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"Cani reclusi in box piccolissimi, molti gatti abbandonati e smarriti ", l'allarme lanciato da Enpa: "Questioni emergenziali da affrontare e risolvere"

"Dopo l'introduzione del divieto di tenerli alla catena, molti cani sono passati alla reclusione in box da cui non escono quasi mai. Il reato dell'abbandono dei gatti deve essere contrastato anche per limitare il randagismo: molti dei felini abbandonati muoiono in breve tempo"

 

 

Di F.Os. - 11 ottobre 2024 - 12:03

TRENTO. “Maggiori tutele per cani e gatti in Trentino”. A chiederlo è l'Enpa, l'Ente Nazionale Protezione Animali, che sottolinea come sul territorio siano presenti alcune “situazioni emergenziali” connesse alla loro gestione: in primis la diffusa “reclusione” dei cani in box piccolissimi e, per quanto riguarda i felini, il problema degli smarrimenti e del fenomeno dell'abbandono.

 

“Secondo il Rapporto Assalco-Zoomark in Italia cani e gatti familiari sono oltre 19 milioni, con una netta preponderanza dei gatti rispetto ai cani – spiega l'Enpa provinciale attraverso le parole della presidente Ivana Sandri – e in Trentino sono iscritti all' anagrafe degli animali d’affezione all’incirca 192 mila cani, mentre i gatti microchippati sarebbero poco più di 30 mila”.

 

Nella realtà però, viene specificato, i cani e gatti presenti nel nostro territorio sono molti di più rispetto a quelli registrati: “Dopo quasi vent'anni dall’obbligo di iscrizione all'anagrafe canina una parte dei cani sfugge ancora al controllo, nel caso dei gatti il divario è ancora più ampio, non essendoci obbligo di registrazione, se non in caso di movimentazione al seguit po del proprietario in territorio europeo o extra europeo”.

 

L'associazione entra poi nel merito delle problematiche più “urgenti”, tra cui quella del fenomeno della “reclusione” dei cani in spazi molto ristretti. “In seguito all’importante risultato raggiunto nella passata legislatura, cioè l’introduzione del divieto di tenere i cani alla catena, in molti casi questi poveri animali sono passati alla reclusione in box piccolissimi, da cui non escono quasi mai” spiega l'Enpa, che specifica: “È necessario attuare una ulteriore modifica delle condizioni di detenzione, prevedendo le misure minime dei box e le modalità di gestione, così da proseguire sul percorso di civiltà iniziato con la liberazione dalla catena”.

 

Per quanto riguarda i gatti, secondo l'associazione, a dover essere preso inconsiderazione è il problema degli smarrimenti, messo in evidenza anche dai numerosi appelli quotidiani relativi alla scomparsa dei felini domestici. La lente d'ingrandimento viene posta però sulla “grave questione dell'abbandono”, reato che deve essere contrastato nel miglior modo possibile: “Questo sia per tutelare gli animali stessi, che per limitare il triste fenomeno del randagismo. Le colonie feline vengono costantemente incrementate dall’arrivo di nuovi gatti a causa sia degli abbandoni che delle nascite indesiderate”.

 

Ad essere specificato è come molti di questi animali abbandonati muoiano entro breve tempo, perché non sono in grado di affrontare la vita “randagia”, e come i “sopravvissuti” si aggreghino alle colonie, vanificando gli sforzi dei volontari, dei Comuni di riferimento e dei Servizi veterinari Apss per garantirne il benessere, nonché impedirne la proliferazione.

 

“In considerazione dell’importanza di tutelare gli animali e al fine di proseguire nel percorso di civiltà intrapreso – conclude l'Enpa – in occasione dell’incontro previsto per il 15 ottobre abbiamo sollecitato la Commissione provinciale per la protezione degli animali d’affezione, di cui facciamo parte, ad affrontare e risolvere le questioni emergenziali connesse alla gestione dei cani e dei gatti”.

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