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Cesare Battisti, 'alto traditore'? E Tomas Masaryk? E tutti gli altri?

DAL BLOG
Di Nicola Zoller - 13 febbraio 2025

Socialista dal 17° anno d'età, continua a dedicarsi allo studio del pensiero progressista e democratico

Nel 150esimo anniversario della nascita di Cesare Battisti (4 febbraio 1875) mi venga permessa una considerazione basilare a proposito di quella storica figura risorgimentale e socialista, sulla quale in Trentino Alto Adige rimangono ancora valutazioni divergenti. 

 

Battisti promosse un socialismo che riuniva in sé gli ideali della socialdemocrazia mitteleuropea e quelli mazziniani, la lotta per l'autonomia dall'Austria e i valori risorgimentali. Ideali ed esperienze che al culmine del suo percorso umano egli trasferì nella scelta di farsi soldato per liberare le nazionalità oppresse dell’impero austro-ungarico, al pari di Tomáš Masaryk – parlamentare a Vienna come Battisti – che fondò la legione cecoslovacca, con decine di migliaia di combattenti contro l’Austria-Ungheria, schierati anche sul fronte italiano: diventerà primo presidente della repubblica cecoslovacca nata il 14 novembre 1918.

 

Diverso e tragico fu il destino di Battisti: finì impiccato dagli austro-ungarici, bollato di alto tradimento. Perché mai analogo termine non venne mai usato per Masaryk? In realtà storici di parti opposte hanno spiegato che il termine tradimento non ha senso. Claus Gatterer, lo storico sudtirolese che ha voluto far conoscere Battisti all’opinione pubblica austriaca, ha scritto: "Gli ideali battistiani attingono a due fonti: il Risorgimento italiano e il socialismo d’Austria-Ungheria. In Battisti questi ideali si erano pienamente fusi. Rappresentavano le direttrici per una vita e per un’opera di rara coerenza": possiamo ritenere che tali parole, per la fonte da cui giungono, siano chiare per tutti.

 

Altrettanto precisa resta la testimonianza della storica italiana Maria Garbari: “Tutte le nazionalità costituenti l’impero austroungarico – oltre ad austriaci e ungheresi, c’erano cechi, slovacchi, polacchi, ucraini, sloveni, croati e serbi, rumeni, italiani e ladini – stavano perdendo la speranza di poter tutelare la loro identità in uno Stato realmente federale. La guerra, anziché creare la solidarietà fra quei popoli, contribuì allo sfascio dei possedimenti asburgici. La lotta in difesa della propria nazionalità, combattuta magari con l’espatrio, la diserzione, il passaggio al campo opposto fu un tradimento? Ma allora l’intera Europa pullulava di traditori cechi, slovacchi, croati, polacchi, romeni, italiani…”. Anche il leader sudtirolese Silvius Magnago ha spiegato a tutti: “Cesare Battisti fu un uomo che sacrificò la vita per i suoi ideali e dunque è degno della stima anche di coloro che come gli austriaci lo condannarono a morte”.

 

Ho inserito queste considerazioni in una mia recente ricerca “Quaranta storie”, nel capitolo intitolato “La Prima guerra mondiale era imprevedibile?”. Considerazioni in una ricerca di nicchia, che però grazie ai media regionali di ampia diffusione possono essere riproposte alla nostra comunità regionale per una condivisione più ampia e convinta dell’opera battistiana.

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