Raggiunta la 50esima firma all'Onu, il mondo festeggia il Trattato di proibizione delle armi nucleari. Vieterà utilizzo, possesso e produzione
Presidente del Forum Trentino per la pace e i diritti umani
Il mondo è talmente impegnato a fare i conti con la pandemia che una importantissima notizia rischia di passare quasi inosservata: il 24 ottobre 2020, il Trattato delle Nazioni Unite di proibizione delle armi nucleari ha raggiunto i 50 Stati firmatari richiesti per la sua entrata in vigore, dopo che l’Honduras l’ha ratificato appena un giorno dopo che la Giamaica e Nauru hanno presentato le loro ratifiche. Tra 90 giorni, il trattato entrerà in vigore, ratificando un divieto categorico delle armi nucleari, 75 anni dopo il loro primo utilizzo.
Si tratta di una pietra miliare storica. Finora le armi nucleari erano le uniche armi di distruzione di massa non vietate dal diritto internazionale. Ora, il Trattato rende illegale per i paesi che lo firmano permettere qualsiasi violazione nella loro giurisdizione e rafforza la posizione internazionale contro le armi nucleari perché si tratta del primo strumento legale che le vieta esplicitamente.
Il trattato entrerà in vigore il 22 gennaio 2021 e impedirà specificamente l’uso, lo sviluppo, i test, la produzione, la fabbricazione, l’acquisizione, il possesso, l’immagazzinamento, il trasferimento, la ricezione, la minaccia di usare, lo stazionamento, l’installazione o il dispiegamento di armi nucleari. Oggi dunque si concretizza un nuovo passo verso la totale eliminazione dalla faccia della terra delle armi più distruttive mai costruite dall’umanità: con la cinquantesima ratifica e la conseguente entrata in vigore il Trattato TPNW diventa infatti la prima legge internazionale vincolante, per chi ha firmato e ratificato, contro questi sistemi d’arma.
Il Forumpace in questi anni ha partecipato alle mobilitazioni internazionali coordinate in Italia dalla Rete Italiana Pace e Disarmo e Senzatomica. Il risultato ottenuto infatti è stato possibile grazie allo sforzo della società civile italiana e internazionale. Questo splendido risultato non è un arrivo ma ci consente di ripartire con ancora maggiore determinazione; ancora molti sono gli stati che non hanno aderito al trattato e tra questi ci sono le grandi potenze nucleari mondiali (Stati Uniti, Russia, Regno Unito, Francia, Cina, Israele, India, Pakistan e Corea del Nord) e gli stati parte di alleanze militari che includono la deterrenza nucleare quali quasi tutti gli Stati della Nato (tra i quali l’Italia).
Ecco perché anche noi saremo a fianco della Rete Italiana Pace e Disarmo e di Senzatomica nel cercare un rafforzamento della mobilitazione “Italia, ripensaci” che già dal 2017 punta a far cambiare idea a Governo e politica italiani finora rimasti fuori, per scelta, da questo percorso di disarmo nucleare. Riteniamo che l’Italia dovrebbe liberarsi dalle pressioni ed indicazioni provenienti dalla Nato e dagli Stati Uniti, che mirano a tenerla sotto il loro ombrello nucleare. Non dobbiamo dimenticare che nel nostro Paese sono presenti circa 50 testate nucleari statunitensi (nelle basi di Ghedi ed Aviano).
Facciamo appello dunque a tutte le forze politiche e a tutti i cittadini e cittadine che hanno a cuore il futuro dell’umanità: l’Italia cambi la propria posizione e contribuisca a rendere obsolete e inaccettabili le armi nucleari, riconvertendo le ingenti somme che ogni anno vengono spese per costruirle e mantenerle ad usi più utili per l’umanità come il contrasto al cambiamento climatico, alla pandemia, alla povertà.