Un manifesto paradisiaco alla Milano Fashion Week con la collezione Marco Rambaldi
Figura poliedrica , tra le tante cose è produttore discografico e di eventi, attore, fotomodello, influencer
Al tramonto del sublime
io e te saremo uniti,
il nostro destino non più ci opprime,
accogliamo i balzi dell’animo arditi.
Gli Oracoli sono morti,
le Dee sono arrivate.
Solo la luce nei tuoi occhi nutre le nostre anime affamate.
Avvolti nel desiderio che nella parola si manifesta, narrati e mai raccontati.
Noi cristalli dalla dubbia provenienza,
di mistero e magia impregnati.
Rivendichiamo lo spazio nel nostro cuore, nell’oscurità che lo stringe,
vaga nella speranza del suo adulatore
e dall’ombra della Luna attinge.
Viviamo di Verità,
è questo il giorno.
Contro ogni ipocrisia e banalità, costruiamo il nostro paradisiaco mondo.
Questo è un manifesto sul futuro che bramiamo, il nostro mondo paradisiaco terrestre. È un insieme di simbologie, di religioni, di portafortuna, di cliché italiani a cui le persone si aggrappano per correre incontro ad un sogno, un futuro apparentemente utopico ma che la donna Rambaldi vive ormai nel suo animo.
Tutto questo diventa palese all’interno della collezione Marco Rambaldi Fall/Winter 21/22: iconici cornetti portafortuna vengono lavorati in maglieria, tono su tono, in punto pizzo con il filo di mohair; simboli religiosi quali il rosario e gli angeli, vengono mixati con emblemi di una mitologia antica come il serpente, i demoni e le sirene, sotto forma di stampa sul tessuto di viscosa e sul tulle contenitivo entrambi frutto di riciclo. Vengono inoltre rappresentati ad intarsio e jacquard sulla maglieria.
A Bologna esiste un luogo senza tempo, una “fotografia vivente” di un futuro mai avvenuto: è “L’esprit Nouveau” di Le Corbusier, la casa che l’architetto, nella Parigi del 1925, aveva costruito immaginando l’abitazione ideale degli allora lontani anni 2000.
La sua struttura originale è andata ormai distrutta ma, nel 1977, due architetti bolognesi hanno deciso di ricostruirla fedelmente nella loro città e ad oggi ne rappresenta l’unico esemplare esistente al mondo. Ormai abbandonata, è diventata la location del cortometraggio.
La sostenibilità e il progresso sono cardini fondamentali del brand Marco Rambaldi e in questa collezione, più di ogni altra in passato, c’è stata un’attenzione globale per ogni scelta dei materiali impiegati. Fondamentale è poter riutilizzare materiali fermi in magazzino donandogli nuova vita, un modus operandi sempre mantenuto a partire dai filati della maglieria, gli uncinetti ed i tessuti stampati. Ora, grazie al fondamentale contributo di Colombo, abbiamo esteso questa filosofia ad altri tessuti presenti in collezione, in particolare viscose certificate FSC.
La collaborazione con il gruppo Marzotto Lab ha permesso poi di riutilizzare materiali fermi a magazzino, in particolare con Tessuti di Sondrio e con Redaelli per i velluti presenti in collezione, si tratta di particolari tessuti lavorati direzionando il pelo del velluto come fosse cavallino e stampati animalier.
Elementi / famiglie in collezione:
- Tute anni Settanta realizzate però in maglia calata con mix di colori e mix di fili tecnici e ciniglia
- Maglia in lana grossa lavorata con mix di coste e punzonature su forme iper femminili
- Viscosa in maglia leggera con mano crêpe quasi tecnica per camicie, top, abiti
- Velluto animalier: serpente o zebrato stampato su velluto lavorato come fosse cavallino
- Velluto verde lime, colore molto forte, volutamente molesto, che si mixa con il fetish animalier
- Tessuto goffrato lurex color bronzo in semi-trasparenza per abiti e top
- Tessuto in fil coupè color lime con disegno a cuori composto da viscosa certificata FSC
- Patchwork, riuso dei materiali di passate collezioni fermi a magazzino
- L’evergreen del cuore, simbolo del brand, lo ritroviamo lavorato con il filato di mohair nel classico arcobaleno ed a jacquard sulla maglieria pesante, con fili fluttuanti nelle tonalità del rosa e del lilla.
“Faremo l’amore ognuno come gli va“ (Lucio Dalla)