Recintare Piazza Dante? No grazie. Partiamo dall'educazione di chi la droga la compra
Presidente dell'Universitario, la rivista degli studenti dell'Ateneo, e studente, a mia volta, di Giurisprudenza
E’ tornato di moda in questi giorni il dibattito sulla recinzione in Piazza Dante. La proposta rientra in un pacchetto più ampio di soluzioni atte a prevenire e arginare la delinquenza a Trento. Ma in tema "recinzione" molti, oltre a trovare la proposta del tutto inadatta a rendere la città realmente più sicura, non capiscono le ragioni di questa ostinata perseveranza. Mi inserisco in questo folto gruppo di cittadini. La proposta fu avanzata l’ultima volta 5 anni fa per mano di Vittorio Bridi: tutto finì nel nulla.
Ma la questione sicurezza in piazza Dante è ritornata in auge da poco con un ordine del giorno firmato Cristian Zanetti, Forza Italia, e una seduta in commissione. E questa settimana se ne ridiscuterà. Non capisco cosa porti gli esponenti politici della nostra città ad incaponirsi nel voler proporre e riproporre la soluzione "recinzione" al problema sicurezza. Sono certa che ad un certo punto, ormai sfiniti, in Comune una qualche maggioranza si troverà e verrà approvata questa “soluzione” pragmatica al problema. E, come già a Padova e in altre città vicine, avremo anche noi il nostro parco sicuro, stretto tra 573 metri di ferro, protetto da possibili spacciatori e delinquenti. Una bolla di sicurezza in centro città, proprio davanti alla stazione, mentre il delinquente di turno percorrerà indisturbato altre strade, ma almeno non quelle del centro città.
Con buona pace degli spacciatori che sposteranno i loro traffici in un altro parchetto, meno rinomato di quello di Piazza Dante e dislocato in una zona invisibile agli occhi indiscreti dei turisti e dei cittadini perbene. Alla fine, sembra che per la nostra bella cittadina, conti più l’immagine che la sostanza delle cose e lo dimostra il fatto che proposte come questa siano ancora tenute in considerazione. Che poi, chiaramente, attuare queste misure costa. Quanto? Secondo le dichiarazioni del sindaco Andreatta, riportate dal quotidiano Il Trentino ancora ad ottobre, «La lunghezza sarebbe di 573 metri e per essere in qualche modo efficace dovrebbe avere un'altezza di 2,50 metri che moltiplicato per un prezzo di 300 euro/mq dà un costo di euro 171.900,00 a cui si devono aggiungere i costi dei cancelli (n. 7 ) per accogliere tutti gli sbocchi dei vialetti verso l'esterno pari a 42.000,00 euro e delle aperture a soffietto per euro 78.000,00 (78 m di lunghezza complessiva tra i due lati) che aumentato dell'iva porta il costo complessivo a euro 356.118,00. A questi costi dovranno essere sommati quelli di gestione per l'apertura e la chiusura dei cancelli» .
Allora, invece di investire il denaro del nostro Comune in opere che esteticamente non renderanno più bella la nostra città, e neppure nella sostanza la trasformeranno improvvisamente in una città più sicura, forse bisognerebbe focalizzarsi sulle altre proposte che sono in questi giorni al vaglio del gruppo di lavoro incaricato di trovare soluzioni al problema sicurezza. Ad esempio aumentare i controlli di tipo mobile nelle ore serali e notturne lungo il percorso da piazza Dante a piazza Santa Maria Maggiore e nei pressi del Parco di San Marco, magari utilizzando i cani antidroga. Facendo un passo in più, pensando anche a delle politiche di prevenzione serie, all’educazione di chi la droga la compra, per erodere fette di mercato ai delinquenti.
Alla fine non si risolvono le questioni alzando muri e confinando questi soggetti in un’altra parte della città, ma contrastando il fenomeno con delle politiche di più ampio respiro e, forse, meno di facciata e acchiappavoti. Se non verrà approvata questo giro, in ogni caso sono certa lo leggeremo ancora il titolone: "Sicurezza, mozione in Comune per la recinzione in Piazza Dante".
Perché, in fondo, alla comunità trentina la proposta piace. Ahimè.