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Voto contro l'orso in Val di Non, è un flop nonostante le urne aperte per 13 giorni: i trentini sono meno cattivi di come vengono dipinti ma chiedono (giuste) risposte alla politica

DAL BLOG
Di Luca Pianesi - 09 December 2024

Direttore de il Dolomiti

Seguendo il ragionamento dei rurali più ''cattivisti'', quelli ''o noi o gli orsi'', non essendo stato nemmeno raggiunto il quorum la questione dovrebbe chiudersi qui. In Val di Non oltre il 50% degli abitanti non è andato a votare alla consultazione popolare per dire ''no'' a lupi e orsi. Quindi la maggioranza della popolazione non ritiene ''che la presenza dei grandi carnivori quali orsi e lupi - questo era il quesito sottoposto a voto - in zone densamente antropizzate come la Val di Non, sia un grave pericolo per la sicurezza pubblica ed un danno per l'economia e la salvaguardia di usi, costumi e tradizioni locali''. 

 

E dire che ci troviamo nel territorio più coinvolto nel progetto di reintroduzione dei plantigradi in Trentino, assieme alla Val di Sole dove qualche settimana fa la popolazione si era espressa sulla stessa questione con un risultato del 63% di votanti. In quel caso si era ''gridato'' al successo, ''ora basta si segua la volontà popolare'', ''via gli orsi e tutti i grandi carnivori''. Noi avevamo già spiegato che il 63% era poco, pochissimo, nella valle che mediaticamente viene raccontata come ostaggio degli orsi. Una valle dove ci si aspettava un vero plebiscito in una consultazione (perché di questo si tratta e non di referendum) popolare a senso unico con un'affluenza del 90%, una mobilitazione di massa. E invece a votare c'erano andate 7.731 persone (con anche 111 di queste che avevano deliberatamente votato a favore dell'orso) per un territorio che vede 12.477 aventi diritto al voto.

 

Aggiungevamo anche che se quello era il risultato ottenuto in Val di Sole figurarsi ad estendere la consultazione al resto del Trentino o magari al resto del Paese. Con quasi matematica certezza si verificherebbe un plebiscito, qui sì, per chiedere di lavorare alla convivenza uomo-orsi, per chiedere al Trentino di investire risorse vere e attuare finalmente politiche serie al riguardo (e in questo senso va spezzata una lancia a favore dell'assessore Failoni che in confronto a chi l'ha preceduto, l'assessora Zanotelli, sta cercando di affrontare l'argomento con serietà dando ascolto a tecnici ed allargando lo spettro del confronto, riprendendo il filo che era stato teso dalle precedenti amministrazioni di centrosinistra tagliato poi, per 5 anni dalla prima giunta Fugatti, causando il vuoto e i risultati che tutti conoscono).  

 

In Val di Non, dove già si capiva l'aria che tirava, addirittura si è votato per 13 giorni (dal 25 novembre all'8 dicembre) pur di raschiare il più possibile il barile del consenso. Per partecipare alla consultazione era sufficiente esibire un documento d'identità e non la tessera elettorale e addirittura nel ''decreto del sindaco n. 2/2024 di data 20/11/2024'' di Cles che indiceva la ''consultazione popolare riguardante la presenza di grandi carnivori'' si specificava che ''agli aventi diritto, identificati tramite esibizione di idoneo documento di identificazione o con modalità equipollenti (conoscenza personale del personale addetto), verrà consegnata la scheda con il quesito su cui si svolge la consultazione riprodotto per intero e a caratteri chiaramente leggibili''. Insomma a quanto pare anche la conoscenza personale dell'addetto poteva bastare.

 

Insomma si è fatto l'impossibile per ottenere un risultato almeno simile a quello della Val di Sole e invece è andata male. Fosse stato un referendum il discorso si sarebbe chiuso qui: gli abitanti della Val di Non non ritengono ''orsi e lupi un grave pericolo per la sicurezza pubblica e un danno all'economia''. Importante, invece, è cogliere l'essenza di questi tentativi maldestri di ottenere una sorta di mandato popolare al ''cattivismo'' più becero. I cittadini meritano sicurezza e attenzione. Finché vedranno anche solo un bidone della spazzatura non anti orso nelle zone in cui abitano dovranno chiederne conto alla Provincia di Trento e al loro sindaco che siano di destra, sinistra, sopra o sotto. Questo è l'Abc della convivenza con gli orsi (ma più in generale con gli animali selvatici). Finché ci sarà anche solo un bidone della spazzatura ''aperto'' ad attirarli vicino ai centri abitati si creeranno situazioni di conflitto. 

 

Le misure di prevenzione per ridurre rischi e incontri con i grandi carnivori esistono e sono ben noti. Le risorse per favorire la convivenza ci sono eccome nel ricco Trentino che spende milioni di euro pubblici per concerti che nessuno va a vedere e annuncia mondiali di ciclismo, stadi nuovi, funivie avveniristiche. Si ascoltino, prima, le comunità. Si diano risposte ai cittadini (con o senza consultazioni popolari). 

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