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Quasi 2 mila addetti e una tradizione esportata all'estero, l'estate è tempo di gelati: "Una lunga storia che rende orgogliosi i territori di Belluno e Treviso"

Si contano nel comparto oltre 500 unità tra sedi e filiali dipendenti per quasi 1.700 addetti distribuiti tra le province di Treviso e di Belluno. Questi territori hanno avuto e conservano un ruolo di ruolo di primo piano nella diffusione del gelato anche all’estero

Di LA - 18 agosto 2024 - 17:10

BELLUNO. Un giro d'affari da 3 miliardi. L'estate è tempo di gelato e il Bellunese traccia un bilancio di un comparto strategico e tradizionale del territorio. Un settore che impiega circa 75.400 addetti in Italia, di cui 7.800 in Veneto e 1.700 tra le province di Treviso e Belluno. Quasi un terzo delle attività è un'impresa trainata dalla componente femminile.

 

"In un territorio che sta rilanciando la Fiera di Longarone, che ospita il Mig, tra le più importanti fiere internazionali sul gelato che nel prossimo novembre raggiunge la 64esima edizione, ci sembrava importante uno sguardo sui numeri che ruotano attorno al comparto dei gelati", commenta Mario Pozza, presidente della Camera di Commercio di Treviso-Belluno. "Sono stati gli italiani a inventare il gelato e a introdurlo in tutto il mondo con l’opera dei maestri gelatieri che durante il Rinascimento erano a servizio presso le più importanti corti europee. Ma un ruolo di primo piano nella diffusione del gelato italiano lo hanno avuto indubbiamente i Veneti, e in particolare i bellunesi della Valle di Zoldo e del Cadore che dalla fine dell’Ottocento hanno portato il gelato in primis nei Paesi di lingua tedesca, ma poi anche in Francia, Spagna, Olanda. Dagli anni Sessanta del secolo scorso, poi, ai bellunesi si sono aggiunti i trevigiani".

 

I dati diffusi in occasione in occasione della 45esima edizione di Sigep (il Salone internazionale di Gelateria, Pasticceria e Panificazione Artigianale tenutasi a Rimini il gennaio scorso) evidenziano come l’Italia sia il primo Paese in Europa per numero di punti vendita (gelaterie pure, ma anche bar e pasticcerie che offrono gelato artigianale), come per giro d’affari, che ha sfiorato i 3 miliardi nel 2023 (+11% rispetto all’anno precedente).

 

L’Italia è leader mondiale anche nel settore degli ingredienti e dei semilavorati per gelato, come nel settore della produzione delle macchine e delle vetrine per le gelaterie. Una parte di questa “catena del freddo” passa anche per le province di Treviso e Belluno, anche se è difficile scorporarla dal più ampio comparto del food service equipment.

 

Importanti anche i numeri del gelato confezionato industriale. Secondo i dati del settore gelati di Unione Italiana Food, nel 2023 l’Italia ha realizzato quasi 170 mila tonnellate di gelato industriale, per un valore di quasi 1,9 miliardi di euro, collocandosi al terzo posto tra i principali produttori europei di gelato, dopo Germania e Francia, e in terza posizione come esportatore dopo Francia e Olanda.

 

In termini di occupati il comparto del gelato impiega circa 75.400 addetti in Italia, di cui 7.800 in Veneto e 1.700 tra le province di Treviso e Belluno. Il caldo non deve far venire meno i distinguo metodologici. Questi numeri sono un’approssimazione di un comparto che contiene più attività tra "Produzione di gelati", più propriamente industriale; "Gelaterie e pasticcerie", codice che comprende la classica produzione artigianale con somministrazione, dalla quale però non sono scorporabili le pasticcerie e "Gelaterie e pasticcerie ambulanti".

 

Per la produzione industriale di gelati la Camera di commercio evidenzia inoltre, negli ultimi anni, l’intensificarsi dei processi di fusione/acquisizione, che, nel caso più noto relativo alla provincia di Verona, ha determinato la conversione della storica sede d’impresa in filiale di un noto marchio nazionale con sede fuori regione. Si aggiungono poi anche i processi di diversificazione di gamma, sempre operati dai grandi gruppi industriali.

 

"Ciò premesso, a fine giugno 2024 nel territorio nazionale risultano operanti nel comparto, come sopra approssimato, 18.340 sedi d’impresa e quasi 6.800 filiali dipendenti, che occupano complessivamente quasi 75.400 addetti, come già ricordato. Di queste, 1.535 sedi (l’8,4%) e 617 filiali (il 9,1%) sono attive in Veneto e occupano sul territorio regionale poco meno di 7.800 addetti, data quest’ultimo, che posiziona il Veneto al secondo posto tra le Regioni italiane per occupati nel comparto. In provincia di Treviso si concentra il 20% delle sedi venete del comparto (307) e il 16% delle filiali dipendenti (99), che complessivamente occupano quasi 1.300 addetti. Numeri che collocano la provincia tra le prime venti in Italia sia per numero d’imprese che di addetti".

 

Più contenute le consistenze in provincia di Belluno, con 82 sedi (il 5,3% del totale regionale), 19 unità locali dipendenti (il 3,1% del totale regionale), e poco più di 400 addetti nel territorio.

 

La quasi totalità delle imprese e unità locali, come è facile attendersi, si concentra nel codice Ateco "Gelaterie e pasticcerie" (le pasticcerie non sono scorporabili). Adottando la misura degli addetti, il peso delle “gelaterie e pasticcerie” sul totale del comparto va dal 94,2% a livello nazionale, fino a sfiorare il 99% a Belluno. Il dato medio Veneto è del 94,1% e per Treviso è del 96%; il peso delle attività di produzione di gelato senza vendita diretta è del 5,5% a livello nazionale e del 5,7% a livello Veneto, mentre a Treviso si ferma al 3,7% e a Belluno è quasi nullo (0,2%) e del tutto trascurabile, infine, il peso delle attività di gelaterie e pasticcerie ambulanti.

 

In termini dimensionali, non emergono importanti differenze tra le attività di produzione manifatturiera e le gelaterie artigianali: chi produce gelati ha in media 5/6 addetti, contro i 3/4 addetti delle gelaterie e pasticcerie. Segno che prevale ovunque la dimensione artigiana, come si evince subito dai dati a seguire.

 

Infatti, è netta la prevalenza delle imprese artigiane a tutti i livelli territoriali. In Veneto le sedi artigiane del comparto rappresentano l’82,5% del totale, quota che sale all’84,7% in provincia di Treviso, mentre è del 79,3% in provincia di Belluno.

 

Quasi un terzo delle sedi attive è impresa femminile con minime differenze tra territori. In queste attività l’incidenza dell’imprenditoria femminile è ben superiore al dato medio (regionale o provinciale) che viaggia attorno al 20-21%.

Analoga cosa si riscontra per le imprese giovanili: nel comparto gelati pesano per quasi il 10%, contro una media del 7-7,5%. Tanto in Veneto, quanto a Belluno e Treviso.

 

Guardando alla dinamica, si osserva anche per il comparto un andamento divergente fra sedi (in diminuzione) e filiali in aumento. Confrontando i dati a fine giugno 2024 con quelli di un anno prima, in Veneto il comparto perde 12 sedi d’impresa e guadagna 15 unità locali dipendenti.

 

Nello stesso periodo, in provincia di Treviso le sedi diminuiscono su base annua di 7 unità cui corrisponde un’analoga crescita delle filiali (+7). Questo processo di compensazione può essere ricondotto ai fenomeni di plurilocalizzazione più volte evocati nei nostri report, e che possono riguardare anche reti di piccole gelaterie (un laboratorio con diversi punti vendita). Più sofferente Belluno, dove il comparto perde 6 sedi e si mantiene stazionario in termini di filiali.

 

"Mi piace ricordare che negli anni Ottanta del Novecento solo in Germania si contavano circa quattromila gelatieri italiani con oltre ventimila addetti. Il fenomeno, che aveva fatto parlare anche di 'distretto delocalizzato', negli ultimi anni può ancora vantare numeri importanti, con circa duemila gelaterie e cinquemila addetti provenienti dal Veneto, in particolare da Bellunese e alto Trevigiano. Longarone e la sua Mostra Internazionale del Gelato artigianale continuano a essere tradizionale punto di incontro di questa lunga storia, iniziata quando i gelatieri della Valle di Zoldo e del Cadore d’inverno facevano ritorno alle loro case al termine della stagione di lavoro trascorsa nelle gelaterie all’estero. Il fatto di cui essere orgogliosi è che oggi Longarone richiama operatori di settore da tutte le parti del mondo e funge da piattaforma di business e di interconnessione fra mercato italiano e mercati internazionali", conclude Pozza.

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