L'Europa boccia Orban e la sua deriva sovranista e illiberale e il Ppe sceglie da che parte stare
Eletto presidente della Provincia di Trento per la prima volta nel 1999 resta in carica fino al 2012 quando si dimette per entrare poi alla camera dei deputati con la lista Scelta Civica nel 2013
Il voto del Parlamento Europeo contro la svolta antiliberale in Ungheria offre due piccoli spunti di speranza. Il primo riguarda l’idea di Europa. I valori europei di democrazia e libertà non sono un’optional. Sono l’essenza stessa dell’Unione.
Il secondo riguarda la politica. Il Ppe ha votato quasi interamente contro Orban e la sua deriva illiberale e sovranista.
Con l’eccezione degli europarlamentari di Forza Italia. Per carità, le contraddizioni rimangono, ma questo è un segnale importante. La mutazione genetica del Ppe - che sarebbe stata clamorosa nel caso di un allineamento alle posizioni sovraniste - non ha fatto quel passo irreversibile che qualcuno auspicava. Non esiste “popolarismo” senza una barriera invalicabile a destra, come insegnava Degasperi.
A maggior ragione nell’Europa di oggi. Questo fatto dovrebbe insegnare molte cose a molti. Dov’è il posto dei veri popolari nella contesa politica, valoriale e culturale che si sta giocando in Europa, in Italia e anche in Trentino? La risposta è molto chiara: non con la destra antieuropea, antiliberale e sovranista.