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Il digiuno intermittente funziona? La risposta è ''no''. Meglio concentrarsi sul 'quanto' invece che sul 'quando'

DAL BLOG
Di Wellbelab - 16 April 2024

di Di Paolo Lupo – biologo nutrizionista

 

La pratica del digiuno intermittente si è diffusa negli ultimi anni come strumento per il controllo del peso attraverso la riduzione dell’introito calorico attraverso regole fisse nell’orario dei pasti. Oggi uno studio pubblicato sul Journal of the American Heart Association mette l’accento sui dubbi coltivati da molti circa l’efficacia sul lungo periodo di questa pratica. Condotto su 550 persone seguite per 6 anni, si concentra sugli orari di assunzione del cibo, alla base della strategia del “intermittent fasting”.

 

I risultati sono netti. Non si è realizzata nessuna associazione statisticamente significativa tra l’orario dei pasti e la riduzione del peso nei partecipanti. Nel dettaglio, non è emersa nessuna differenza tangibile in base all’orario di assunzione del cibo. Nessun effetto nemmeno tenendo conto del tempo trascorso tra il primo e l’ultimo pasto. Neppure il tempo intercorso tra il risveglio e il primo pasto gioca un ruolo, così come quello tra l’ultimo pasto e l’addormentamento.

 

“Nonostante i modelli alimentari basati sul digiuno intermittente siano di moda e talvolta rigorosamente progettati - dichiara Wendy L. Bennett, docente di Medicina presso la Johns Hopkins University School of Medicine di Baltimora e a capo dello studio – non è emerso che limitare la finestra alimentare totale durante il giorno aiuti a controllare il peso”. In sostanza, appaiono molto sopravvalutati i protocolli stringenti basati sulla distribuzione temporale dell’assunzione di cibo nel corso della giornata se si considera il periodo del follow-up durato 6 anni.

 

Se l’obiettivo è il percorso verso un peso corretto, sembra tornare ad essere più efficace la strategia dietetica del taglio calorico, con abbondanti frutta e verdura, cereali, pesce e pochi alimenti di origine animale. Insomma, meglio concentrarsi sul “quanto” che sul “quando” mangiare. Certo è che la certezza scientifica sul funzionamento del corpo umano non può essere assoggettata alla tempistica dettata dalla “moda”: la produzione ormonale (insulina per prima) segue ritmi con orari determinati, conosciuti e studiati da lungo tempo.

 

La buona notizia per noi? Che sembrerebbe che ancora una volta la nostra dieta mediterranea, dichiarata dall’Unesco patrimonio immateriale dell’umanità, si adatti al meglio alle esigenze nutritive del corpo umano. Anche a dispetto delle mode.

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