Dalle cosce di maiale danesi alle uova dalla Polonia, Coldiretti blocca i camion al Brennero: "Troppi prodotti stranieri diventano italiani dopo il confine"
Coldiretti: "Dalle uova polacche alle cipolle dell’Est, dalla cagliata dalla Danimarca al grano di origine ignota. Arrivi di prodotti preoccupanti". La mobilitazione prosegue martedì 9 aprile con i controlli su tir e autobotti e la black list dei prodotti più pericolosi
TRENTO. Cosce di maiale danesi dirette a Modena che rischiano di diventare prosciutti italiani, uva indiana spedita a Novara, frutta sudafricana proveniente dalla Moldavia con direzione Sicilia, preparati industriali a base di uova fatti in Polonia e attesi a Verona. E anche un tir carico di grano senza tracciabilità. Questa la denuncia di Coldiretti.
"Sono solo alcuni esempi del 'fake in Italy' scoperti al Brennero", spiega Coldiretti. "Sono 10 mila gli agricoltori con il supporto delle forze dell’ordine che hanno fermato i tir carichi di prodotti alimentari provenienti dall’estero. Una mobilitazione per dire stop all’invasione di cibo straniero spesso venduto come nazionale, con l’avvio di una grande raccolta firme per una proposta di legge europea di iniziativa popolare che porti a estendere l’indicazione dell’origine in etichetta su tutti i prodotti in commercio nell’Unione europea".
Tra i prodotti cipolle dell’Est e cagliata dalla Danimarca. "Sono preoccupanti gli arrivi di cosce di maiale dal Nord Europa già pronte – sottolinea Coldiretti - per essere lavorate e magari diventare prosciutti venduti sul mercato con nomi del tipo 'nostrano' o 'di fattoria'. Ma c’è anche l’uva indiana diretta a Novara che entra nel nostro Paese in confezioni che non rispettano le normative e che dovranno dunque essere sostituite, con il dubbio che possa essere cambiata. Emblematico pure il caso dei preparati industriali a base di uova in arrivo dalla Polonia considerato che l’Italia è pienamente autosufficiente per il suo fabbisogno nazionale. E non mancano cagliate danesi per fare il formaggio con destinazione Parma. Ma tra i prodotti scoperti nel corso dei controlli ci sono anche 25mila chili di latte austriaco diretti a Brescia, 23mila chili di pere dal Belgio dirette a Taranto, cipolle dell’est Europa spedite a Parma, formaggi con nome italiano fatti nel Nord Europa, tulipani olandesi in viaggio per Verona, 21mila di chili di patate 'nordiche' spedite a Crotone, prodotti da forno, carne di maiale e molto altro".
La mobilitazione prosegue martedì 9 aprile con i controlli su tir e autobotti e la predisposizione della black list dei prodotti che Coldiretti considera più pericolosi con l’analisi settore per settore sui cibi contaminati scoperti dopo essere entrati nel nostro Paese.
"Ci dicevano che oggi al Brennero non avremmo trovato camion in ingresso che trasportavano prodotti agroalimentari come li avevamo trovati negli anni passati. Purtroppo i fatti hanno dimostrato esattamente il contrario. Troppi prodotti stranieri diventano italiani varcando i nostri confini. Questo non è più accettabile e vale per tutti i prodotti. Vogliamo una giusta trasparenza rispetto a quelle che sono le informazioni che devono essere date ai cittadini: per questo - conclude Prandini - serve l'obbligo di origine a livello europeo. Poi siano i cittadini a scegliere con consapevolezza cosa acquistare", il commento di Ettore Prandini, presidente di Coldiretti.