione del rifugio Castiglioni e di Capanna Punta Punia: "Negli anni '70 io e mio fratello trascorrevamo gran parte dell'estate 'sul ghiacciaio' o nel rifugio al Fedaia per lavorare", premette.

 

Dopo una parentesi dedicata agli studi universitari, una laurea in architettura e "un periodo durante il quale ho prima esercitato la professione e gestito poi una pensione a Canazei (negli anni '80 ndr)", Soraruf ha deciso di ascoltare e seguire il richiamo della montagna, non di una qualsiasi, ma della Marmolada: "Nel 1994 ho acquistato il Castiglioni con mia moglie e dal 2004 preso in gestione anche Capanna Punta Penia. A quel tempo la calotta di ghiaccio superava ancora di qualche metro in altezza il tetto della Capanna: ora invece è sprofondata a 200 metri sotto al livello dell'edificio", fa sapere. 

 

Un'allarme, quello ormai noto e legato al cambiamento climatico, lanciato dagli esperti e testimoniato da rifugisti come Aurelio che ha, non senza preoccupazione, osservato i cambiamenti del ghiacciaio di anno in anno, affacciato dalla finestra del suo rifugio: "Negli anni '60 se dal Fedaia si alzava lo sguardo si osservavano solo neve e ghiaccio: non si vedeva nemmeno l'antenna della funivia - rivela il rifugista -. Ora invece è possibile addirittura osservare le fondamenta della struttura. Un fenomeno spaventoso che di anno in anno continua la propria incessante corsa. Durante un convegno al Castiglioni, tenutosi nel 2017, i maggiori glaciologi italiani ci avevano detto che entro 15 o 20 anni il ghiacciaio sarebbe scomparso".

 

"Nonostante la preoccupazione per quello che sta succedendo c'è un'altra grande verità - conclude Soraruf - la Regina ha un fascino che rapisce. Quando lavoravo a Punta Penia ammiravo 'il mondo' dall'alto, solo, lontano da tutti ma mi sentivo anche parte di un mondo vasto e meraviglioso, visto da una posizione più che mai privilegiata. Sulla Marmolada ci ho trascorso la mia vita ma ci ho anche lasciato il cuore". 

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