Stanziamenti Pubblico impiego, dopo la delibera della Pat intervengono i sindacati: "Trattativa dura e serrata ma i risultati sono una boccata d'ossigeno, andiamo avanti"
"Ci aspettiamo anche una accelerazione su differenziale 2024 e tabellari 2025/2027" spiegano Giuseppe Pallanch, segretario della Cisl Fp, Andrea Bassetti, segretario della Uil Fpl. Ee. Ll e Giuseppe Varagone, segretario della Uil Fpl Sanità
TRENTO. "Siamo pronti a chiudere gli impegni presi con la firma del protocollo d'intesa di luglio 2023 e di giugno 2024", queste le parole di Giuseppe Pallanch, segretario della Cisl Fp, Andrea Bassetti, segretario della Uil Fpl. Ee. Ll e Giuseppe Varagone, segretario della Uil Fpl Sanità, che commentano positivamente la delibera della Provincia con la quale vengono stanziate le risorse per la trattativa negoziale relativa agli arretrati degli anni 2022 e 2023 del contratto del pubblico impiego.
"Ci aspettiamo anche accelerazione su differenziale 2024 e tabellari 2025/2027" spiegano. Si tratta complessivamente di 151,7 milioni di euro, 134,7 per finanziare gli arretrati del biennio 2022-2023 e 17 “una tantum” per la revisione dell’ordinamento professionale/trattamento accessorio delle aree non dirigenziali dei comparti autonomie locali, scuola e sanità per l’anno 2023. Parallelamente, la delibera stanzia ulteriori risorse per complessivi 17 milioni di euro da destinare “una tantum” per il completamento del finanziamento della revisione dell’ordinamento professionale/trattamento accessorio per il personale dei comparti autonomie locali, scuola e ricerca.
"Una boccata d'ossigeno per lavoratrici e lavoratori, che vedono un riconoscimento concreto e fattivo, che deve proseguire con gli impegni ulteriori che ci siamo assunti dell'impegno e del carico di responsabilità. La trattativa, anche dura e serrata, portata avanti con serietà è l'unico modo per portare risultati concreti e per rafforzare i salari. Andiamo avanti il percorso è ancora lungo ma è stato conquistato con fatica da chi si impegna oggi giorno per le lavoratrici e i lavoratori", concludono Pallanch, Bassetti e Varagone.