Ipotesi nuovo ospedale a Predazzo? Non sembra proprio ma torna in auge la ''Casa della salute''
Delle mie passioni (la politica, la scrittura e la biblioteca) mi è rimasta integra, o quasi, solo la seconda. La biblioteca era a scadenza e la politica è da tempo “scaduta” pur restandomi brandelli di interesse a livello locale
Il titolo della Voce del Trentino di sabato scorso è di quelli da far saltare sulla sedia: “Sanità e mobilità al centro dell’incontro fra i sindaci della val di Fiemme e la Giunta: ipotesi nuovo ospedale a Predazzo”. Qualcuno potrebbe pensare che dopo la polemica sull’ipotesi di un nuovo ospedale a Masi di Cavalese, in alternativa al rifacimento sul sito attuale, che ha coinvolto anche l’ex Scario della Magnifica Comunità di Fiemme, qualcuno abbia pensato di trovare una terza via.
In realtà si presume che ciò di cui avranno parlato giunta e sindaci sia la cosiddetta “Casa della salute” di cui ricordo la presentazione del progetto nell’aula magna del municipio di Predazzo da parte dell’allora assessore alla sanità Remo Andreolli in procinto di lasciare consiglio e assessorato. Era il 2008, a fine legislatura, ma se ne parlava già da anni. Quindi 13 anni fa c’era già il progetto bell’e fatto (che peraltro non piaceva architettonicamente a molti) proprio lì dove ora sta sorgendo la nuova biblioteca che in alcuni elementi del tetto richiama peraltro quel progetto. Ma questa è un’altra storia.
Sta di fatto che tutto è scivolato nell’oblio. Anche perché, dopo qualche tentativo di promuovere una progettazione nella zona degli ex magazzini comunali, nei pressi della stazione delle autocorriere, di Casa della salute non se n’è più parlato, presi com’eravamo a difendere l’ospedale. Difesa sacrosanta, ma che ha fatto dimenticare, non tanto la casa della salute, quanto la priorità da dare alla prevenzione, alla salute sul territorio, a quei servizi socio-sanitari che precedono e/o posso evitare l’ospedalizzazione. Forse eravamo troppo occupati dallo slogan “salviamo l’ospedale costruito dalla Comunità di Fiemme” per riflettere sul fatto che da salvare era ed è la salute dei cittadini.
Sia chiaro: nessuno mette in dubbio la necessità di un nosocomio adeguato in Fiemme e Fassa (caso mai si può discutere sui servizi che deve dare un ospedale periferico). E’ doveroso però che si abbia consapevolezza di quali servizi territoriali abbiamo bisogno, anche per non intasare, come in questi ultimi lustri, il pronto soccorso dell’ospedale dove, sempre più, siamo stati costretti a rivolgerci per servizi che un tempo erano svolti anche dal medico condotto. In questo quadro si inserisce la spolverata che la sindaca di Predazzo ha dato al vecchio progetto ritornando a nominare, in campagna elettorale, la casa della salute come uno degli obiettivi dell’amministrazione comunale di Predazzo.
Ed è in questo contesto che probabilmente va letto il comunicato della Provincia in cui si afferma che “sul fronte dell'ospedale la scelta da fare è se ristrutturare o costruire un nuovo ospedale. Il presidente Fugatti, al riguardo, ha ribadito che sono garantiti i finanziamenti sia per la costruzione che per la ristrutturazione dell'ospedale. Altra scelta da valutare è se concentrare tutte le attività territoriali sull'ospedale o se puntare su un secondo polo, si ipotizza a Predazzo. Su entrambi le questioni saranno decisive le prossime settimane, in cui si soppeseranno vantaggi e svantaggi, anche in considerazione delle Olimpiadi invernali del 2026.”
Qualcosa dunque pare muoversi. Staremo a vedere.