Tranquilli, dove c’è il buio, ci siamo noi: voci dei giovani partecipanti al Campo Estivo di Astalli Trento e Libera
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Il campo, di cui vi avevamo già parlato in un precedente articolo, (QUI L'ARTICOLO) si è svolto dal 5 all’11 agosto nella cornice della Cooperativa Villa Sant’Ignazio. È stato, come dice Marianna che ha 24 anni ed è di Trento “un’opportunità per andare a fondo nella realtà che ci circonda senza uscire dai confini della nostra regione”. Radmilla, bolognese di 19 anni, usa una sola parola per descrivere quest’esperienza: “Umanità”.
Vivere, lavorare, riposare e imparare insieme è stata un’esperienza piena e forte. “Lunedì scorso il decreto sicurezza bis è diventato legge” scrive Isotta, un’altra partecipante “nello stesso momento, noi eravamo tutti insieme, a parlare del rapporto tra migrazione e criminalità organizzata, di ambiente e sfruttamento, di cittadinanza, propaganda e cultura. Abbiamo imbiancato, sradicato ailanti, legato pomodori, suonato insieme, camminato tanto, ascoltato storie intrise di un buio che ci ha lasciati impotenti. Impotenti e pieni di vergogna per la coscienza altrui, per la paura e l'ignoranza, per quanto è fragile la nostra umanità. Abbiamo riso troppo e pianto altrettanto, mannaggia a voi.”
Le emozioni non sono mancate neanche per i ragazzi migranti che hanno partecipato alle attività in veste di campisti, alla pari con i loro coetanei italiani. Tra di loro Obi, che ha 19 anni e viene dalla Nigeria, dice “non cambierei niente del campo, non ho mai sentito tanto amore prima, mi è piaciuto molto stare qui”. Lo stesso pensa Sideek, anche lui nigeriano ma di 21 anni “conoscere gente nuova e integrarmi con la loro cultura è ciò che mi dà il coraggio di andare avanti”.
Al fianco della felicità e della bellezza di conoscersi e condividere, sono emerse anche la preoccupazione per la realtà odierna dell’Italia, frustrazioni e paure per il futuro. Il tema del campo estivo era “Dov’è buio, brillano le stelle” e Giorgio, operatore del Centro Astalli Trento, racconta che “quando ci siamo fermati a riflettere su cosa siano il buio e le paure è stato un momento molto tosto. I ragazzi hanno parlato della crisi ambientale e delle loro difficoltà personali, ma anche delle ombre di disinteresse e di pigrizia che ci affliggono tutti i giorni, del linguaggio violento sdoganato tra i coetanei e i vicini di casa, dell’odore tossico di una società individualista che pensa solo al profitto e di una vita quotidiana frenetica che crea una solitudine ad empatia zero. La violenza che percepiamo intorno a noi si toccava con mano in quei discorsi.”
Eppure, come scrive Isotta “c'era tanta luce, in tutto questo. Nell'auto-ironia di chi è arrivato dall'Africa ‘con una bicicletta senza freni, circa 4 ore di viaggio’ e che tornerà con un regionale veloce ‘però diretto, senza passare dalla Libia’. Nel sorriso contagioso di tutti voi, ché come dice il buon Karim, ‘essere sempre felici è una cosa molto carina’. Dedico un sassolino a tutte le stelle che avete acceso e accenderete. ”
Insomma, come indica il titolo del campo, la speranza è più forte della paura, il brillare delle stelle sconfigge il buio. La voglia di vivere, di conoscere e di migliorare sé stessi e il mondo di questi giovani fa ben sperare per il futuro. Ma ci fa anche capire che da soli non possiamo andare da nessuna parte. Citando le parole di Saint-Exupéry: “Bisogna pure tentare di riunirsi. Bisogna pur cercare di comunicare con qualcuna di queste luci che risplendono, di luogo in luogo, nella campagna”.
I giovani che hanno partecipato al campo di Astalli Trento e di Libera hanno fatto proprio questo. Si sono riuniti e hanno accresciuto tutti insieme la loro luce. Com’è andata? Vi lasciamo con le parole di una poesia di Samuele, giovane servizio civilista del Centro Astalli Trento:
“Voi siete qui e io me ne sono accorto /
Per fortuna del vostro viaggio nulla è andato storto /
quel barcone è riuscito ad attraccare in quel benedetto porto /
La nostra storia è iniziata lunedì, imbiancando la casa, lavorando nell'orto /
Sapevo già che stando insieme nessun problema sarebbe sorto /
e abbiamo dimostrato che "quelli là" hanno solamente torto /
anche ahimè se gli sareste stati più simpatici da morto /
Ci prendiamo dei buonisti, ma noi approfondiamo, ci informiamo, quelli sui banchi di scuola manco li ho visti /
Manco li ho visti a metterci la faccia /
Altrimenti avrebbero fatto solo una figuraccia /
sputano odio, come reduci da una nottataccia /
cercano di trovare un capro espiatorio a cui dare la caccia /
Ci chiedono di ospitarli a casa nostra /
Ma che idea magnifica, questa è una fantastica proposta /
Non so perché questa idea prima non mi sia sorta /
Ci rubano, ci drogano se hai la mentalità corta /
e pure una visione delle cose bella distorta /
Ma a me che me ne importa /
Ci vediamo stasera in piazza Duomo per trovarci un'altra volta /
Forse per loro l'esperienza a Sant'Ignazio sarebbe stata uno strazio /
Ma io ci vedo solo la luce come se guardassi da una pietra di topazio /
Ma non sono ancora sazio,
Devo divulgare, devo far capire / a chi quest'esperienza manco la vuole sentire /
Quando è buio brillano le stelle /
Dopo questo campo le notti sono diventate più luccicarelle”