Perché quest’anno si trovano più zecche del solito nei prati o vicino ai boschi? Ma non tutte trasmettono malattie
Laureato in Scienze Agrarie all'Università di Padova, dal 1961 al 1994 è stato docente all'Istituto Agrario di San Michele
Perché quest’anno si trovano più zecche del solito nei prati o vicino ai boschi? Risponde Annapaola Rizzoli della Fondazione Mach che si occupa di zecche o di malattie trasmesse all’uomo e agli animali dalla metà degli anni ’80.
Sembra che ce ne siano di più perché le variazioni di temperatura e di umidità frequenti nel mese di maggio le hanno costrette a muoversi in massa alla ricerca di soggetti da pungere.
In pratica le zecche erano più affamate. Il rinvenimento di una o più zecche su parti del corpo non significa trasmissione certa di malattia: borelliosi o malattia di Lime e encefalite virale.
Togliere al più presto dal corpo lo stiletto boccale dà maggiore garanzia. Ma va tenuto presente che a trasmettere la malattia sono solo le zecche portatrici del batterio e del virus.
Sono portatrici del batterio che causa la borreliosi il 10% delle zecche. Il dato scende a 0,01% per il virus dell’encefalite. Il numero di zecche infette non cambia molto da una stagione all’altra. Un aumento c’è stato lo scorso anno perché nel 2017 c’erano molti più topi portatori di agenti patogeni.
L’aumento di topi è stato attribuito alla maggiore presenza di semi di faggio dei quali i topi selvatici si cibano. Ultima informazione: il vaccino protegge dall’encefalite virale, non dalla borreliosi.