Via libera al rinnovo del contratto della Distribuzione cooperativa. In Trentino l'accordo riguarda 2 mila lavoratori: "Tutelate le piccole realtà"
Aumento di 240 euro e una tantum di 350 euro, rafforzate le misure di welfare e di sostegno delle famiglie. La vice presidente della Federazione: "Ora l’attenzione si sposta sul contratto integrativo provinciale, che dovrà ricercare un equilibrio tra costo del lavoro e valore sociale delle nostre Famiglie Cooperative"
TRENTO. Via libera al rinnovo del contratto di lavoro nella distribuzione cooperativa. Un accordo che in Trentino riguarda 2 mila lavoratrici e lavoratori.
"Questo contratto rappresenta il giusto equilibrio per entrambe le parti", commenta Clara Mazzucchi, vice presidente di Confcooperative Consumo e Utenza e presidente della Famiglia Cooperativa Val di Gresta, rappresentante trentina della delegazione sindacale nazionale. "Siamo riusciti a tutelare allo stesso tempo l’interesse dei lavoratori e le piccole cooperative (che in Trentino sono tutte le Famiglie Cooperative) che rappresentiamo".
Il nuovo accordo siglato da Confcooperative Consumo e Utenza, Ancc-Coop, Agci Settore consumo e le organizzazioni sindacali Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl, Uiltucs prevede un aumento a regime di 240 euro lordi al quarto livello e una tantum di 350 euro riparametrati e riproporzionati per tutte le posizioni.
Rafforzate anche le misure a sostegno del welfare per gli oltre 60.000 lavoratori delle cooperative coinvolte, di cui circa 2 mila dipendenti delle Famiglie Cooperative e del Superstore in Trentino: permessi aggiuntivi alle neomamme, incentivi economici ai padri che decidono di fruire del congedo facoltativo in alternativa alla madre, facilitazioni per la fecondazione assistita e per i ricongiungimenti familiari.
"Queste cooperative - aggiunge Mazzucchi - spesso rispondono a bisogni di comunità e territori di scarso interesse per le grandi imprese. Significative anche le misure a sostegno della genitorialità e per le pari opportunità, tema caro al mondo cooperativo". L’accordo assicura alle imprese cooperative una gradualità nelle dinamiche del costo del lavoro in un quadro di sostenibilità economica.
Sono previsti inoltre congedi e facilitazioni per le donne vittime di violenza ed è stato riconosciuto un mese di congedo retribuito per i malati oncologici al termine del periodo di comporto. Confermate inoltre le numerose norme sociali già vigenti nel contratto della cooperazione, benché più onerose rispetto a quelle delle imprese private.
"Giudichiamo in maniera molto positiva l’accordo raggiunto, che colma un gap evidente tra buste paga e aumento del costo della vita dovuto all’inflazione", conclude Paola Dal Sasso, vice presidente della Federazione, settore consumo. "La nostra attenzione si sposta ora sul contratto integrativo, sul quale si gioca una partita molto delicata sotto il profilo dei costi aziendali. Le nostre Famiglie cooperative svolgono un ruolo sociale insostituibile di mantenimento dei piccoli punti vendita su tutto il territorio. I lavoratori e le lavoratrici sono attori fondamentali per animare e tenere in vita questi negozi, che però devono poter essere gestiti secondo criteri di sostenibilità economica. Siamo impegnati con senso di responsabilità nel ricercare un equilibrio tra costo del lavoro e valore sociale".