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Morti sul lavoro, il Trentino Alto Adige è la “peggiore” regione d’Italia: per quattro anni consecutivi in “zona rossa”

Pubblicato un nuovo studio dell'Osservatorio Vega Engineering di Mestre: il Trentino-Alto Adige si conferma la regione più a rischio di incidenti mortali sul lavoro, finendo in "zona rossa" per tutti e quattro gli anni oggetto dell'analisi di Vega

Pubblicato il - 01 settembre 2024 - 11:29

TRENTO. Un nuovo studio dell'Osservatorio Vega Engineering di Mestre ha gettato luce sull'allarmante situazione degli infortuni mortali sul lavoro in Italia nel quadriennio 2021-2024.

 

L'analisi, basata sull'incidenza delle morti rispetto alla popolazione lavorativa, rivela un trend preoccupante, con un aumento nel 2024 dopo un calo iniziale legato alla pandemia.

 

La "zonizzazione a colori" elaborata dall'Osservatorio mette in evidenza le disparità regionali: il Trentino-Alto Adige purtroppo si conferma la regione più a rischio, finendo in "zona rossa" per tutti e quattro gli anni oggetto dell'analisi di Vega; mentre è la Sardegna a distinguersi come regione più sicura, rimanendo sempre in "zona bianca".

 

Una disparità che evidenzia l'importanza di considerare l'incidenza delle morti, piuttosto che i numeri assoluti, per comprendere fino in fondo la gravità della situazione.

 

L'analisi rivela anche che le donne sono meno a rischio dei colleghi uomini, sebbene abbiano un'incidenza maggiore di infortuni in itinere. I lavoratori stranieri, invece, presentano un rischio doppio rispetto agli italiani

 

I settori più colpiti? Costruzioni, attività manifatturiere, trasporti e magazzinaggio e commercio, con un aumento preoccupante nel settore delle costruzioni nel 2024: dopo un calo iniziale nel 2022, gli infortuni mortali sono tornati a crescere a ritmi serrati.

 

“Il risultato più evidente dell’analisi, come accade sempre nelle nostre rilevazioni, è quello che mette in luce il rischio di morte maggiormente elevato nelle regioni con una popolazione lavorativa meno numerosa – spiega Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering di Mestre – ed è questo, forse, un dato troppe volte sottovalutato. Infatti, si tende spesso a definire l’emergenza attraverso i numeri assoluti, dimenticando come l’incidenza della mortalità sia il valore più realistico attraverso il quale realizzare la geografia degli infortuni mortali ed arrivare a scelte risolutive più incisive sia a livello imprenditoriale che istituzionale”.

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