A #DestinazioneTrentino: il primo botto non è scoppiato ma la politica ha bisogno di voi, delle vostre idee e proposte per l'Autonomia che cambia
Eletto presidente della Provincia di Trento per la prima volta nel 1999 resta in carica fino al 2012 quando si dimette per entrare poi alla camera dei deputati con la lista Scelta Civica nel 2013
Vorrei dire qualche parola ai giovani che hanno avviato il progetto di “Destinazione Trentino”. Va beh, il primo botto non è scoppiato. Appena ho letto dell’iniziativa lo sospettavo, conoscendo un pochino le cose della politica. E però mi ero iscritto subito all’evento. Mi pareva interessante. Ma non per i due ospiti di eccezione, che pure stimo e considero interlocutori di prim’ordine. Piuttosto perché avevo colto lo spirito dell’iniziativa. Anzi, ne avevo colti tre.
Primo. Un gruppo di giovani impegnati nelle amministrazioni comunali e nella società civile hanno deciso di partire con una proposta di discussione politica aperta e senza rete: nel senso di “rete da pesca”. Vale a dire, senza strumentali fini di bottega o botteguccia.
Secondo. Hanno scelto il tema della Autonomia. Cosa, di questi tempi, non frequente, slogan consumati e garanzie sbandierate in campagna elettorale a parte.
Terzo. Sono giovani amministratori che militano in diverse forze politiche, ma si sono ritrovati su un terreno comune di ricerca e di discussione, senza congetturare nulla in termini di organizzazioni o suggestioni elettoralistiche.
Chi ha voluto attribuire a questa iniziativa valenze banali “di parte” ha sbagliato. Io auspico, invece, che prosegua, perché abbiamo bisogno di molte “seminagioni”. La cultura della semina è diversa da quella del raccolto. Ambedue sono importanti, in politica; certo è che senza la prima non può esistere la seconda.
Lancio però una provocazione: in attesa di riproporre semmai una nuova iniziativa “col botto mediatico” (che pure serve), perché non pensate di lavorare un po’ tra di voi e poi proporre voi una vostra idea di “Autonomia Speciale” del Trentino, declinata con linguaggi, obiettivi e valenze “viste da giovani”? Non parlo dell’ennesimo elenco di “problemi dei giovani”. Parlo di una visione dell’Autonomia e dei suoi attuali e potenziali strumenti che consentano di costruire politiche innovative e risolutive per la nuova “cittadinanza giovanile” nei territori delle città e delle valli alpine.
Parlo di come le nuove generazioni - riagganciandosi alle origini del nostro percorso autonomistico e rileggendolo alla luce dei nuovi paradigmi del nostro tempo di transizione - possono offrire un loro peculiare contributo al rilancio di una idea comunitaria e progressiva dell’Autonomia Speciale, anzi, Specialissima. Sarebbe un bel contributo ad una politica oggi poco propensa a sognare soluzioni di lungo periodo. Inedite ed originali.
Potreste trovare buone alleanze di pensiero e di progetto in tante persone e in tante realtà, anche giovanili, ma non solo, che da tempo riflettono sul futuro difficile delle nostre comunità. Potreste dare una scossa positiva alle vostre rispettive forze politiche e costruire una rete di coscienze e di competenze oggi assolutamente necessaria. Se pensiamo che i giovani in politica debbano crescere, non vedo altro modo.
Devono studiare, confrontarsi con chi ne sa più di loro senza soggezioni ma anche senza presunzioni, formarsi, impegnarsi, essere anche personalmente liberi da ogni condizionamento ed autonomi di pensiero, proporre nuove idee e sapere come realizzarle, trovare le alleanze per portarle avanti, prendersi i propri spazi, fare le proprie battaglie disposti anche a perdere in un primo momento o a maturare poi idee più complete.
Insomma, datevi da fare, che l’albero secolare della politica trentina (e dell’Autonomia) ha estremo bisogno di nuova linfa.