In Trentino mette piede la prima cooperativa di gettonisti (da Bologna) per i punti nascita di Cles e Cavalese. Ferro: "Necessario", ma per l'Ordine dei Medici: "Scelta scellerata"
Per l'Ordine dei Medici: "Servizi che possono essere utili solo per poche persone e non sicuri, non dovrebbero venire mantenuti”. Il direttore dell'Apss ha spiegato che l'affidamento alla cooperativa Novamedica di Bologna per i medici delle unità di Ostetricia e Ginecologia degli ospedali di Cles e Cavalese è stato necessario perché alcuni liberi professionisti hanno toccato il tetto annuale di 240 mila euro. "Così - spiega Ferro - non hanno problemi di cumolo. Per noi costi sono però più alti"
TRENTO. La sanità “a gettone” in Trentino sembra aver fatto il primo passo per un cambio di pelle e gli effetti potrebbero essere per nulla positivi.
La carenza di personale specialistico e il fatto che alcuni dei liberi professionisti abbiano raggiunto il "tetto retributivo” di 240 mila euro all'anno, ha portato l'Azienda sanitaria a rivolgersi per la prima volta ad una cooperativa di gettonisti.
La cooperative hanno già preso piede in quasi tutte le regioni d'Italia e il Trentino era riuscito fino ad oggi a rimanerne estraneo. Vengono arruolati neolaureati, pensionati, liberi professionisti e medici che hanno lasciato il servizio sanitario pubblico per una modalità di lavoro più flessibile e remunerativa. Una sorta di strutturazione del sistema dei liberi professionisti che però, come l'allarme già lanciato in altre regioni italiane, potrebbe rischiare di minare il sistema sanitario sia per quanto riguarda i livelli di qualità ma anche per le tariffe salate. L’esternalizzazione fa lievitare le spese e quello che occorre pagare alla cooperativa è ben superiore a quello che viene pagato al libero professionista.
Inoltre, a destare scalpore non sono solo i compensi economici dei 'gettonisti' ma anche la fuga dei professionisti sanitari verso il privato, per poi rientrare nel pubblico (magari anche nello stesso reparto) in veste di liberi professionisti.
In Trentino l'Azienda sanitaria ha deciso di aprire le porte alla prima cooperativa di gettonisti trovandosi in una grave situazione nel reperire medici nelle unità operative di Ostetricia e Ginecologia degli ospedali di Cles e Cavalese. Si tratta di due punti nascita già al centro di diverse discussioni per il numero basso di parti e le difficoltà nel tenerli aperti ma ora lo faremo addirittura pagando di più.
Da tempo l’Apss riscontrava queste difficoltà e già nel 2022 aveva avviato un percorso di conoscenza del mercato per intercettare eventuali operatori economici che potessero fornire il servizio, pubblicando un avviso di indagine di mercato propedeutico ad eventuali successivi affidamenti. Le attività di reclutamento del personale medico non avevano purtroppo portato ad alcun risultato e la carenza nelle unità operative aveva portato a riflessi negativi sulla piena funzionalità dei due servizi e a dover ricorrere a tipologie di lavoro flessibile (incarichi libero professionali), per loro intrinseca natura incerti in termini di garanzia di disponibilità nel tempo.
“La disponibilità dei liberi professionisti individuati mediante i tre avvisi indetti nel biennio 2023- 2024 – spiega l'Apss nella determina - non è continua e consente a fatica la copertura della turnistica h24 ed, in particolare, è stato riferito che da fine ottobre dovrebbe venir meno la collaborazione di alcuni liberi professionisti fra quelli che, sino ad oggi, hanno garantito la maggior disponibilità di turni, con conseguenti grossi rischi rispetto alla tenuta della turnistica”.
L’acuirsi delle problematiche legate al personale medico impiegato nelle due unità operativa di Cles e Cavalese, assieme all'esito negativo dei recenti tentativi di reclutamento ha portato l'Azienda sanitaria a procedere con un affidamento diretto urgente alla cooperativa Novamedica di Bologna che è risultata, spiega l'Apss “in possesso dei requisiti di idoneità professionale e di moralità” previsti dal codice degli appalti.
“Io spero che l'uso delle cooperativa di medici in Trentino sia limitato. Qui il problema – ha spiegato il direttore dell'Apss, Antonio Ferro - era legato al tetto dei 240 mila euro che quest'anno è stato messo in evidenza da parte di alcuni liberi professionisti. Siamo arrivati negli ultimi mesi dell'anno e alcuni questo limite lo hanno raggiunto. Si tratta medici che hanno fatto una grossa quantità di libera professione oppure pensionati. Le norme sono chiare, l'ente pubblico non può dare dei compensi che vanno a superare quella cifra. L'unica soluzione per loro è stata quella di iscriversi ad una cooperativa”.
Il problema è quello di capire quando queste cooperative prenderanno piede anche in Trentino come già avvenuto nelle altre regioni italiane. “Noi usiamo i liberi professionisti al pronto soccorso, in ginecologia e nell'attività in carcere. Se tutti si iscrivono ad una cooperativa dove non ci sono problemi di cumolo – spiega Ferro – allora la situazione cambierebbe e ci sarebbe un problema economico perchè oltre a pagare il professionista c'è anche il costo della cooperativa.”
Per quanto riguarda le unità operative di Ostetricia e Ginecologia degli ospedali di Cles e Cavalese, le caratteristiche principali dell’affidamento alla cooperativa Novamedica sono riportate nella determina pubblicata sul sito dell'Apss. Il fabbisogno complessivo stimato indicato alla società cooperativa è di 45 turni di guardia attiva di 12 ore con reperibilità di 12 ore e 25 turni di guardia attiva di 12 ore senza reperibilità per entrambe le sedi a Cavalese e Cles.
La durata del contratto pari a tre mesi, con decorrenza dal 21 ottobre e con possibilità di proroga per ulteriori due mesi. L'importo complessivo a base d’asta è stato pari a 139.000 euro. Per quanto riguarda il turno diurno/notturno di guardia attiva di 12 ore con reperibilità di 12 ore il costo è di 2.220 euro mentre per il turno diurno/notturno di guardia attiva di 12 ore senza reperibilità il costo è di 1560 euro.
Dura la posizione dell'Ordine dei Medici che ancora una volta, riferendosi ai punti nascita di Cles e Cavalese, ha sottolineato che “Servizi che possono essere utili solo per poche persone e non sicuri, non dovrebbero venire mantenuti”. Difronte a delle liste di attesa lunghe, a persone che non riescono a farsi visitare e di tanti che rinunciano a curarsi, ha spiegato a il Dolomiti il presidente dell'Ordine Marco Ioppi, “Queste spese gridano vendetta, non sono giustificabili. Stiamo spendento tanto, troppo, per un servizio non ottimale, i gettonisti non offrono garanzie e dobbiamo accettare uno specialista che ci viene garantito da una cooperativa. Oltre a questo, vengono messi a lavorare con medici dipendenti con stipendi ben inferiori creandosi così disuguaglianze ed incentivandoli ad andare a lavorare nelle cooperative. Sono scelte scellerate”.