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Coronavirus, un Paese schizofrenico: chiudiamo le scuole e blocchiamo tutto ma vorremmo che i turisti venissero lo stesso a spendere da noi

Trentino Marketing ha fatto un giusto appello in tre lingue dove si invitano i turisti a venire in Italia e intanto in molti se la prendono con il mondo che sta bloccando i voli con l'Italia anche se da giorni ci mostriamo come un Paese sotto assedio, con supermercati svuotati, locali chiusi, militari con mascherine per le strade. Per il The Guardian l'Italia sta attivando misure ''draconiane'' e nei prossimi mesi sul piano economico si farà sentire la politica dell'assecondare la paura

Di Luca Pianesi - 26 febbraio 2020 - 16:50

TRENTO. Inglese, tedesco e italiano, tre lingue per ripetere la stessa cosa: turisti non ci abbandonate, venite da noi a spendere i vostri soldi, perché ''in Trentino non c'è nessun caso di coronavirus''. Un messaggio, assolutamente corretto, che andava diffuso dall'apparato turistico della Provincia (Trentino Marketing) e certamente rassicurante che si conclude con un positivo: ''In tutte le località turistiche del Trentino si segnala in questi giorni una notevole presenza di ospiti provenienti dai principali Paesi europei, che possono sciare su piste ottimamente innevate e apprezzare l’ospitalità trentina garantita dalla professionalità e dall’impegno di tutti gli operatori del settore''.

 

Ma come si può pensare che dei turisti scelgano di venire in un luogo dove anche chi ci vive si barrica in casachiude le scuole, blocca gli spettacoli, annulla le manifestazioni, assale i supermercati, esaurisce mascherine e sostanze igienizzanti. Se i musei sono chiusi e i ristoranti sono vuoti e i tassisti accolgono le persone alla stazione bardati dietro alle mascherine. Se anche la politica e le istituzioni, quelli, insomma, che in altre epoche, avrebbero cercato in tutti i modi di far continuare la loro vita ai cittadini, cercando di far funzionare quante più cose possibili, rassicurando chi è spaventato e spiegando alle comunità che una malattia che contagia 100.000 persone in tutto il mondo dove ci sono 7,7 miliardi di abitanti in questo momento va considerata una ''malattia ultra rara'', rarissima.

 

Che ha causato poco più di una decina di vittime in tutta Italia (su una popolazione di 60 milioni di persone contagiandone qualche centinaio, per ora) quando per complicazioni legate all'influenza muoiono ogni giorno in Italia circa 22 persone (nonostante esistano vaccini e procedure strutturate per affrontarle). Ma la classe politica più fragile della storia repubblicana (e generalizziamo mettendoci dentro tutti, non solo quella al governo del Paese ma anche a quella regionale/provinciale e addirittura anche in alcuni singoli comuni) terrorizzata dal consenso e dai like su Facebook non ha trovato di meglio da fare che rimettere ogni responsabilità in capo ai cittadini.

 

Di fatto il messaggio è il seguente: state a casa se potete, evitate di frequentare i luoghi affollati e poi se li frequentate, problema vostro, noi ve lo avevamo detto; chi vuole chiuda l'azienda, il cinema, il teatro, il museo chi non vuole, se succede qualcosa, come prima, noi ve l'avevamo detto. Il terrore è stato seminato in ogni dove, addirittura in Parlamento c'è chi si è presentato con quelle mascherine che tutti continuano a ripetere che non servono a nulla ma che comunque tutti continuano a comprare (servono ad evitare che un malato infetti gli altri non il contrario). Intanto un Paese che era già in crisi economica tra qualche giorno si sveglierà più riposato, perché rimasto a casa anche in zone dove non ci sono contagi (da ieri anche nelle Marche scuole chiuse, come in Trentino nonostante, come recitava Trentino Marketing, in realtà non ci siano residenti contagiati, al momento), ma anche molto più povero. 

 

La recessione ormai appare alle porte e tutti subiranno un contraccolpo economico. Stando al dossier consegnato al ministro da Confesercenti la perdita, derivante dal rallentamento dell’economia dovuto all’emergenza, si aggirerebbe attorno ai 3,9 miliardi di euro di consumi, ed “è una stima conservativa, basata sull’ipotesi di una crisi limitata” spiegano gli esperti (QUI ARTICOLO). E il turismo? Giustamente i Paesi che ci guardano da fuori chiudono voli e frontiere. Le immagini che passano sui nostri Tg sono di soldati armati con mascherine al volto che presidiano zone isolate, immagini apocalittiche di città deserte, scaffali vuoti nei supermercati (poi per fortuna vai a fare la spesa o giri in centro e ti accorgi che l'umanità non si è estinta e anche cibo e bevande sono ancora tutte lì). 

 

Conte può ripetere finché vuole che l'Italia è il Paese più sicuro perché il più controllato ma siamo l'unico dove tutti, politica in testa, stiamo chiedendo anche ai nostri stessi concittadini di rimanere blindati in casa, ovunque anche dove del coronavirus non v'è traccia. Ed è così che ci vedono all'estero: ''Italy imposes draconian rules to stop spread of coronavirus'' titolava qualche giorno fa il The Guardian parlando di misure ''draconiane'' imposte dalle autorità sanitarie italiane nei confronti delle regioni considerate l’epicentro dell’epidemia italiana. E se l'Italia era praticamente l'unico Paese in Europa ad aver imposto quarantene e blocchi dei voli dalla Cina il Regno Unito continua a non avere un blocco dei voli (chi arriva dalla Cina viene dirottato in un terminal separato, mentre i voli da Hong Kong, dalla Cina continentale, atterra assieme agli altri passeggeri). 

 

Nessun blocco nemmeno in Germania, dove sono stati confermati 18 casi di persone infettate da coronavirus. E solo oggi è stata decisa la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado nel circondario di Heinsberg, in Germania dove si trova il 40enne, isolato e ricoverato in gravi condizioni perché affetto già da un'altra malattia. Sia ben chiaro, non si discutono certi provvedimenti (c'è un rischio epidemia ed è meglio stroncarlo sul nascere questo virus evitando che attecchisca veramente in qualsiasi parte del pianeta) ma quel che si discute è il come vengono posti in essere e dove. Ma soprattutto si discute la logica: vogliamo la botte piena e la moglie ubriaca? Impossibile. Bloccare il Paese è una cosa forse giusta ma non possiamo lamentarci con il resto del mondo se non viene qui in questi giorni a lasciarci soldi e sorrisi e non potremo nemmeno lamentarci con i nostri governanti quando si acuiranno i problemi economici. 

 

Loro, i nostri politici, hanno semplicemente assecondato in tutto e per tutto le nostre paure facendo quello che avrebbe fatto ciascuno di noi. Magari da chi ci guida qualcuno potrebbe aspettarsi qualcosa di più, prese di responsabilità più alte, decisioni e scelte dirompenti, intuizioni illuminanti, ma come scriveva il Manzoni nel passaggio dove parlava della psicosi causata dalla Peste a Milano: ''Il buon senso c’era ma se ne stava nascosto per paura del senso comune”.

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