Marcel Duchamp e Rrose Sélavy: due nomi per il maschile e il femminile che c'è in ognuno di noi
Pittore, i suoi lavori sono presenti in molti paesi europei, in Giappone, Cina, Brasile, Stati Uniti e Russia. Ha al suo attivo installazioni, attività didattiche, scenografie, performance musicali, illustrazioni per bambini e per adulti.
Marcel Duchamp (presente in tutti i musei del mondo per la sua non-scultura: Fontana / orinatorio) e Rrose Sélavy, nome che curiosamente e volutamente suona come il francese “Eros, c'est la vie” (cioè “Amore, questa è la vita”) o anche “Arroser la vie” (cioè “Brindare alla vita”) erano la stessa persona.
Semplicemente l'uno il nome vero di Marcel, l'altro uno dei suoi pseudonimi forse escogitato per confondere o confondersi, per marcare il suo lato femminile. Volenti o nolenti, chi più in un lato chi più nell'altro, ma mai univocamente di qua o di là a mio avviso, noi tutti abbiamo un lato maschile, esuberante, esplosivo, centrifugo, approssimativo, a volte demente; e un lato femminile, intimo, protettivo, catalizzante, sensuale, centripeto ma fortemente brioso, a volte demente.
Questo quadro di Felice Casorati, Ragazza a Pavarolo (collezione Mart) parla di un qualsiasi essere umano, uomo o donna che sia, impegnato nel suo vivere intensamente l'attimo.
Attimo che mentre lo si onora è già sfuggito, volato via, come l'ultimo nostro folle amore.