Il (finto) referendum contro l'orso non sfonda: nemmeno la Val di Sole è compatta. Ma il territorio merita risposte (dalla politica locale e dalla Provincia)
Direttore de il Dolomiti
Tanto rumore per nulla? Il cosiddetto referendum contro l'orso non ha sfondato. Diciamocela tutta: doveva rappresentare lo sdegno assoluto della comunità più contraria al mondo alla presenza dei plantigradi sul proprio territorio e alla fine ha visto andare a votare 'solo' il 63% degli aventi diritto. Quasi due punti percentuali in meno delle elezioni provinciali di un anno fa, quelle con del calo dell'affluenza alle urne (nel 2018 in Val di Sole aveva votato il 66,64% mentre nel 2023 il 64,9%). E dire che non serviva nemmeno la tessera elettorale per votare.
Insomma il 37% degli abitanti della Val di Sole (più di 1 su 3) hanno deciso di non esprimersi dimostrando che il tema o non interessa (e a questo punto l'immagine di un territorio ostaggio dei grandi carnivori salta completamente) oppure addirittura che non sono infastiditi (e magari sono addirittura d'accordo) con la presenza degli stessi sul territorio. Ovviamente chi è andato a votare è andato per dire ''no'' all'orso (il 98% dei partecipanti ha detto sì alla domanda "Ritieni che la presenza di grandi carnivori quali orsi e lupi, in zone densamente antropizzate come le Valli di Sole, Peio e Rabbi, sia un grave pericolo per la sicurezza pubblica ed un danno per l’economia e la salvaguardia di usi, costumi e tradizioni locali?'') ma se si immaginasse di estendere il voto al resto del Trentino (per non parlare dell'Italia) a questo punto potrebbero emergere delle sorprese.
Per citare Roger Rabbit forse i trentini non sono così ''cattivi'' come li disegnano i media (con una sovra-rappresentazione dei contrari). Perché i votanti della zona più ''incavolata'' del Trentino contro il progetto di reintroduzione dell'orso sulle nostre montagne sono stati 7.731 (con anche 111 persone che hanno deliberatamente votato a favore dell'orso) per un territorio che vedeva 12.477 aventi diritto al voto. Numeri esigui, da circoscrizione cittadina (la somma di Povo e Villazzano tanto per fare un esempio). Insomma se si volesse, in qualche modo, inseguire la logica dei promotori della consultazione popolare della Val di Sole estendendo la 'domanda' al resto della provincia o del Paese si rischierebbe un endorsment clamoroso per gli orsi.
D'altronde la storia insegna. In Svizzera nel 2020 si era provato a dire ''no'' al lupo dopo battaglie mediatiche e di piazza fortissime. I movimenti svizzeri contrari ai predatori erano sicuri di portare a casa una sonora vittoria (che poi avrebbe comunque avuto dei problemi a tradursi in qualcosa di concreto sul piano pratico perché comunque le tutele verso questi animali sono sovranazionali e sull'orso sono ancor più strutturate e importanti). E invece alla fine gli svizzeri avevano detto “no” alla riforma della legge sulla caccia che avrebbe permesso l’abbattimento di lupi anche in via preventiva. L’opinione pubblica si era divisa a metà ma erano prevalsi i sostenitori dei grandi carnivori con il 51,9% dei voti.
Insomma l'unica strada possibile, è evidente, è quella della convivenza. Nel 2024 è doveroso riuscirci. Le comunità della Val di Sole si battano e si arrabbino con la politica (anche della Val di Sole che non li ha rappresentati come avrebbe dovuto in questi anni con il governo centrale della Provincia) perché le forme di convivenza vengano messe in campo per davvero. Chiedano conto del fatto che ancora esistono bidoni della spazzatura non a prova di plantigradi, pretendano una presenza più forte dei forestali, incontri di formazione, spiegazioni, recinti elettrificati, corridoi faunistici, monitoraggio e controllo del territorio. E' di giovedì scorso la notizia che Fugatti e la sua Giunta finanzieranno una rotonda a Folgaria per 1 milione di euro in località Costa.
Pensate quanto prevenzione, programmazione e gestione si potrebbe fare con una ''rotonda'' del genere in tema di grandi carnivori. La Val di Sole merita risorse e risposte. La consultazione è già passato. Ora si vada avanti con politiche vere e concrete.