Stallo Giunta, il Pd attacca Fratelli d'Italia e prosegue con la litania che ''a decidere sarà Roma'' dimenticandosi il valore di essere un partito nazionale
Direttore de il Dolomiti
Mentre Fratelli d'Italia continua a restare fermo e a pretendere che i patti vengano rispettati dimostrando che un partito nazionale, quando esiste e sa fare politica, può arrivare a dei risultati concreti e tangibili, il Partito democratico, che sarebbe l'altro partito nazionale ma del fronte opposto, ha scelto la linea della protesta ad oltranza al grido di ''troppe ingerenze romane, allarmi, allarmi''. Forse il Pd sperava in una partenza sprint del Fugatti bis così da scomparire nell'anonimato più assoluto in quattro e quattr'otto e invece non è andata così. La maggioranza litiga e litiga davvero. A un plotone di yes man e yes woman, come nella scorsa legislatura, che rispondevano a Fugatti in tutto e per tutto oggi si aggiunge Francesca Gerosa (inserire anche gli altri eletti trentini di Fratelli d'Italia dopo quanto visto in Regione all'inizio della scorsa settimana è difficile) che si pone a difesa, quantomeno, dei patti pre-elettorali. Una novità per il sistema politico degli ultimi anni in Trentino che non è cosa da poco.
E alla fine la spunteranno lei e il suo partito e chi ha voluto fare l'autonomista (nel senso di pensare all'autonomia sua, come sempre più spesso capita nella politica non solo locale ma internazionale) verrà sconfitto (perché, lo ricordiamo, avere un partito nazionale vero, che tra l'altro governa il Paese, in appoggio agli altri movimenti più territoriali e autonomisti è una grande risorsa per il territorio stesso). E sarà un buon segnale a prescindere dai giorni che ci saranno voluti per arrivarci perché si sarà mostrato a tutti che in democrazia autoritarismi, diktat, uomini soli al comando non vanno da nessuna parte. Non riescono nemmeno a formare una giunta seppur con il 50 e passa di consensi alle spalle. Figurarsi governare. Bisognerà confrontarsi, dibattere, fare quello che non si è fatto la scorsa legislatura, magari anche ascoltare opinioni diverse. Una novità per Fugatti&co ma un plus per tutti gli altri (e si spera anche per la qualità dei provvedimenti, nella scorsa legislatura bocciati a raffica, e per la qualità delle politiche, la scorsa legislatura di una chiusura di orizzonti sconcertante).
E le opposizioni? Il Pd, come dicevamo, pare più attento a colpire Fratelli d'Italia per lo stallo creatosi in giunta che l'attore principale di questa vicenda (che poi sarebbe anche il loro avversario politico), Fugatti. Perché diciamola chiara: la soluzione è sempre stata sotto gli occhi di tutti sin dall'inizio, bastava rispettare il patto e dare la vicepresidenza a Gerosa. Non è stato fatto e quindi impossibile partire con il governo del Trentino se non si rispetta nemmeno il preaccordo elettorale.
Il Partito democratico se la prende con Urzì ''parla di premiare i fedeli - scrivono dal gruppo consigliare - il termine competenza l’hanno da tempo strappato dal dizionario, ed in questa ennesima ipotesi di quadratura del braccio di ferro, a oltre 40 giorni dal voto, dai banchi della minoranza assistiamo ad ulteriori ipotesi di figure che ci verrebbero proposte per il Consiglio. Eppure abbiamo detto con forza che il consiglio non è proprietà della Giunta. Non si illudano che il Partito Democratico del Trentino, sfinito come i trentini da questo spettacolo indecente lasci la guida del consiglio a chiunque''.
''Entreremo nel merito delle garanzie che ci verranno date rispetto alla conduzione, alla organizzazione, alla cifra di autonomia del consiglio e a quella autonomista della figura proposta - aggiungono dal Pd -. Entreremo noi nel merito di questa cifra perché i partiti autonomisti o territoriali della maggioranza proseguono un vergognoso e imbarazzato silenzio di fronte al mercato romano che sta bloccando la composizione della Giunta e l’inizio dei lavori del consiglio. Potranno però rivendicare con soddisfazione di avere contribuito in maniera determinante e colpevole alla prima Giunta della storia del Trentino decisa a Roma e di aver portato un partito nazionalista e centralista alla guida del Trentino e forse anche della Regione. Ma di che stupirsi, il tema non è il governo del Trentino ed il suo futuro, è appunto il pezzetto di potere''.
Insomma la strada scelta è quella, da partito nazionale che non sa più fare il partito nazionale perché anche a livello nazionale non tocca palla, di attaccare il partito nazionale che sa fare il partito nazionale e che a livello nazionale governa. Roma, per fortuna, ci mette becco (e per fortuna ce l'ha messo qualche volta anche negli anni passati) perché ancora questo non è il Fugattistan con buona pace anche di parte delle opposizioni.