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'L‘unico batterio di Salmonella buono,è un batterio di Salmonella morto' o forse no: iniziata in Sud Corea una sperimentazione per combattere il cancro

Dai biologi Jung-Joon Min e Joon Haeng Rhee alla manipolazione genetica, dai batteri alle nuove frontiere per combattere le cellule tumorali
DAL BLOG
Di Open Wet Lab - 09 marzo 2017

Siamo un'associazione di giovani studenti o ex-studenti, impegnati nella divulgazione scientifica. La wet biology è l'attività di ricerca che si fa in laboratorio e a noi piace mettere le mani in pasta

Quasi tutti hanno sentito parlare della salmonella, e molti hanno contratto la malattia, con quelle fastidiose nausee e i forti dolori allo stomaco. È causata dall’infezione di batteri (del genere Salmonella appunto) che si possono assumere per lo più tramite carne o pesce poco cotti o mal conservati. Oltretutto è contagiosa.

 

Ma non tutto il male vien per nuocere. I ricercatori della Chonnam National University di Gwangju in Corea del Sud, infatti, hanno pensato di sfruttare questo organismo nella lotta contro il cancro. Prima che l'articolo si trasformi in 'Prendi la Salmonella e guarisci dal cancro', ci tengo a sottolineare che l’intero procedimento è ancora in fase di sperimentazione sui topi e non si procederà alla sperimentazione umana  per ancora qualche tempo.

 

L’idea nasce da una semplice successione di considerazioni: il nostro sistema immunitario riconosce molto più facilmente i batteri (in quanto corpi estranei) rispetto alle cellule tumorali (corpi interni divenuti dannosi). Inoltre, molti batteri trovano il loro ambiente ideale in tessuti necrotici o con scarsità di ossigeno, e generalmente le parti più  profonde delle masse tumorali  possiedono queste caratteristiche.

 

I biologi Jung-Joon Min e Joon Haeng Rhee, a capo del team che sta svolgendo queste ricerche e i cui risultati preliminari sono stati pubblicati ad inizio febbraio sulla rivista scientifica Science, hanno pensato che, se si infettassero le cellule tumorali con un batterio, questo provocherebbe un innalzamento della risposta del sistema immunitario. Questo sarebbe quindi in grado di eliminare il batterio e, di conseguenza, avere un effetto sul cancro più potente del normale. Tale metodo è giá stato tentato in passato e spesso si sono verificate delle complicazioni anche dovute alla patogenicitá del batterio stesso.

 

Per questo motivo, è stato deciso di utilizzare un ceppo inoffensivo chiamato, Salmonella Typhimurium, successivamente geneticamente modificato di modo da permettergli di produrre una particolare proteina (FlaB) proveniente da un altro batterio, la quale aumenta notevolmente la risposta del sistema immunitario. Test clinici sono stati eseguiti sui topi, utilizzando sia batteri modificati che non, e naturalmente anche un gruppo di controllo nel quale non è stato inserito alcun batterio. Dopo 120 giorni si sono notati importanti risultati. Il gruppo trattato con il batterio modificato mostrava riduzione della massa tumorale fino, per alcuni, alla totale eliminazione del tumore stesso. I topi negli altri due, d’altro canto, presentavano in grandissima parte metastasi (stadio avanzato del cancro in cui questo si propaga in tessuti dell’organismo lontani dalla sua origine) ed alcuni erano morti.

 

I test sono ancora in corso, ma si può cominciare a parlare sicuramente di uno studio importante, che potrebbe modificare e portare nuove prospettive nella terapia contro il cancro. Il tutto sottolineando nuovamente (quasi ce ne fosse bisogno) l’importanza della manipolazione genetica, e fornendo anche un aspetto più apprezzabile ad alcuni di questi piccoli esseri, i batteri, con i quali senza accorgercene condividiamo ogni singolo aspetto della nostra vita.

 

Fonti: http://www.sciencemag.org/news/2017/02/scientists-turn-food-poisoning-microbe-powerful-cancer-fighter

 

(di Emanuele Cattani)

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