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Autotrasporto, in 12 anni perse un terzo delle aziende. Class action del Cna per i dispositivi antinquinamento

A Mezzocorona nello storico incontro organizzato dalle associazioni di categoria presentati i dati di settore. Rigotti: "Dal 2010 al 2015 le entrate ed uscite dei mezzi pesanti dai caselli dell’A22 sono calate del 5,3%". Resistono meglio le imprese più grandi

Pubblicato il - 31 ottobre 2016 - 18:32

TRENTO. Il mondo degli autotrasportatori è in subbuglio, tra class action e dati non troppo confortanti se è vero che in Europa il rapporto tra Pil e merci trasportate è calato (tra il 2014 e il 2015) del 9,4%, mentre per l’Italia di oltre il 30%. Negli scorsi giorni questi e altri numeri sono stati presentati a Mezzocorona, alle Cantine Rotari, durante la manifestazione “Insieme per l’autotrasporto”, organizzato dalle associazioni di categoria di Artigiani, Confindustria e Confcommercio. Presenti centinaia di autotrasportatori, tra imprenditori e dipendenti, che hanno partecipato con attenzione e coinvolgimento ogni istante dell’incontro.

 

 

Mentre è di oggi la notizia che il Cna-Fita stanno lanciando una class action per chiedere risarcimenti alle case costruttrici di autocarri (produttori di camion Man, Volvo/Renault, Daimler, Iveco e Daf,) e sarebbero già una ventina le manifestazioni di interesse di aziende del Trentino Alto Adige (centinaia in tutta Italia). Nei mesi scorsi, infatti, sono state sanzionate dalla Commissione Europea con una multa record di 3 miliardi di euro le case costruttrici di autocarri con l'accusa di aver fatto cartello per applicare prezzi più alti per i veicoli e i dispositivi antinquinamento. Una sentenza che dà, a chi ha acquistato, preso in leasing o noleggiato a lungo termine, tra il 1997 e il 2011, un camion di medie o grandi dimensioni (sopra le 6 tonnellate) la possibilità di intentare un'azione collettiva che può portare ad ottenere un risarcimento sino al 20% del costo del camion. "È con questo obiettivo - spiega Piero Cavallaro, referente CNA-Fita del Trentino Alto Adige - che, in esclusiva per i propri associati, stiamo intentando una class action che non prevede spese legali per gli aderenti e che mette al riparo da eventuali ritorsioni legali da parte dei grandi marchi coinvolti in questa vicenda". All'iniziativa, che si chiuderà il 30 novembre (il termine è stato prorogato di un mese), possono aderire non solo gli autotrasportatori, ma tutte le imprese che abbiano acquistato un camion con le caratteristiche descritte in precedenza, quindi anche aziende edili, di alimentari e tutti coloro che utilizzano, nella propria attività, mezzi con carico superiore alle 6 tonnellate.

 

All'incontro di Mezzocorona, invece, è stato fatto il punto sull'andamento del settore. Luca Rigotti, vicepresidente della Camera di Commercio di Trento, ha analizzato il settore dell’autotrasporto trentino, attraverso la presentazione di una serie di dati che hanno fornito un’immagine con forti tratti in chiaroscuro dell’intero comparto. “In Europa il rapporto tra Pil e merci trasportate è calato, nel periodo 2014-2015 del 9,4%, mentre per l’Italia questo valore supera il 30%. Dal 2010 al 2015 le entrate ed uscite dai caselli dell’A22 sono calate del 5,3% per quel che riguarda i mezzi pesanti. Dai dati del registro delle imprese risultato iscritte al terzo trimestre del 2016 756 aziende dell’autotrasporto, mentre nel 2004 erano 1089: un calo del 30,6%. Una contrazione che riguarda anche il numero degli occupati, oggi a quota 4.800 (dei quali circa 4 mila dipendenti) ma con una contrazione di circa 7/800 unità negli ultimi anni”.

 

La Camera di Commercio ha analizzato, inoltre, i bilanci di 70 aziende del settore, evidenziando la tendenza ad una maggiore resistenza da parte delle imprese più grandi: “Il valore della produzione è aumentato del 17,4% nel quinquennio 2010-2015: per le aziende fino a 10 dipendenti questo valore è stato dell’1,7%, per le aziende tra gli 11 ed i 50 addetti del 22%, mentre per le aziende oltre i 50 dipendenti del 19%”.

 

“Dal 2003 al 2015 - ha sottolineato Paolo Uggè presidente di Conftrasporto - i traffici delle imprese italiane che portano merci in Italia dal mondo sono diminuite del 60%, ovvero -3 miliardi di euro di fatturato. Calo che ha interessato in misura simile anche le imprese francesi e tedesche. D’altra parte, le imprese dei paesi dell’Europa dell’Est sono cresciute del 700%. Davanti a questi dati occorre riflettere su quale politica per l’autotrasporto dobbiamo sostenere e promuovere. Occorre maggiore rispetto delle norme ed un mercato dove la concorrenza sia reale e possa avvenire nel rispetto comune delle regole. È molto importante quello che è stato fatto oggi: mettere insieme le associazioni con uno slogan da portare in tutte le piazze italiane. Non è facile né semplice ma dobbiamo sforzarci, poiché siamo costretti aa trovare delle soluzioni comuni”.

 

“Senza paura di essere smentito - ha detto il presidente di Fai Conftrasporto Giorgio Loner - credo di poter considerare questa giornata “storica” per il nostro mondo, per il settore dell’autotrasporto e, in qualche misura, anche per la nostra economia. “Storica” perché per la prima volta nella nostra provincia sono seduti attorno ad un tavolo, in forma pubblica, le tre più importanti sigle di rappresentanza della nostra categoria: sono “insieme” per far sentire all’unisono, come fosse una voce sola, lo stato in cui si trovano centinaia di imprese e migliaia di lavoratori”.

 

“Abbiamo dato un esempio - spiega Claudio Comini, presidente della sezione autotrasporto dell’Associazione Artigiani - e dalla folta partecipazione possiamo dire che le associazioni contano ancora. Cerchiamo di portare questo messaggio anche a livello nazionale perché l’autotrasporto è un settore che serve alla vita di tutti i giorni, dei cittadini e delle imprese. Ci sono ancora molti nodi irrisolti, molti aspetti da rivedere perché sono ostacolo allo svolgimento del nostro lavoro: dalle prese di posizione di alcuni paesi europei fino alla recente revisione del codice della strada, che rischia di costare molto alle nostre aziende”. 

 

“Sono soddisfatto di questa giornata - ha detto Lucio Sandri, presidente della sezione autotrasporto di Confindustria Trento - che mette al centro un lavoro non facile, che non è cambiato molto negli ultimi 70 anni. Certo, tecnologia e innovazione hanno prodotto molti miglioramenti, ma l’autotrasportatore è sempre il responsabile del carico, della sua consegna in modi e tempi concordati. Siamo orgogliosi di fare questo lavoro, nonostante una concorrenza sleale, un sistema sanzionatorio pesante, costi in costante crescita, una scarsa considerazione a livello istituzionale europeo. Trasportiamo ciò che serve all’economia e rappresentiamo un anello indispensabile del sistema economico. Chiediamo il giusto apprezzamento per questo impegno, per questo lavoro; se insieme sapremo supportare le nostre esigenze sarà più facile intravedere un futuro migliore. L’auspicio è che i presidenti nazionali sappiano cogliere e diffondere questo messaggio di unitarietà”.

 

Tra i molti interventi, anche quello del presidente della Provincia Autonoma di Trento Ugo Rossi: “Vorrei porvi un duplice grazie: da una parte come consumatore cittadino, dall’altra come presidente della provincia, consapevole dell’importanza del vostro settore all’interno della nostra economia. Vi anticipo che anche quest’anno siamo riusciti a garantire lo stesso livello di sconto fiscale dell’anno scorso, nel quale sono comprese anche le riduzioni di 40 milioni del gettito che derivano dalla diminuzione dell’aliquota Ires. Confermiamo le aliquote Irap in diminuzione e gli sconti imis del 30%: credo sia uno sforzo importante che va nella direzione di riconoscere il valore di chi fa impresa. Cerchiamo di dare meno “fastidio” possibile a chi fa imprese, e - anche se magari non riusciamo a farlo come vorremmo - credo che siate testimoni che ce la stiamo mettendo tutta”.

 

“La parola insieme - esorta Rossi - però cerchiamo di usarla anche guardando al futuro, che è fatto di una considerazione che la parola crisi non va più usata: non si tratta più di una crisi, ma di una nuova economia, di un cambiamento epocale: accanto ad una nuova economia arriverà un modo un po’ diverso di trasportare le merci, dove comunque avremo bisogno della gomma, degli autotrasportatori. Guardando al futuro in un territorio dove il futuro sta arrivando (il riferimento è al 2026 ed al Tunnel del Brennero), bisogna essere protagonisti e non subire il futuro”.

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