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Tumori maligni, in Trentino il dramma dei tempi d'attesa per un intervento chirurgico. Zeni: ''Siamo il territorio in Italia che negli ultimi anni è peggiorato di più"

I dati pubblicati nei giorni scorsi da Agenas restituiscono una fotografia molto preoccupante per il Trentino. Nel 2021 quasi il 45% dei pazienti che dovevano essere sottoposti ad interventi in classe A per tumori maligni hanno avuto uno sforamento dei 30 giorni di attesa. L'Ordine dei Medici: "C'è un problema di adeguamento degli organici e l'organizzazione è ferma"

Foto archivio
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Di Giuseppe Fin - 01 novembre 2022 - 05:01

TRENTO. I tempi di attesa per la chirurgia oncologica in Trentino sono drammaticamente peggiorati negli ultimi anni. Non sono solamente le segnalazioni che arrivano dai cittadini a confermarlo ma anche i dati pubblicati nei giorni scorsi da Agenas, l'agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, l'organo tecnico del ministro della Salute.

 

Dall'analisi dei dati esce una fotografia davvero preoccupante per quanto riguarda il Trentino: nel 2021 quasi il 45% dei pazienti che dovevano essere sottoposti ad interventi in classe A per tumori maligni hanno avuto uno sforamento dei 30 giorni di attesa. Una percentuale che vede un trend in aumento negli ultimi anni e che nel 2022 rischia di essere ancora peggiore.

“Dai dati che sono stati pubblicati da Agenas, il Trentino è il territorio che ha visto il più marcato peggioramento rispetto al 2019 per quanto riguarda i tempi di attesa degli interventi per i tumori maligni” spiega a il Dolomiti il capogruppo del Pd ed ex assessore provinciale alla Salute, Luca Zeni.

 

Il monitoraggio effettuato dall'Agenzia nazionale mostra i dati utili per capire la durata della lista di attesa per la chirurgia maggiore. Esiste infatti un elenco di trattamenti chirurgici o invasici definiti di classe A per i quali viene dato mandato alle Regioni di garantire l'intervento entro 30 giorni. Tra questi troviamo il tumore al colon, tumore al polmone, tumore al retto, timore alla mammella, tumore alla prostata, tumore all'utero e altri.

 

Consultando i dati del Trentino, gli “interventi di classe A eseguiti in 30 giorni” nel 2019 erano l'80,8%, nel 2020 siamo scesi al 68.1% e nell'ultimo anno di analisi (2021) siamo arrivati al 55,5%. Stiamo parlando di strutture pubbliche. Un trend in peggioramento del 25,4% e che fa finire il Trentino, purtroppo, da questo punto di vista fanalino di coda.

“Siamo davanti ad un peggioramento eclatante – ha spiegato il consigliere provinciale Luca Zeni – e stiamo parlando di una questione molto delicata. Sono interventi chirurgici per tumori maligni che hanno delle priorità che non si possono ignorare o rinviare. Questo va a conferma anche delle segnalazioni e degli elementi che stiamo raccogliendo e che il mondo stesso della Sanità sta denunciando. Ci sono operatori sanitari ma anche la stessa consulta dei malati che hanno evidenziato le difficoltà che in tanti stanno incontrando”. Tempi incerti, che nel 2022 rischiano di peggiorare con liste d'attesa ancora più lunghe.

“Basta vedere i dati – spiega Zeni – nel 2019 chi sforava i 30 giorni era circa il 19% mentre nel 2021 siamo passati a quasi il 45%. Il motivo? C'è una situazione organizzativa non buona in particolare all'interno del Santa Chiara dove vengono effettuati gran parte di questi interventi di classe A. Da tempo continuiamo a ribadire a questa Giunta provinciale di fare molta attenzione all'ospedale di Trento perché è in una situazione di crisi molto forte. Non stiamo parlando di crisi della struttura  ma organizzativa e di gestione complessiva della rete ospedaliera. Il cuore del sistema della nostra sanità sta soffrendo e serve un focus di attenzione molto alto”.

 

I MEDICI

I dati che sono stati pubblicati nei giorni scorsi da Agenas sono preoccupanti anche per l'Ordine dei Medici di Trentino. “Ha pesato e sta pesando ancora moltissimo il Covid e quindi il fatto che abbiamo dovuto chiudere dei reparti per i malati ma non è l'unica causa” ci spiega il dottor Marco Ioppi presidente dell'Ordine.

 

A pesare tantissimo è anche la mancanza di professionisti, di specialisti nelle nostre strutture” ha continuato il presidente dell'Ordine che già in passato aveva sottolineato come le liste di attesa e il rinvio delle visite e degli interventi fosse diventato un grosso problema per i cittadini e per il nostro sistema sanitario.

 

“Ad oggi – afferma - l'adeguamento degli organici non è stato attuato a fronte dell'aumento delle richieste. E' tutto fermo e con dei piani che ormai sono datati. Sono cresciute le patologie e dobbiamo considerare che il progressivo invecchiamento della popolazione comporta anche l'aumento dei tumori. A fronte di tutto questo non è stato rivisto il tetto di spesa per il personale, l'organizzazione è ferma, non si è prevenuto nulla e così facendo rischiamo di peggiorare sempre di più”.

 

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