Tagli al sistema accoglienza, i sindacati: ''Così Fugatti crea solo disoccupazione''
Secondo Cgil e Cisl: "Le chiusure dei servizi di Cinformi produrranno almeno il 45 - 50% di disoccupati nel settore". Per Montani Filt Cgil: "La riduzione drastica dell'uso della tessera G nei trasporti ai richiedenti asilo appare sbagliata e controproducente"
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TRENTO. “Un regalo di Natale da parte del presidente Fugatti per tanti lavoratori: disoccupazione e intolleranza”, questa la denuncia che è arrivata da Luigi Diaspro segretario generale Fp Cgil del Trentino e Lamberto Avanzo, segretario Fisascat Cisl. I sindacati puntano il dito sugli effetti che derivano dagli ultimi interventi del presidente della Provincia, Maurizio Fugatti che si sta apprestando a smantellare anche in Trentino il sistema di accoglienza.
“Un sistema – hanno spiegato i sindacati – che in tutti questi anni ha creato un processo virtuoso di concreta presa in carico e integrazione di migranti e richiedenti asilo, gestiti in piccole strutture da operatori professionali”. Secondo una prima analisi, la conseguenza dello smantellamento di questo sistema è il destino di qualche centinaia di lavoratori del settore che, per la maggior parte, saranno lasciati a casa, andando purtroppo ad ingrossare l’esercito dei disoccupati. “Questa conseguenza – spiegano Cgil e Cisl – è ben chiara alla Giunta, che tuttavia non pare preoccuparsene più di tanto. Le chiusure di Cinformi, con il taglio del 50% dei servizi, e del Centro di Marco, la soppressione dei corsi di lingua italiana, del supporto psicologico e di orientamento al lavoro produrranno almeno il 45 - 50% di disoccupati nel settore”.
Il “popolo” di chi perderà il proprio lavoro sarà costituito da giovani in larga parte laureati, con formazione specifica, che difficilmente troveranno riallocazione in altri ambiti delle stesse Cooperative ed Enti spesso costituiti da una decina di dipendenti in tutto. “Fugatti ha preso questa decisione senza alcuna interlocuzione con i sindacati, cui illustrare le misure in cantiere e trovare soluzioni alla perdita di posti di lavoro. Sono state più volte convocate dal Presidente Fugatti Cooperative ed Enti interessati ma non le organizzazioni sindacali delle lavoratrici e dei lavoratori, sui quali ricadono in concreto le conseguenze dei provvedimenti annunciati”.
I sindacati respingono con forza “Un atteggiamento gravemente lesivo della dignità di questi lavoratori”, e chiedono di concertare misure concrete e urgenti per la prosecuzione dei rapporti di lavoro. Per questo motivo Fp Cgil e Fisascat Cisl del Trentino hanno organizzato un presidio per giovedì 27 dicembre dalle ore 10 in piazza Dante sotto il Palazzo della Provincia, cui parteciperanno i lavoratori interessati e cui sono invitati cittadini e soggetti della società civile che condividono un’idea di governo del fenomeno migratorio diversa da quello sancita con il Decreto Sicurezza, cui sta a cuore un sistema di accoglienza basato sull’integrazione capace di prevenire tensioni e conflitti sociali, che si oppongono a scelte politiche che sul territorio producono disoccupazione e precarietà del lavoro giovanile.
Ad intervenire è anche la Filt Cgil Trentino Stefano Montani. “Ridurre drasticamente il progetto di accoglienza eliminando corsi di lingua e cultura italiana, tirocini e riducendo l'attività di Cinformi scaricando il peso di tutte le incombenze burocratiche obbligatoriamente richieste ai profughi agli Enti locali - ha affermato - segna un cambio di direzione poco lungimirante”.
In tema di trasporto pubblico locale, spiega ancora il sindacalista della Cgil “l'iniziativa di ridurre in maniera drastica l'uso della tessera G ai richiedenti asilo appare sbagliata e controproducente. Sbagliata perché anziché gestire il fenomeno dell'immigrazione con raziocinio, va verso un ulteriore limitazione all'integrazione (ed al vero significato del presepe tanto caro alla Giunta provinciale) e perché fa ricadere su capotreno, autista e controllore le conseguenze negative di questa decisione che farà solamente aumentare le difficoltà degli operatori del settore e pare fatta apposta per ingigantire la percezione di insicurezza, così da poter giustificare la presenza di guardie giurate a bordo dei mezzi pubblici”.