“Arte Sella Suona”, la sinfonia circolare (da ascoltare in cuffia passeggiando) ispirata alle sculture naturali
Cresciuto alla scuola dell’”Alto Adige” (poi “Trentino”) dove ha lavorato per 17 anni. Dal 2016 è Maestro di Sauna – Aufgussmeister certificato AISA
Che suono hanno le opere di Arte Sella? A trentuno anni dall’inizio della splendida avventura che ha portato nel bosco della Val di Sella schiere di artisti di tutto il mondo a far nascere, vivere e morire qui le proprie opere d’arte naturali, l’idea di “dare un suono” alle creazioni artistiche realizzate con gli elementi del luogo, legno, terra, pietre e foglie, è venuta a tre musicisti-performer trentini da anni impegnati a percorrere sperimentali territori musicali ed espressivi quali Corrado Bungaro, Carlo Casillo e Mariano De Tassis. Il loro “Arte Sella Suona” non è una audio guida, è un’opera sonora composta da testimonianze umane, suoni naturali registrati sul campo, musiche originali, improvvisazioni nella natura ed elaborazioni al computer, che i visitatori possono ascoltare in cuffia wireless, ogni domenica fino al 22 ottobre, mentre passeggiano tra le opere ospitate lungo il nuovo sentiero espositivo di fronte a Villa Strobele.
Anche “Arte Sella Suona” ha avuto la stessa genesi creativa delle opere d’arte a cui è dedicata. “Abbiamo lavorato sul campo vivendo qui per un periodo, in mezzo alla natura, proprio come hanno fatto e fanno gli artisti autori delle opere naturali” – spiegano Corrado, Carlo e Mariano, che incontro a Villa Strobele in una domenica autunnale e piovosa che esalta l’odore del muschio e delle prime foglie ingiallite che iniziano a punteggiare il verde dell’erba. Ritornato dalla mia “passeggiata sonora” e tolte le cuffie che per 28 minuti mi hanno isolato dal mondo esterno trasferendomi nel “mondo” di Arte Sella, mi invitano, come fanno con ogni visitatore, a registrare le mie impressioni. Sono pensieri che costituiranno la dodicesima traccia sonora di questa sinfonia naturale, che dunque è un’opera musicale ancora in progress.
Abituati ad accostarci alle opere d’arte mantenendo un distacco fisico, per non danneggiarle, non pensiamo mai che esse possano anche produrre, se toccate, un suono. Proprio come uno strumento musicale. Ma le sculture naturali di Arte Sella sono lì proprio per essere toccate, potremmo dire quasi ulteriormente plasmate, da chi le osserva. Non temono l’ingiuria del tempo e degli elementi, e non possono temere il contatto umano, destinate come sono a trasfigurarsi, ad evolvere fino alla consunzione, fino alla loro progressiva scomparsa e dissoluzione dentro la natura che le ha originate. Da questa riscoperta, o se vogliamo intuizione, è inizialmente nata “Arte Sella Suona”, dall’estrapolazione dalle sculture dei suoni che ai tre musicisti sembravano più significativi. “Da questi suoni, prodotti grattando o battendo le superfici delle sculture siamo partiti per creare le colonne portanti di quella che è poi diventata una vera e propria partitura, una sinfonia dal ritmo circolare, senza un inizio e una fine”.
Nulla ha inizio, nulla ha fine, tutto si trasforma?
“Esatto, proprio come per le sculture naturali di Arte Sella. Anche se l’opera si sviluppa seguendo un riferimento temporale dato dai tempi classici di una sinfonia: adagio, largo, larghetto, andante, allegro, presto e prestissimo”.
Assieme e accanto ai suoni e ai rumori (c’è differenza?) si sentono però anche delle voci umane.
“Sì, sono le parole delle persone che fanno parte della storia di Arte Sella (l’ideatore Emanuele Montibeller, l’attuale presidente di Arte Sella Giacomo Bianchi e Laura Tomaselli, ndr) ma anche, in sottofondo, il vociare dei visitatori. Sono le voci della memoria di questa esposizione permanente, mixate con il canto degli uccelli, il rumore del vento tra gli alberi, il ticchettio della pioggia, in un paesaggio sonoro nel quale entrano poi alcuni temi musicali originali e diverse sperimentazioni ed elaborazioni al computer, per dare un senso anche contemporaneo all’opera. C’è insomma un naturale intrecciarsi tra parole, suoni/rumori e musica, come nel paesaggio di Arte Sella, dove gli elementi si fondono e confondono”.
Ed anche il visitatore, dal momento in cui si cala la cuffia in testa, si “fonde e confonde”, perdendosi dentro la musica che questo luogo ispira, quasi galleggiando in una dimensione altra dove inconsapevolmente rallenta il passo e “vaga”, apparentemente senza una meta precisa, lasciandosi guidare dalle proprie percezioni lungo un sentiero sensoriale e onirico. Visitatori di uno spazio libero e autogestito, non costretto in alcuno schema prefissato, che dilata la fruibilità dell’opera d’arte, permeandolo di multisensoriali emozionalità.
Qualcuno l’ha definita “la musica del silenzio”, ma credo sia più aderente all’intento originario degli autori considerare “Arte Sella Suona” come la colonna sonora (una delle tante possibili) dell’incontro, sempre nuovo e mai uguale a se stesso, tra l’uomo e la natura. Un incontro che Arte Sella, il secondo museo trentino con più visitatori dopo il Muse, ha contribuito in questi trent’anni a creare e ricreare. Rinnovando continuamente le forme e i linguaggi espressivi della natura nel suo incessante dialogo con l’uomo.