Quid hotel e ristorante Mover in piazza. UilTucs: "Il Vescovo Tisi ci incontra, Olivi chissà"
Martedì 20 i lavoratori del Quid hotel Trento e del Ristorante Mover sono scesi in piazza e in strada per mantenere alta l'attenzione sulla loro situazione. Se non si trova un accordo con Sgr Castello e Interbrennero entro l'8 gennaio rimarranno a casa. UilTucs: "Il Vescovo ci incontra venerdì, disinteresse da parte delle altre parti in causa"
TRENTO. "Il Vescovo Tisi si è preso a cuore questa situazione dell'Hnh Trento e si è mostrato disponibile a incontrarci già questo venerdì alle 14", queste le parole di Stefano Picchetti, segretario di UilTucs. Oggi i 32 lavoratori divisi fra Quid hotel e ristorante Mover sono scesi in piazza e in strada per tenere alta e viva l'attenzione in queste ore di incertezza. Il tempo scorre e la deadline dell'8 gennaio si avvicina, giorno in cui le attività abbasseranno definitivamente la saracinesca.
"Questi lavoratori - continua la UilTucs - sono vittime del disinteresse del vicepresidente provinciale Olivi, Sgr Castello e Interbrennero. I dipendenti in questione stanno mostrando al contrario tutta la loro stoffa in questi giorni difficili, garantendo grande professionalità e cura del dettaglio al loro posto di lavoro. Sgr Castello invece non concede una riduzione dell'affitto a Hnh Trento, ma intanto investe circa 84 milioni di euro per uffici e supermercati in fondi Bnp Paribas (in Italia controlla Bnl, ndr) in Lombardia, Liguria, Bologna e Roma".
Il Quid hotel è una struttura alberghiera certificata dalla Provincia come quattro stelle e la città potrebbe perdere un attore importante in quanto "si rischia di lasciare partire un marchio internazionale come Best Western, che presenta inoltre una forte attrattività per i mercati esteri. Trento vedrebbe mancare servizi e standard di qualità molto alti e un'offerta importante nel settore business. Tante aziende inoltre sono preoccupate per la perdita di un punto di riferimento nel nostro capoluogo. Oltre a questa riconosciuta eccellenza dell'ospitalità, la città potrebbe vedere evaporare oltre 30.000 pernottamenti registrati all'anno, senza dimenticare che la nuova realtà subentrante potrebbe impiegare un po' di tempo per essere a regime e intanto si perdono gli introiti derivati dalla tassa di soggiorno e dall'indotto in generale".
Le strutture targate Hnh Trento non chiudono quindi per assenza di lavoro oppure scelte sbagliate. Il nodo della questione risiede nell'affitto dei locali all'interno del quale sorgono l'hotel e il ristorante rispettivamente di proprietà di Sgr Castello e Interbrennero: "L'affitto originario dell'hotel costa 526 mila euro all'anno - dice il sindacato - mentre per il ristorante si parla di 90 mila euro di affittanza e 20 mila euro per le spese condominiali. Il tutto ovviamente iva esclusa. Importi ribassati poi del 20% su richiesta degli esercizi ricettivi. Terminato questo accordo, Hnh Trento ha richiesto un'ulteriore riduzione per far fronte alla gestione economica che parla di 600 mila euro in fumo in cinque anni e 22 mila euro di rosso nel 2015" (Qui quanto emerso dall'incontro fra UilTucs e Hnh Trento per ricostruire l'ultima trattativa prima dell'azione di licenziamento).
E se una porta si chiude, per altri hotel che hanno legato la loro principale fonte di reddito al business si apre un portone, fra queste Hn Trento legata a doppia mandata a Sgr Castello. Le mura dell'immobile in zona Interporto (gli arredi invece sono proprietà di Hnh Trento, ndr) appartengono alla società di gestione composta da Isa, Fondazione Caritro, Itas e Mittel, che proprio a fine giugno 2015, ha lanciato tramite un contratto di managment la catena spagnola Nh hotel (Qui articolo TTG Italia) nel quartiere disegnato da Renzo Piano (un progetto globale curato anche Sgr Castello con un investimento di 400 mila euro, ndr).
Oltre a Nh Trento, Sgr Castello vanta nel proprio portafoglio anche un esercizio ricettivo a Bergamo (Qui articolo Eco di Bergamo del 30 ottobre 2014) e legato alla catena francese low cost B&B hotel, marchio sempre più insistentemente associato allo sbarco in via Innsbruck, mentre Groff sembra vicino a rilevare la parte ristorativa Mover, le cui mura sono di proprietà di Interbrennero, partecipate dalla Regione e dalle Province di Bolzano. "Siamo davanti a 32 vittime dei fondi di investimento - conclude Picchetti - dove i soci delle principali società dovrebbero intervenire per salvaguardare il patrimonio del nostro territorio e per farsi carico delle proprie responsabilità e invece nicchiano. Manca una visione e una regia sul mondo del lavoro".
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