Stupri in Ucraina, corsi di autodifesa per le donne contro i militari russi. Il gruppo Feminist Workshop: "Lavoriamo per fornire un supporto e un rifugio"
Con l'aumento delle testimonianze di stupro in Ucraina, sempre più organizzazioni si stanno mobilitando per aiutare concretamente donne e bambini sul territorio. Feminist Workshop: "Offriamo servizi gratuiti di babysitting, ma anche locali dove rifugiarsi"
TRENTO. Con il perdurare della guerra in Ucraina da varie zone del Paese si stanno moltiplicando le segnalazioni di casi di stupro. Diverse organizzazioni e politici locali accusano i militari russi di essersi resi responsabili di innumerevoli crimini. Anche per questo alcune associazioni femministe ucraine hanno deciso di organizzare dei corsi di autodifesa per le donne.
“Le nostre attiviste si sono unite al corso intensivo femminile, guidato da un’addestratrice di autodifesa e di arti marziali”, riporta in un annuncio il gruppo femminista locale Feminist Workshop, fondato nel 2014 a Leopoli ma attivo in tutto il paese. “Un corso dedicato ai fondamenti dell’autodifesa, per poter preparare il corpo fisicamente e psicologicamente a una situazione di minaccia”, viene scritto nella descrizione.
“Il Feminist Workshop - dichiarano le attiviste - lavora con le organizzazioni femministe in tutta l'Ucraina, specialmente nei punti nevralgici, per sostenere le donne dei gruppi più vulnerabili ed evacuarle nella parte occidentale dell'Ucraina”.
Il gruppo è attivo sia online che sul territorio, attraverso finanziamenti, sovvenzioni e facendo informazione. Aiuti medici, legali, psicologici, ma anche luoghi sicuri in cui rifugiarsi sono alcuni degli aiuti concreti che offre l’organizzazione: “Leopoli è diventato un rifugio temporaneo per centinaia di migliaia di persone – proseguono – Molti di questi sono donne e famiglie con bambini. Purtroppo, potrebbero avere difficoltà a far entrare i figli negli asili nido e nelle scuole perché il sistema è sovraccarico”.
Per questo, “offriamo servizi gratuiti di babysitting per alleggerire le mamme e permettere loro di lavorare, fare volontariato, compilare documenti o sbrigare altre questioni urgenti o semplicemente rilassarsi”. Feminist Workshop dispone di locali propri provvisti di tutto il necessario per la cura dei bambini, tra cui anche bagno, cucina, ufficio e area giochi.
Questo supporto nasce proprio dal numero sempre più elevato di racconti di violenza sui civili, tra cui moltissimi episodi di stupri che si stanno rivelando sempre più atroci e brutali.
Lo stupro infatti ormai è un’arma di guerra utilizzata in vari conflitti per assoggettare la popolazione, una strategia per umiliare il nemico e minarne l’integrità. Non un fenomeno nuovo, ma già noto e diffuso. Nel corso della storia questo tipo di violenza è stata compiuta dagli eserciti in maniera sistematica (Qui l'articolo).
Oltre ai racconti raccolti da Amnesty International, emergono anche le testimonianze riportate da Human Rights Watch: “Una donna ci ha raccontato – così l’ong – che un soldato russo l'ha ripetutamente violentata in una scuola nella regione di Kharkiv dove lei e la sua famiglia si erano rifugiati il 13 marzo. L'ha picchiata e le ha tagliato il viso, il collo e i capelli con un coltello. Il giorno successivo la donna è fuggita a Kharkiv, dove ha potuto ottenere cure mediche e altri servizi”.