I disturbi del sonno colpiscono molte più persone di quanto si pensi e costano (non poco) alla società
di Azelio De Santa, Medico Specialista in Medicina preventiva e del lavoro, Esperto in disturbi respiratori del sonno, Socio Ass. Italiana Medicina del sonno
I disturbi del sonno sono molto più diffusi di quanto comunemente si ritenga non solo da parte dell’opinione comune ma anche di gran parte dei medici. Fra i 70 diversi disturbi del sonno classificati a livello internazionale, i disturbi più diffusi sono costituiti dall’insonnia cronica e dai disturbi respiratori del sonno, meglio conosciuti come apnee notturne.
Si stima che in Italia 2,6 milioni di persone adulte soffrano di insonnia cronica e che questo comporti una riduzione della loro produttività con un impatto sul PIL pari a 15,3 miliardi all’anno. A questi ultimi si somma una serie di costi intangibili stimati vicini agli 11 miliardi.
Per quanto riguarda le apnee notturne, le stime sono ancora più severe. Uno studio dell’Università Bocconi (2019) ha analizzato la diffusione del disturbo e ha cercato di quantificarne i costi sia a livello individuale che collettivo. Da una revisione della letteratura e secondo il parere di esperti, la Bocconi ha stimato un numero superiore a 12 milioni di pazienti adulti con apnee del sonno di entità moderata-grave in Italia (27% della popolazione adulta). Ha stimato inoltre che solo 460.000 pazienti di grado moderato-grave vengono diagnosticati (4% dei casi stimati) e 230.000 sottoposti a terapia (2% dei casi stimati). Per valutare l’impatto economico delle apnee notturne, nello stesso studio sono state incluse 22 condizioni cliniche (ad esempio il diabete) e non cliniche (ad esempio gli incidenti automobilistici) significativamente associate alle apnee notturne.
I risultati dello studio suggeriscono che l’onere economico dovuto alle condizioni associate alle apnee notturne in Italia è pari a circa 31 miliardi di euro all’anno, circa 520 euro per residente italiano. I principali fattori di onere economico sono i costi sanitari diretti, che rappresentano il 60% del costo totale, seguiti dai costi indiretti dovuti alla morbilità (36%) e dai costi diretti non sanitari (4%). Le perdite di produttività dovute a morte prematura per tutte le cause legate alle apnee notturne ammontano a oltre 17 milioni di euro all'anno, circa 1.570 euro per paziente deceduto. Lo studio sottolinea inoltre il costo per la società della compromissione della qualità della vita dovuta al sotto-trattamento dell’OSAS che ammonta a circa 9 miliardi di euro in un anno.
Lo studio si conclude con questa affermazione: “Si raccomandano tassi di diagnosi e percorsi clinici più appropriati per i pazienti con apnee notturne, in particolare per lo stadio moderato-grave, al fine di ridurre il peso clinico ed economico della malattia.”
In conclusione, osservo che diverse indagini condotte in Australia, Canada, USA e Germania indicano che i costi diretti ed indiretti dei disturbi del sonno sono collocabili fra 1 e 3 % del PIL di ciascun Paese. Se applicato all’Italia, questo intervallo ammonterebbe a 20 - 60 miliardi di euro all’anno. L’Associazione Italiana Pazienti con Apnee del Sonno (AIPAS) propone un incontro pubblico diretto alla cittadinanza che ha lo scopo di diffondere la conoscenza dei più diffusi disturbi del sonno. L’incontro pubblico (gratuito) si svolgerà a Trento sabato 13 aprile alla Fondazione Demarchi in Piazza santa Maria Maggiore 7 con inizio alle 9,30.