Addio a Francesco Borzaga, il Wwf: “Dalla difesa del Lago di Tovel alla tutela dell'orso: per oltre 60 anni un punto di riferimento per l'ambientalismo in Trentino"
Il ricordo degli attivisti e delle attiviste del Wwf Trentino Alto Adige dopo la scomparsa di Francesco Borzaga, vero e proprio pilastro dell'ambientalismo in Regione: “Grazie Francesco. Lasci una eredità di lotta, coerenza e amore per la natura, che spetta a noi dover raccogliere. Il tuo esempio continuerà a illuminare il cammino di chi crede che un altro mondo sia possibile”

TRENTO. “Grazie Francesco. Lasci una eredità di lotta, coerenza e amore per la natura, che spetta a noi dover raccogliere: il tuo esempio continuerà a illuminare il cammino di chi crede che un altro mondo sia possibile”. Sono queste le parole delle attiviste e degli attivisti del Wwf Trentino Alto Adige nel ricordare Francesco Borzaga, vero e proprio pilastro dell'ambientalismo in Regione venuto a mancare nella mattinata del 12 marzo (Qui Articolo).
“Per oltre 60 anni – scrivono i volontari – Francesco è stato un punto di riferimento per la tutela della natura, lottando instancabilmente per la salvaguardia delle aree protette, il rispetto del paesaggio e la protezione dell'orso bruno. Presidente del Wwf Trentino Alto Adige e segretario della sezione trentina di Italia Nostra, entrambe realtà che ha fondato, Francesco ha dedicato la sua vita a contrastare speculazioni e progetti dannosi. Grazie a lui il Trentino ha trovato una voce potente, radicale, rigorosa, intransigente e instancabile contro la speculazione, a favore della tutela delle sue valli, dei suoi boschi, delle sue acque”.
“E' stato protagonista – scrivono – di battaglie epocali: la salvaguardia della Val di Genova, ultima valle con acque libere delle Alpi, minacciata dalla realizzazione di quella che sarebbe potuta diventare la più grande centrale idroelettrica d'Europa; la difesa del lago di Tovel; la tutela dell'orso bruno, che ha potuto sopravvivere e tornare a popolare le nostre foreste anche grazie alla sua dedizione”.
Ma Francesco, scrive il Wwf, non era solo un ambientalista: “Era anche un maestro, un educatore appassionato che ha saputo trasmettere ai giovani l’amore per la natura e il senso profondo della responsabilità civica. Passeggiando nei campi semiabbandonati sopra Trento, insegnava che non è lo scenario grandioso a dover essere protetto, ma ogni piccolo dettaglio della natura, ogni filo d’erba, ogni angolo di paesaggio che racconta la nostra storia: luoghi che così strettamente sono legati alle forme di vita con le quali la nostra esistenza è in continua relazione”.
“Il suo impegno non è mai stato facile ('La difesa dell'ambiente è faticosa', giustamente diceva): ha affrontato scontri durissimi, non solo con politici e imprenditori. Eppure, non ha mai smesso di lottare. Per lui, l'impegno per l'ambiente non era una questione di vittoria o sconfitta, ma un atto di fede nella continuità dei valori, nella responsabilità di tramandare un territorio vivo e vitale a chi sarebbe arrivato dopo di lui. E noi oggi, dopo di lui, ci troviamo qua: non smarriti, ma certamente, un poco più soli”.