Diritti Lgbt+, in Trentino "Aumentano gli episodi di violenza verbale". La Pat espulsa dalla rete Re.A.Dy, l'Arcigay: "Gerosa cosa intende fare? Fino ad oggi nessun incontro"
Il 17 maggio sarà celebrata la Giornata internazionale contro l'omofobia, la bifobia e la transfobia. A Bolzano il presidente Kompatscher è pronto a presentare le iniziative messe in campo mentre in Trentino la denuncia che arriva dall'Arcigay è quella dell'immobilismo che ha portato anche l'espulsione dalla rete Re.A.Dy
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TRENTO. Il disprezzo, la violenza, l’intolleranza, i pregiudizi, le discriminazioni, le offese fino ad arrivare all’esclusione. L'omofobia non ha confini e lo sanno bene le persone che ancora oggi vengono prese di mira in Trentino. “Siamo davanti ad una recrudescenza degli episodi di violenza verbale” spiega a il Dolomiti il presidente di Arcigay del Trentino, Shamar Droghetti, in vista della Giornata internazionale contro l'omofobia, la bifobia e la transfobia che si terrà il 17 maggio.
“Fate schifo” e ancora “frocio” sono i termini che alcuni si sono sentiti rivolgere. Violenza verbale che nulla ha a che vedere con quell'inclusione che stava di casa in Trentino e che negli ultimi anni, complice anche l'immobilismo della Provincia, è andata via via scomparendo.
“In Trentino – continua il presidente dell'Arcigay – registriamo casi di violenza verbale e un clima crescente di odio nei confronti della comunità Lgbt+ che va di pari passo con quello che avviene a livello nazionale con un
Governo che su questi temi spesso ha messo la faccia per contrastare qualsiasi avanzamento di diritti. Siamo trattati come un nemico da contrastare”.
Sono pressoché assenti le iniziative messe in campo dalla Provincia di Trento e la nuova Giunta non sembra distinguersi da quella precedente.
La Provincia, infatti, dopo aver aderito nel 2017 alla Rete Re.A.Dy, quest'anno, a seguito di una sospensione, si è vista recapitare l'espulsione a causa dell'inerzia della Giunta provinciale che mai ha partecipato alle attività formative e agli eventi culturali di contrasto all'omobitransfobia e di inclusione della comunità Lgbt+.
Un risultato da non andare fieri. La vicepresidente Francesca Gerosa in risposta ad una interrogazione presentata dal consigliere provinciale del Pd Paolo Zanella proprio inerente l'espulsione dalla Rete Re.A. Dy ha risposto: “Gli uffici preposti mi hanno comunicato, a seguito di richiesta di informazioni in quanto a me non note, che con nota di data 11 gennaio 2023, la segreteria nazionale della Rete ha comunicato alla Provincia autonoma di Trento la messa in sospensione temporanea della stessa, dandone comunicazione a tutti i partner della Rete e informando che la messa in sospensione non può durare più di un anno. Non mi risulta agli atti che ci siano state nel corso del 2023 comunicazioni o interlocuzioni che abbiano manifestato la volontà di interrompere la sospensione”.
Un'espulsione che l'assessora competente, Francesca Gerosa, “ha ammesso di non esserne a conoscenza” spiega Zanella. “La questione a questo punto è: lei cosa pensa? Che sia opportuno ri-aderire?”
La rete Re.a.dy offre alle pubbliche amministrazioni locali uno spazio di condivisione e interscambio di buone prassi finalizzate alla tutela dei diritti umani delle persone Lgbt e alla promozione di una cultura sociale del rispetto e della valorizzazione delle differenze. Tra gli obiettivi c'è quello di mettere in rete azioni positive, atti e i provvedimenti amministrativi antidiscriminatori Lgbt adottati a livello territoriale. Azioni, queste, che la Pat da quanto è al governo del Trentino il centrodestra non ha mai portato avanti.
“L'espulsione – ha concluso Shamar Droghetti – è stato un atto dovuto visto che la Pat in questi anni non ha voluto lavorare in sinergia con le associazioni. Stupisce che la Gerosa sia cascata dalle nuvole, ma se vuole può ancora intervenire, le porte sono aperte ma serve un atto di volontà politica. Noi siamo anche pronti ad un incontro, a sederci ad un tavolo assieme visto che fino ad oggi questo non è mai avvenuto”.