Hydro Dolomiti Energia, "le azioni del fondo australiano in mano pubblica?". I sindacati interessati a modello in house: “Garanzia di investimenti e qualità del lavoro”
“L'energia idroelettrica – dicono i sindacati – rappresenta un asse strategico fondamentale per il nostro territorio. Anche in vista della gara pubblica, pur consapevoli che non ci sono certezze sulla riassegnazione delle concessioni, crediamo comunque che un pieno controllo della società e dunque della risorsa potrebbe essere anche garanzia di un piano industriale di ampio respiro, che non necessariamente deve cozzare con l’investimento su altre fonti energetiche rinnovabili”
TRENTO. La questione tiene banco da mesi e, per quanto riguarda il settore energetico del Trentino, si parla di uno scossone non da poco: già nel gennaio dello scorso anno era infatti emerso come il fondo australiano Macquarie stesse valutando la cessione delle proprie quote di Hydro Dolomiti Energia (un pacchetto azionario pari al 40%, per intendersi si parla di un valore superiore ai 400 milioni di euro), controllata dell'idroelettrico di Dolomiti Energia (che detiene il 60%), e tra le ipotesi c'è oggi quella del passaggio dell'intera quota azionaria in mano pubblica (eventualità ben vista in particolare dalla Provincia, meno a quanto pare dai Comuni soci). Ma a guardare con interesse all'ipotesi di un modello in house sono anche i sindacati, con Cgil, Cisl e Uil che parlano di una “risorsa strategica per il territorio, anche sotto il profilo dell'equilibrio ambientale”.
“Cgil, Cisl e Uil – scrivono infatti le sigle – guardano con attenzione al futuro di Hydro Dolomiti Energia e, in particolare, all'ipotesi che il pacchetto di azioni del fondo australiano Macquarie, pari al 40% della proprietà, passi in mano totalmente pubblica. Un'ipotesi che secondo il sindacato confederale non va scartata a priori in quanto il modello della società in house, come adottato a Bolzano con Alperia, offre garanzie non di poco conto sia sul piano degli investimenti industriali, sia sul tema del lavoro”.
L'energia idroelettrica, ribadiscono i segretari provinciali Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti: “Rappresenta un asse strategico fondamentale per il nostro territorio. Anche in vista della gara pubblica, pur consapevoli che non ci sono certezze sulla riassegnazione delle concessioni, crediamo comunque che un pieno controllo della società e dunque della risorsa potrebbe essere anche garanzia di un piano industriale di ampio respiro, che non necessariamente deve cozzare con l’investimento su altre fonti energetiche rinnovabili. Senza dimenticare che l’investimento pubblico ha ricadute sulla collettività”.
Le sigle guardano però anche alla dimensione lavoro: “Quanto accaduto alla centrale di Suviana – scrivono – ha dimostrato ancora una volta che il socio privato tiene in massimo conto la remunerazione dell’investimento e dunque la produzione di profitto, ricorrendo più facilmente ad appalti e subappalti che inevitabilmente indeboliscono la catena di controllo sul rispetto delle normative di sicurezza, ma anche sulla garanzia di un lavoro di qualità”. Infine il nodo ambientale: “Quando si parla di idroelettrico – dicono – si parla di acqua, una risorsa preziosissima, il cui sfruttamento non può non tenere conto dell’equilibrio con l’ambiente circostante. Anche su questo fronte, dal punto di vista dei sindacati, le garanzie che può dare il pubblico difficilmente sono comparabili al privato”.