Il valore delle parole: le “mani” che rappresentano la nostra capacità di amare.
Mani che afferrano oppure si aprono,
mani che sfiorano oppure accarezzano,
mani che lasciano e che lasciano andare...
Qualche anno fa, ho frequentato un corso qualificato di “massaggio base”; una passione, la mia, in linea con la cura e il prendersi cura dell'altro, dell'Anima.
Ricordo che stavo attraversando un momento difficile ma ero comunque decisa a concludere quel percorso. Così, una sera, in un momento di esercitazione del massaggio, mentre le mie mani scivolavano sopra al corpo di una compagna di studio, tutto quello scorrere “dentro” di me aveva portato “fuori” il dolore che stavo trattenendo. Tutte le lacrime che avrei voluto conservare avevano deciso di uscire e di andarsene via: ho pianto. Quanto ho pianto! E quanto ho appreso da quella situazione... Da allora, ho iniziato a fare tesoro del “tocco” e del “potere che risiede nelle nostre mani,” perché esse possono prendere, possono lasciare andare e possono donare quello che abbiamo dentro di noi.
Le mani rappresentano la nostra capacità di amare, di muoverci verso l'altro che è fuori di noi. Come scrivevo nel libro La forza di una madre (Edizioni del Faro) tutto quello che c'è dentro, nel cuore, esce dalle nostre mani: se il cuore racchiude l'amore, dalle mani uscirà amore. Se il cuore conserva rabbia oppure odio, dalle mani usciranno inevitabilmente quei sentimenti negativi, se non distruttivi.
Il potere che risiede nelle nostre mani si chiama cura ed è utile prenderne atto, per rendersi conto delle tante cose belle e buone che si possono fare: accarezzare, disegnare, toccare, donare, scrivere belle parole oppure lettere d'amore, piantare un albero,...
… Perché in fondo siamo energia. E ogni “tocco” è un dare e un ricevere spirituale, non solo materiale. Anche se non ci facciamo caso.
Uno dei primi sensi che si sviluppa quando si nasce è il “tatto”. Gli occhi non vedono e la bocca non parla. Ma la pelle “sente” il buono o il cattivo, al di là della voce.
Attraverso le nostre mani possiamo sentire tutto: la consistenza degli oggetti, la temperatura di un corpo, il peso di un attrezzo e, se vi prestiamo la giusta attenzione, possiamo percepire lo stato d'animo dell'altro. Grazie all'ascolto silenzioso. Così, in un abbraccio possiamo capire di quanta forza o di quanta leggerezza l'altro abbia bisogno; in un massaggio possiamo scoprire l'energia che fluisce nell'altro; in una mano tenuta stretta fra le nostre, possiamo accogliere il dolore altrui, per alleviarlo; con una carezza possiamo regalare un tocco di calma e di speranza; con le mani aperte possiamo ricevere un dono oppure portarlo.
E allora penso che ci vorrebbe un corso di “tocchi silenziosi”, sin dall'infanzia, in tutte le scuole. Per non perdere la capacità del sentire che viene donata a ogni nascita. Per imparare l'ascolto proprio e dell'altro. Per imparare a conoscersi e a riconoscersi. Per dare valore a quella voce silenziosa che è racchiusa dentro di noi e che spinge a far fiorire la propria unicità. Per imparare il linguaggio “sotto pelle”, che avviene quando ci teniamo per mano. Per ricordarci di restare uniti.
Un abbraccio e una carezza,
Sara Conci