Al via la raccolta delle mele in Val di Non, oltre 11mila lavoratori stranieri in campo con 4.000 famiglie socie produttrici
Si parte con la raccolta delle varietà più precoci, come SweeTango e Gala, le operazioni proseguiranno a settembre con Renetta, Dolcevita e ovviamente Golden. A ottobre, infine, spazio a Morgana e Fuji
CLES. Oltre 11mila lavoratori stranieri assunti nella scorsa stagione un quinto dei quali donne. Provengono nella maggior parte da Romania, Senegal, Polonia e Marocco e in questi giorni stanno scendendo in campo per sostenere il comparto agricolo della Val di Non, manodopera fondamentale e imprescindibile. Comincia in questi giorni uno degli eventi più attesi del territorio definito da alcuni ''ricorrenza fondativa dell'identità locale''. E' scattata ufficialmente la raccolta delle mele nelle valli del fiume Noce ed andrà avanti fino a metà ottobre coinvolgendo migliaia di agricoltori e raccoglitori, stranieri e italiani.
Lo sanno bene le famiglie del Consorzio Melinda e delle altre cooperative di Apot, l’Associazione Produttori Ortofrutticoli Trentini che da anni contano anche sulla forza lavoro dei raccoglitori stagionali per assicurarsi raccolta e rendite. Emblematico, in questo senso, il quadro dipinto dalle stime dell’Agenzia del Lavoro della Provincia di Trento. Lo scorso anno, dicono le statistiche, le assunzioni di lavoratori e lavoratrici straniere in agricoltura in Val di Non sono state più di 11.000 pari a poco meno dell’85% del totale del territorio; quelle registrate in Val di Sole sono state invece oltre 500 (il 60% circa del totale).
“Le settimane della raccolta rappresentano un momento chiave per il nostro territorio: è in questo periodo, infatti, che si decide il futuro immediato dell’economia di una valle fortemente vocata alla coltivazione delle mele, un’attività che, solo nel nostro Consorzio, coinvolge circa 4.000 famiglie di soci produttori”, osserva il presidente di Melinda e Apot, Ernesto Seppi. “La stessa raccolta, inoltre, rappresenta da sempre un’occasione di confronto e collaborazione che ben si integra con la tradizione cooperativa e la propensione all’apertura da parte della nostra comunità. In questo scenario tutti gli elementi si sommano tra loro, creando così amicizia e familiarità tra ospiti e residenti ma anche, e soprattutto, un vero e proprio modello di accoglienza fondato sulla reciprocità”.
Particolare importanza viene attribuita alla sicurezza nel corso dell’attività di raccolta. Un tema prioritario, soprattutto nel contesto della frutticoltura di montagna che impone una notevole attenzione nella gestione degli interventi sui campi in pendenza. Per questa ragione il Consorzio è attualmente impegnato nell’organizzazione di incontri specifici per condividere con la compagine sociale le buone pratiche di sicurezza su strada e sul campo e di tutela della regolarità dei rapporti di lavoro dipendente, realizzati con la collaborazione del Servizio Lavoro della Provincia autonoma di Trento e dell’Unità operativa prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro dell’Apss (Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari), diretta da Dario Uber, e l’Arma dei Carabinieri. “La sicurezza in campo e su strada è un tema di straordinaria attualità in una valle a così forte vocazione agricola”, dichiara Guido Quatrale, Maggiore Comandante della Compagnia di Cles. “Ricordare le buone pratiche di condotta con i mezzi agricoli sarà senz’altro utile per tutti gli agricoltori impegnati in questo momento cruciale e strategico della nostra comunità”.
Avviate con la raccolta delle varietà più precoci, come SweeTango e Gala, le operazioni proseguiranno a settembre con Renetta, Dolcevita e ovviamente Golden. A ottobre, infine, spazio a Morgana e Fuji. Secondo le stime di Prognosfruit, l’Italia dovrebbe registrare quest’anno una produzione complessiva di circa 2,16 milioni di tonnellate, un dato sostanzialmente in linea con il consuntivo 2023. In calo i volumi totali europei (10,2 milioni di tonnellate) che scendono dell’11% rispetto allo scorso anno, così come quelli previsti per il Trentino (-7%) e l’Alto Adige (-9%) che scontano gli effetti delle gelate primaverili. Alta, secondo le prime rilevazioni, la qualità dei frutti.