Contenuto sponsorizzato

Olimpiadi, quale ''eredità'' per la Val di Fiemme? Una grande caserma ad uso militare e delle strade? E la ''legacy'' dove la mettiamo?

DAL BLOG
Di Francesco Morandini - 24 December 2023

Delle mie passioni (la politica, la scrittura e la biblioteca) mi è rimasta integra, o quasi, solo la seconda. La biblioteca era a scadenza e la politica è da tempo “scaduta” pur restandomi brandelli di interesse a livello locale

C’è una parola ricorrente nelle discussioni sulle olimpiadi del 2026: la “legacy”, che fa più figo di una semplice eredità, anche se qualcuno parla ancora italiano e la definisce “eredità olimpica”. Già, quale che sia l’oggetto della discussione: i trampolini, le strade, il traffico, il villaggio olimpico, il problema della casa, c’è sempre di mezzo l’eredità olimpica, invocata quale principale obiettivo/giustificazione di qualsiasi intervento.

 

Allora non si parlava di legacy, ma è dalla fine degli anni Ottanta che ad ogni campionato mondiale di sci nordico si annunciano e si sostengono gli eventi (e la spesa) come occasione per lasciare un’eredità, appunto, sul territorio. Ricordo che uno dei tre appuntamenti mondiali doveva essere quello che valorizzava i centri storici; in un’altra occasione l’obiettivo era la mobilità con l’annuncio di mezzi ecologici anche ad idrogeno. Chi li ha visti? A me pare che l’unica eredità, nel bene e nel male occorre dirlo, siano le strade, quelle non sono mai mancate, altro che mobilità alternativa. Nella logica che segue e che pare un po’ perversa: c’è traffico? Facciamo più strade che a loro volta aumentano il traffico. E così via.

 

Ma veniamo alle olimpiadi. Ricordo il visionario albergatore gardenese Michil Costa, ad un incontro con gli studenti a Predazzo, demolire l’appuntamento a 5 cerchi del 2026: “non servono a niente”. Ma no! Replicava un amministratore, avremo dei trampolini nuovi. Allora non si parlava ancora del villaggio olimpico nella caserma della Guardia di Finanza, che è l’altra eredità che le olimpiadi lasceranno a Predazzo, in alternativa ad una prima ipotesi di farlo al villaggio Veronza, che il nome ce l’avrebbe avuto già. Non parliamo dei costi che quelli sono raddoppiati in un battibaleno, sia per i trampolini, sia per lo stadio del fondo e il villaggio/caserma e che sono ormai noti. Ricordiamoli: i trampolini 41,5 milioni, lo stadio del fondo 19,2 e il villaggio olimpico 41,2. Un centinaio di milioni costerà il Bus Rapid Transit. Risolverà il problema della viabilità? Molti nutrono parecchi dubbi, ma il dibattito è aperto.

 

Ciò che invece lascia aperti molti interrogativi è il villaggio olimpico di Predazzo nella Scuola alpina della GdF, che prevede interventi di ricostruzione del padiglione Latemar per 7, 7 milioni, la ristrutturazione della caserma Macchi per 7,3 milioni e il padiglione Nicolaucich (1,8), ma soprattutto il nuovo edificio che prolungherà la caserma fino quasi all’Avisio, occupando quel prato alla confluenza col Travignolo dove attualmente c’è la piazzola dell’elicottero. Quattro piani con due centinaia di camere e 392 posti letto. Una bella eredità. Infatti molti cittadini l’hanno vista come un’opportunità per risolvere il problema della casa. Il fatto è che quella costruzione sarà parte integrante della caserma e pertanto zona militare su cui nessuno può interferire: né dire nulla sulle scelte della GdF, né tantomeno vedere i progetti come hanno chiesto invano alcuni consiglieri comunali.

 

Ma soprattutto sarà utilizzabile solo dalla Guardia di Finanza. In consiglio comunale si sono annunciate grandi prospettive. Insomma, dovranno pur fare qualcosa e quindi rafforzare l’attività della Scuola alpina portando nuove risorse in valle, com’era accaduto quando la caserma era stata ampliata occupando lo storico campo sportivo e inglobando, interrompendola, anche la linea ferroviaria dismessa, per portare 600 allievi che dopo pochi anni sono crollati improvvisamente in seguito alle scelte romane, lasciando le palazzine semivuote.

 

Tutto dipenderà dalla Guardia di Finanza, dunque, e nulla dalle amministrazioni locali. Ma allora a cosa servirà? Cosa se ne faranno di tutte quelle camere? Si inventeranno qualcosa per giustificare i milioni spesi e quel territorio consumato? Vedremo. Qualcuno certamente immaginava che potessero almeno ospitare gli allievi che cercano casa. Figuratevi! O almeno le loro automobili. Macché mica possono starci in caserma. Ok, ma una foresteria per medici, insegnanti e chiunque cerci casa per lavoro ci potrà pur stare! Assolutamente no: è zona militare.

 

Dunque, l’eredità olimpica, trampolini a parte, sarà una caserma più grande. E c’è anche chi si chiede: ma ce n’era davvero bisogno? Sono stati organizzati egregiamente tre Mondiali che in quanto a necessità logistiche non si differenziano molto dalle olimpiadi, dicono alcuni che paiono bene informati. Gli atleti sono sempre quelli, gli staff pure, chi segue le olimpiadi segue anche i mondiali, etc. Non sappiamo se sarà proprio così, ma il dubbio ci viene, assieme ad una domanda: ma c’era davvero bisogno di occupare nuovo territorio e spendere 25 milioni (sempreché non aumentino!) su un totale di 41, per ampliare la caserma con un nuovo palazzo di cui non si sa il destino futuro? Non si potevano utilizzare le palazzine esistenti?

Contenuto sponsorizzato
Contenuto sponsorizzato
In evidenza
Sport
22 January - 06:00
Dal sogno alla crisi, la rapida ascesa e il brusco crollo del Valsugana Basket: un’indagine della Guardia di Finanza ha portato a [...]
Montagna
22 January - 08:26
Il giovane era stato salvato dall'amico ma purtroppo non ce l'ha fatta: è morto in ospedale (dove era arrivato in condizioni gravissime)
Cronaca
21 January - 21:06
Ezio Mauro, già direttore di "la Repubblica" e "La Stampa", a 360° su Elon Musk, Trump e Meloni: dal "saluto romano" del [...]
Contenuto sponsorizzato
Contenuto sponsorizzato
Contenuto sponsorizzato