Coronavirus, sulle piste solo per sciare, l'Austria si prepara all'inverno. Kurz: ''Niente après ski''
Dopo quanto accaduto a Ischgl tra febbraio e marzo il cancelliere austriaco ha annunciato una serie di misure che si applicheranno questa stagione sulle piste. Mascherine in funivia, distanza di un metro gruppi di massimo 10 persone per le scuole di sci
VIENNA. Niente après ski, niente divertimento dopo una bella sciata. Il cancelliere federale Sebastian Kurz lo ha annunciato al Paese poco fa spiegando che solo così si potrà tentare di salvare la stagione invernale sulle montagne austriache con il ritorno del Covid che ormai sta tornando a bloccare parte dell'Europa.
In Italia, grazie al buon operato del Governo e dei cittadini, la curva epidemiologica cresce ma cresce molto meno che in Francia, Spagna, Inghilterra. In Austria la situazione torna a fare paura tanto che in tutte le diocesi da lunedì 21 settembre, i fedeli devono indossare protezioni per bocca e naso durante le funzioni religiose e, per esempio, a feste, cene, matrimoni possono partecipare al massimo 10 persone.
In questo quadro la situazione ovunque è destinata a peggiorare a partire dall'autunno con l'arrivo dei malanni di stagione e quindi è tempo di decisioni importanti. "Il piacere di sciare sì, ma senza apres-ski", ha dichiarato allora Kurz, spiegando che anche le pause ''cibo'' dovranno venire il più possibile all'aperto nel rispetto delle regole anti covid e comunque sempre seduti.
Nelle scuole di sci si raccomanda che la dimensione dei gruppi sia al massimo di dieci persone e che i gruppi non siano misti ma stabili. Inoltre, i test Covid saranno resi disponibili oltre che per il personale del turismo e della ristorazione (già ci sono) anche per i maestri di sci, gli accompagnatori e le guide turistiche. "I numeri di contagio sono troppo alti, dobbiamo fermare la crescita", ha ribadito Kurz in conferenza stampa. E quindi ecco anche il distanziamento di un metro e l'obbligo di mascherina che varrà anche nelle funivie.
Soddisfatto il governatore del Tirolo Günther Platter che ha accolto con favore l'inasprimento delle regole per l'apres-ski spiegando (scrive Orf) che "il tre per cento della popolazione non deve mettere in pericolo il 97 per cento''. D'altronde è ancora fresco il ricordo del disastro avvenuto a Ischgl questo inverno con focolai esplosi proprio per la sottovalutazione del problema sulle piste da sci.