Femminicidi e misoginia, le origini della disparità tra generi e quei testi ''sacri'' che 'insegnano' che ''il marito è capo della moglie''
Giacomini Alessandro, ha sostenuto, sotto ogni forma, l'indipendenza del pensiero e delle azioni sia dell'uomo sia dello stato nei confronti di qualsiasi chiesa o fede religiosa. Attualmente collabora con MicroMega.
“Ora di religione occasione per coltivare i tuoi sogni “; “una preziosa opportunità formativa, che arricchisce il percorso scolastico promuovendo la conoscenza delle radici e dei valori cristiani della cultura italiana”; “ nell’ insegnamento dell’ora di religione cattolica temi che non troverete altrove”.
Così si è espressa la Presidenza della Conferenza episcopale italiana in un comunicato stampa in vista della scelta di avvalersi dell’Insegnamento della religione cattolica nell’anno scolastico 2024. “Un valido momento di studio e di dialogo, fatto proprio ogni anno dalla stragrande maggioranza di studenti e di famiglie”. “I dati relativi all’anno scolastico 2022/23 restituiscono un quadro di sostanziale stabilità, con una media nazionale di avvalentisi pari all’84%”.
“In un momento come l’attuale in cui si moltiplicano, da parte dei ragazzi, le domande di ascolto e di vicinanza, l’’alleanza educativa’ tra Chiesa e scuola su cui si fonda l’insegnamento della religione cattolica si rivela una risorsa assai preziosa”.
Ma quali sogni? Sicuramente quelli dei Vescovi e della chiesa cattolica. Dagli obiettivi di apprendimento, fino ad arrivare ai libri di testo è per antonomasia un assoggettamento a una martellante ideologia, quella cattolica, che in ambito didattico è più incisiva di quella coranica, nel trasmettere negli alunni un messaggio di sottomissione tramite l'uso anche di un linguaggio violento. Si, avete letto bene, perché se ci riferiamo ai testi, lo studio condotto scientificamente da parte di Tom Anderson rileva che la Bibbia contiene circa il doppio della violenza rispetto al testo sacro dell’Islam.
L’analisi condotta è stata sviluppata con un algoritmo che ha analizzato il Nuovo, il Vecchio Testamento e il Corano: “Dei tre testi, il Vecchio Testamento sembra essere di gran lunga il più violento”, spiega l’autore della ricerca.
“Si fa riferimento più spesso (2,8%) a omicidi e distruzione nel Nuovo Testamento che nel Corano (2,1%), mentre il vecchio testamento è nettamente superiore ad entrambi con il 5,3%”.
A sostegno dell’obbligo di apprendimento della Bibbia vi è la recente intesa per l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche tra il ministero dell’istruzione e la Conferenza Episcopale Italiana, il tutto è inequivocabile: “Conoscere la struttura della Bibbia, ascoltare, leggere e saper riferire alcune pagine bibliche, tra cui i racconti della creazione“. Per tutti i bambini e ragazzi che si avvalgono dell’ora di religione cattolica nelle scuole pubbliche, essa prevede: che in tutte le scuole Italiane siano riservate lezioni settimanali, 1 ora e mezza nelle scuole materne, due ore nella scuola primaria e un'ora nella scuola secondaria sia di primo sia di secondo grado.
Nel rendere più chiaro e tecnico quanto finora esposto si vedano, in coda all'articolo, le linee guida e le varie intese in atto tra lo Stato Vaticano e lo Stato Italiano (*). Con ciò si avrà la consapevolezza di quanto sia significativa la modalità di convincimento, a partire dai testi scolastici fino alle varie fasi di apprendimento, con lo scopo di ottenere le già suddette finalità.
Mentre per quanto riguarda l’apprendimento e i traguardi, anche qui il riferimento è l’intesa tra il ministero dell’istruzione e la Conferenza Episcopale Italiana sulle indicazioni didattiche per l’insegnamento della religione cattolica. Vedasi pure le varie convenzioni riportate nei link sottostanti ove, ad esempio, la diocesi della Lombardia, nei vari allegati e nell’articolo 1 descrive la Bibbia, sempre scritta con la B maiuscola: ''La Bibbia a scuola: un crocevia di vita''.
“Gli obiettivi di apprendimento per ogni fascia d’età sono articolati in quattro ambiti tematici: Dio e l’uomo, con i principali storici e dottrinali del cristianesimo; La Bibbia e le fonti, per offrire una base documentale alla conoscenza; Il linguaggio religioso e i valori etici. Questi sono traguardi per lo sviluppo delle competenze del bambino / alunno nella scuola primaria, cioè la cosiddetta scuola delle elementari.
“L’alunno riflette su Dio Creatore e Padre; riconosce che la Bibbia è il libro sacro per i cristiani e documento fondamentale per la nostra cultura, sapendola distinguere da altre tesi, tra cui quelle di altre religioni, identifica le caratteristiche essenziali di un brano biblico, sa farsi accompagnare nell’analisi delle pagine, per collegarle alla propria esperienza. Si confronta con l’esperienza religiosa, identifica nella chiesa la comunità e si impegnano per mettere in pratica l’insegnamento“.
Ad esempio, tra gli obiettivi di apprendimento al termine della terza elementare, per i bambini di 9 anni vi è “conoscere la struttura della Bibbia, ascoltare, leggere e saper riferire alcune pagine bibliche, tra cui i racconti della creazione“.
La Bibbia, dal Vecchio al Nuovo Testamento è un florilegio di esecrazione e avversione nei confronti delle donne, su tutti il caso di Eva che tende la mano verso il frutto proibito scatenando con estrema aggressività le ire divine, una colpa che ha gravato sull’intera umanità con il solo intento di colpevolizzare le donne. O gli stessi Vangeli, dove si evince il “grave crimine” della prostituta Maria Maddalena segnata dalla infamia e umiliata, oppure la stessa Madre di Gesù figura passiva, silenziosa e accondiscendente, l’evangelico archetipo di donna da emulare.
Quindi all’origine c’è la Bibbia che attribuisce alla donna il primo peccato e rende sospette tutte le figlie di Eva e le vota, fin dalla nascita ad un marchio d’infamia. I testi cosiddetti sacri, utilizzati dai cattolici per indicare il patto stabilito da Dio con gli uomini per mezzo di Gesù Cristo, sono un florilegio di citazioni misogine ove l’assoggettamento della donna è assoluta verso la superiorità dell’uomo.
Nel mezzo di tutto ciò vi è una letteratura biblica che oggi potremmo definire criminale, ad oggi arduo per le atrocità descritte e per non turbare ulteriormente la sensibilità di chi legge, trasferire letteralmente. E' impegnativo citare alcuni passaggi biblici, la violenza in essa è altissima e a riportare le innumerevoli menzioni ci si sente, comunque sia, un complice. Quindi ci limiteremo ad alcuni passaggi, quelli meno “invasivi”, per entrare poi nel merito della problematica che affronteremo a seguire.
La chiesa cattolica apostolica romana per conferire alla donna un ruolo inferiore e inibire la sua liberazione, impone una semplice dottrina: ''L’uomo e la donna sono uguali nell’ordine sovrannaturale, ma l’uomo è superiore alla donna su un piano naturale''.
Continuando sul tema:
“Fratelli, nel timore di Cristo, siate sottomessi gli uni agli altri: le mogli lo siano ai loro mariti, come al signore; il marito infatti è capo della moglie, cosi come Cristo è capo della Chiesa, lui che è il salvatore del corpo. E come la Chiesa è sottomessa a Cristo, cosi anche le mogli lo siano ai loro mariti, in tutto”. Efesini 5,21-33
“Ecco, ho due figlie che non hanno conosciuto uomo: lasciate che io ve le conduca fuori, e voi farete di loro quel che vi piacerà; ma non fate nulla a questi uomini, perché sono venuti all’ombra del mio tetto”. ( genesi 19:6)
Dio ordinò a Mosè di uccidere: “ogni donna che ha avuto rapporti sessuali con un uomo” – “ma tutte le fanciulle che non hanno avuto rapporti sessuali con uomini, lasciatele in vita per voi”. Numeri, 31:17-18
E per concludere : “La donna è frivola, stupida e ignorante“ (Bibbia, Prov. 9:13 )
Come anticipato si potrebbe continuare all’infinito per le vergognose citazioni ma quanto è moralmente e giuridicamente ammissibile, riportare tali passaggi biblici? E' come continuare a diffondere fake news. Sbagliato e deleterio. Tutto ciò è indiscutibilmente uno dei fondamenti della misoginia.
Concludendo, come si è potuto constatare, obiettivi, percorsi, traguardi, competenze e apprendimento, dei bambini di ogni fascia d’età, sono mirati esclusivamente all’insegnamento della religione cattolica e della conoscenza biblica con un programma esclusivo e dedicato all’accompagnamento del testo “sacro”. Il ”cammino” pedagogico finisce per trasmettere valori e concetti che si appoggiano a una visione della donna deteriore, di ''proprietà'' dell'uomo, un “suo” oggetto, un procedura di possesso sancita nel tempo.
Nel tempo esso ostacolerà ogni forma di lucidità riflessiva, i ragazzi divenuti adulti saranno portati a rivivere i contenuti emozionali ed educativi della fase di apprendimento infantile e adolescenziale, inoltre l’inconscio gestirà le regole del coinvolgimento umano, che in alcuni casi estremi hanno avuto comportamenti delittuosi, ben noti alla cronaca attuale. La violenza sulle donne ha molti mezzi per mascherarsi e, purtroppo, basi molto solide su cui appoggiarsi, basi addirittura ''divine'' per chi ci crede.
(*)
In riferimento ai testi si evince, “Per essere adottati nella scuola i libri di testo per l’insegnamento della religione cattolica devono ricevere il “nulla osta” della Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana e l’imprimatur dell’Ordinario diocesano competente (Intesa 28 giugno 2012, DPR 20 agosto 2012, n. 175, art. 3.2.). L’Ordinario diocesano, ai sensi della delibera n. 40 della CEI, non può concedere l’imprimatur se previamente non ha richiesto e ottenuto il “nulla osta” della Conferenza Episcopale Italiana. Resta fermo pertanto che: − l’imprimatur per il libro di testo è di esclusiva competenza dell’Ordinario diocesano; − il “nulla osta” spetta alla Presidenza della CEI ed è vincolante in ordine all’adozione del libro di testo nella scuola statale e non statale. 1.2. I criteri ai quali la Presidenza della CEI si attiene nell’esame dei libri di testo, avvalendosi della consulenza delle Commissioni Episcopali competenti, degli Uffici della Segreteria Generale, del Servizio Nazionale per l’insegnamento della religione cattolica e dei revisori specializzati previsti dalla delibera n. 40, lett. b), sono i seguenti: a) Rispondenza alle indicazioni per la progettazione didattica nella scuola dell’infanzia, del primo e del secondo ciclo di istruzione, rispettivamente: - ai Traguardi per lo sviluppo delle Competenze e Obiettivi di Apprendimento dell’insegnamento della religione cattolica per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo d’istruzione (Intesa 1° agosto 2009; DPR 11 febbraio 2010); - alle Indicazioni per l’insegnamento della religione cattolica nei Licei, alle Linee Guida per l’insegnamento della religione cattolica negli Istituti Tecnici, negli Istituti Professionali e nella Istruzione e Formazione Professionale (Intesa 28 giugno 2012, DPR 20 agosto 2012). Tale rispondenza garantisce la salvaguardia della specificità dell’IRC e il pieno inserimento dello stesso nel nuovo ordinamento scolastico. b) Coerenza con i contenuti espressi nelle indicazioni per la progettazione didattica (indicate al punto 1.2 a di questo decreto), in conformità alla dottrina della Chiesa contenuta nel Catechismo della Chiesa Cattolica.
Vanno anche tenuti presenti il Discorso di Benedetto XVI agli Insegnanti di religione cattolica d’Italia del 25 aprile 2009 e le indicazioni della CEI nei documenti che riguardano
l’Irc con particolare riferimento alla Nota della Presidenza del 1984, a Insegnare religione cattolica oggi del 1991, ai nn. 4-12 e al documento Educare alla vita buona del Vangelo del 2010, al n. 47. 3 c) Congruenza con i criteri pedagogici e didattici adeguati all’età degli alunni e al grado di scuola al quale il libro di testo è destinato, nel rispetto delle finalità proprie di ciascun grado di scuola e nella proposta di un itinerario pedagogico-didattico che valorizzi, con riferimento all’età dei fruitori, gli strumenti culturali propri della religione cattolica. Particolare attenzione dovrà essere riservata al rapporto con le altre discipline. d) Conformità dei libri di testo disponibili in tutto o in parte in forma digitale, come previsto dall’art.15 della legge n. 133 del 6 agosto 2008, ai criteri citati nei punti 1.2 a-b-c di questo decreto. Si specifica inoltre che, per il rilascio del nulla osta, i libri di testo misti o interamente digitali sono sottoposti al vincolo della non modificabilità, analogamente ai testi interamente cartacei. È altresì esclusa la possibilità che i singoli contenuti digitali presentino collegamenti verso risorse esterne disponibili sulla rete internet. La carenza anche di uno solo di questi quattro requisiti impedisce la concessione del “nulla osta”.”
Citazioni
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https://www.avvenire.it/attualita/pagine/ora-di-religione-occasione-per-...
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*Delle parole totali del libro di riferimento.