"Un infermiere su cinque pronto a lasciare" è la crisi della professione in Trentino. L'allarme dell'Ordine: "Situazione difficile, servono subito nuove strategie"
Per il presidente dell'Ordine delle Professioni Infermieristiche, Daniel Pedrotti “i risultati dell'indagine evidenziano la necessità e priorità di attivare strategie politiche a breve e lungo termine per orientare l'azione sul benessere e il maggiore coinvolgimento effettivo dei professionisti nei processi decisionali, per ridurre le attività improprie e dare concretezza alla valorizzazione attraverso interventi normativi, contrattuali e organizzativi”
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TRENTO. Un infermiere su cinque è pronto ad abbandonare la propria professione o l’organizzazione per cui lavora nel corso dell’anno. Si tratta di segnali preoccupanti riguardanti la soddisfazione professionale, come emerge da un'indagine condotta dall'Ordine delle Professioni Infermieristiche della Provincia di Trento.
L'obiettivo della ricerca era analizzare il grado di soddisfazione, coinvolgimento ed engagement lavorativo degli infermieri e infermieri pediatrici della provincia, nonché esplorare la loro intenzione di abbandonare la professione o l'organizzazione per cui lavorano.
L’indagine, che ha coinvolto 1.099 infermieri, è stata condotta tra novembre e dicembre 2024 attraverso un questionario online anonimo.
Nel complesso, il grado di coinvolgimento lavorativo degli infermieri risulta medio (49,2 ± 12,4 su un punteggio massimo di 90), con una marcata divisione tra il coinvolgimento normativo e affettivo. "Molti infermieri sembrano legati al proprio lavoro più per un senso di obbligo che per un reale desiderio di appartenenza o passione verso la professione", spiega l'Ordine. Allo stesso tempo, la soddisfazione generale del campione si attesta a un punteggio medio (75,4 ± 23,3 su un punteggio massimo di 140), con una maggiore soddisfazione per le relazioni interpersonali e per le opportunità di formazione, ma bassi livelli di soddisfazione riguardo a retribuzione, riconoscimento e opportunità di carriera.
Un dato particolarmente allarmante riguarda l'intenzione di abbandonare la professione. Circa il 69,2% dei partecipanti ha dichiarato di non voler lasciare l’organizzazione o la professione nell’immediato. Tuttavia, il 21,4% (circa 235 infermieri) ha affermato di voler abbandonare volontariamente il proprio posto di lavoro: il 16,2% intende lasciare l’organizzazione, mentre il 5,2% pensa di lasciare la professione infermieristica. Inoltre, il 9,4% dei partecipanti ha dichiarato che lascerà l’organizzazione per motivi non volontari, come il pensionamento.
Le analisi statistiche preliminari indicano che l'intenzione di abbandonare diminuisce con il crescere del coinvolgimento emotivo verso l’organizzazione e con un maggiore senso di responsabilità. La soddisfazione generale sul lavoro è anche un fattore positivo che riduce la probabilità di abbandono, così come l’età avanzata, che sembra ridurre leggermente la propensione al cambiamento.
In risposta a questi risultati, l'Ordine delle Professioni Infermieristiche della Provincia di Trento propone strategie considerate prioritarie per evitare che il personale infermieristico decida di lasciare il proprio posto di lavoro. Una delle priorità per garantire la permanenza degli infermieri nelle strutture sanitarie è l’offerta di retribuzioni competitive che riflettano adeguatamente il livello di responsabilità richiesto. È inoltre essenziale abbandonare i modelli di turnistica rigidi e standardizzati, che non sempre rispondono alle esigenze dei professionisti. Offrire soluzioni più flessibili e personalizzate non solo facilita l’equilibrio tra vita lavorativa e privata, ma incrementa anche la motivazione e la soddisfazione sul posto di lavoro.
Un altro aspetto critico riguarda l’inquadramento giuridico ed economico, che deve essere in linea con le responsabilità affidate agli infermieri. Molti infermieri si trovano spesso a svolgere attività che non sono strettamente legate al loro ruolo, come compiti amministrativi. Per ottimizzare il loro tempo e migliorare la qualità dell’assistenza, è necessario ridurre queste attività e inserire figure dedicate, come la "segreteria clinica", che possano gestire le incombenze tecnico-amministrative.
È fondamentale promuovere una cultura in cui gli infermieri si sentano valorizzati per il loro impegno e motivati a mantenere alti standard di assistenza. Un altro passo importante per migliorare la soddisfazione professionale è il riconoscimento esplicito del contributo che gli infermieri offrono agli esiti di salute. È necessario sottolineare il ruolo cruciale che la professione infermieristica ha nel miglioramento della qualità delle cure e nella gestione delle situazioni sanitarie complesse. Infine, è essenziale creare un ambiente collaborativo, con un coinvolgimento attivo, e sviluppare piani di sviluppo professionale chiari e ben strutturati, che offrano prospettive concrete di carriera.