Scalarità della produzione e struttura che faciliti la raccolta dei robot di fragole e mirtilli
Laureato in Scienze Agrarie all'Università di Padova, dal 1961 al 1994 è stato docente all'Istituto Agrario di San Michele
“Miglioramento genetico per ottimizzare uomini e robot” è il titolo di un’intervista rilasciata da Luciano Mattivi al quotidiano on-line Italian Berry.
Parlando nella duplice veste di coltivatore professionale di fragole e piccoli frutti e di presidente della cooperativa trentino-veronese Aurora Fruit, l’intervistato parte dalla previsione che entro tempi brevi verrà a mancare la manodopera da impiegare nella raccolta e si dovrà fare ricorso a macchine raccoglitrici.
E’ quindi necessario creare varietà che rispondano a due requisiti: scalarità della produzione e struttura che faciliti la raccolta. Senza dimenticare o mettere in subordine conservabilità, gusto, salubrità e caratteristiche merceologiche dei frutti.
In Trentino a occuparsi di genetica finalizzata al miglioramento varietale sono alcuni produttori singoli, la Cooperativa Sant’Orsola e la Fondazione Mach.
La situazione descritta da Mattivi suggerisce una domanda: perché non si mettono insieme i diversi operatori per perseguire obiettivi che interessano l’intero comparto delle fragole e dei piccoli frutti di montagna?