L'arte, il corpo è una cassa di risonanza che comprende la comunicazione non verbale
Pittore, i suoi lavori sono presenti in molti paesi europei, in Giappone, Cina, Brasile, Stati Uniti e Russia. Ha al suo attivo installazioni, attività didattiche, scenografie, performance musicali, illustrazioni per bambini e per adulti.
Albert Mehrabian sostiene che la comunicazione è verbale (parole) solo per il 7%, la parte rilevante (55%) è rappresentata dalla comunicazione non verbale (la postura, il gesticolare, l’espressione facciale), e da quella paraverbale (volume, tono e ritmo della voce) per il rimanente 38%.
Questo altro significa che la comunicazione passa attraverso mezzi che solo in piccola parte possiamo controllare. Mi chiedo come faccia invece un dipinto o una foto a trasmettere fisicamente l'interesse per un corpo che evidentemente non è reale.
È come se l'azione del pennello intinto nel colore riuscisse a trasferire anche una sorta di corporalità (o un ricordo della stessa?) chiamerei il fenomeno banalmente: vibrazione.
La mia ipotesi, da semplice pittore, è che il colore (che è fisicamente un'onda con determinata frequenza) associato al segno, metta in risonanza, come fossimo un violoncello o una chitarra, qualcosa nel nostro cervello o direttamente nel nostro corpo fisico: fungiamo essenzialmente da cassa di risonanza.
Certo prima di tutto deve entrare in questo stato (si direbbe in “simpatia” acustica e aggiungo cromatica) chi lo dipinge e poi ci deve entrare chi guarda il suo lavoro. Qui Egon Schiele, autore del sublime acquerello, vibrava senz'altro ed il fremito, limpido, travolge attraverso lo schermo anche qualcuno di noi.