Acaro eriofide declassa i frutti di mora
Laureato in Scienze Agrarie all'Università di Padova, dal 1961 al 1994 è stato docente all'Istituto Agrario di San Michele
Un acaro eriofide sta arrecando danni ai frutti della mora coltivata in Trentino su circa 30 ettari di superficie protetta. L’acaro è talmente piccolo da richiedere per essere individuato il ricorso allo stereomicroscopio anziché alla consueta lente contafili usata dagli agricoltori in campagna.
A seguito delle punture causate dall’eriofide, le drupe delle more rimangono rosse e non riescono a colorasi di nero in maniera totale e omogenea. Quindi perdono il valore commerciale.
A segnalare il fatto è stato per primo Luciano Mattivi, produttore di fragole e piccoli frutti di Miola di Pinè e presidente della cooperativa Aurorafruit.
Egli fa presente che trattamenti ripetuti con polisolfuro di calcio alla dose di 3 Kg. /ettolitro hanno ottenuto risultati molto positivi in prove condotte con esperti della Fondazione Mach. Il prodotto commerciale denominato Polisolfuro di calcio Poliseno non si può più impiegare legalmente come acaricida, ma semmai solo come anticrittogamico su diverse colture da frutto ma non su more.
L’estensione del campo di impiego alle more deve essere chiesto dalla ditta produttrice. L’Ufficio fitosanitario si impegna a motivare e sostenere la richiesta di deroga per motivi eccezionali. L’accoglimento sarebbe più probabile se la sollecitazione alla ditta produttrice, peraltro dichiaratamente disposta a presentare l’istanza, fossero tutti i produttori di settore che operano in Trentino.