E' tornato un altro Natale tra i ricordi di un periodo ''buono'' e tra persone che muoiono in mare e ragazzi umiliati
Amo raccontare frammenti di vita e tutto ciò che lascia un segno
Caro Natale, chissà se anche tu, come noi, senti sulle spalle le fatiche di questi anni. Chissà se ti accorgi di come siamo diventati tutti più fragili, e non servono tante indagini, perché ce ne rendiamo conto da soli. A volte il Covid e la guerra, con le loro conseguenze, diventano un po' un capro espiatorio per non vedere come il mondo stia cambiando. E non ci piace. O, almeno, non a tutti piace. A me, quello che vedo fa venire una specie di peso sul cuore.
Certo, il Natale da quando ero bambina, ha cambiato volto, col prevalere degli acquisti online e delle richieste sempre più grandi. E con alcuni bambini mai contenti, perché hanno troppo. E con alcuni adulti altrettanto infelici perché non trovano più qualcosa in grado di soddisfarli.
Sono, forse, discorsi da "vecchia", i miei, da chi ha nostalgia di quella dimensione del Natale che ti faceva sentire l'abbraccio caldo della famiglia. Tu come stai? Lo senti che c'è un'aria diversa?
Mi chiedo come fai, Natale, a resistere di fronte a uomini, donne e bambini che muoiono nel nostro mare, o che hanno la sola colpa di essere nati dall'altra parte del mondo. Ci sono ancora, sai, persone che si preparano a viverti con le corone dell'Avvento, con i dolci speciali, con l'attenzione a chi ha bisogno. Prova a tenerti stretto tutto questo, se noi non ne siamo capaci.
Ma che Natale è, con i tifosi insultati (che brutto spettacolo, a Verona e altrove) e i ragazzi umiliati (l'umiliazione strumento di crescita, dice il nostro ministro)? Se mi chiedessero quale ritengo sia il pilastro della scuola, credo risponderei la relazione, quella relazione capace di generare saperi, confronti e cambiamenti.
Tu, Natale, continui a tornare. Chissà cosa succederebbe se decidessi di scioperare e stare a guardare. Vorrei tu potessi essere sempre, per chi lo vuole, quel Natale buono dei miei ricordi, ma vero, non chiuso nei film natalizi. Quel Natale che è speciale il 25 dicembre ma che, per chi lo vuole, potrebbe essere sempre. Dopo queste parole, caro Natale, non mi resta che farti gli auguri. Mantieniti forte e dolce.