Un amore senza fine? La storia di Perseo e Tersicore
Ribelle quanto basta amo gli animali e in particolare i gatti. Inseguo sempre i miei sogni come quello di scrivere e da sempre racconto storie spesso e volentieri di mici e micie.
La città del cuore, senza dubbio, è Firenze. Negli anni ha accompagnato la mia vita con dolcezza, nei miei affetti più cari, a cominciare dal mio adorato zio Maro, singolare personaggio, filosofo con la testa fra le nuvole, che tanto ha significato e significa per me in ogni momento più o meno difficile della mia esistenza.
Soffro di crisi di astinenza, come per le droghe, e almeno una volta all'anno devo andarci. Devo risentire i palpiti del cuore, nel luogo dove ho iniziato un grande amore ormai finito, dove mi illumino rapita alla bellezza della sua maestosità e dove entro perfettamente nella mia dimensione di gattara.
Incredibile davvero, a distanza di un lasso molto lungo di tempo ho avuto modo di rivivere, con la stessa accoratezza, un episodio disperso nello scorrere della vita.
Anni e anni fa andai alla Certosa di Firenze e lì vi trovai una cucciolata sublime di microscopici gattini assolutamente deliziosi. Convinsi con l'amore, il mio futuro marito (anche lui ormai svanito nell'etere) a portarli a Trento. Fu un viaggio indimenticabile, con quattro microscopiche palle di pelo in un cestino, che miagolavano lievi, grati per essere stati salvati da morte certa. Come Mosè, furono tutti accasati e davvero ero fiera e orgogliosa di quanto avevo fatto.
E questa volta, in modo un po' diverso, ho percepito la stessa sensazione di dolcezza, di amore lieve e delicato, come un manto rosa che ti pervade l'anima. Questa volta ho conosciuto Tersicore e Perseo.
Il paesaggio è simile. L'incanto assoluto delle campagne toscane, il tripudio lussureggiante dei fiori sbocciati con la primavera fa da sfondo ad una delle storie d'amore più dolci e nello stesso tempo contrastate che io abbia conosciuto, quella appunto di Tersicore e Perseo.
Amanti disperati con famiglia al seguito. Sono impazzita? No, ascoltate. Mi era stata promessa una sorpresa fantastica, ma mai e poi mai avrei immaginato che fosse così.
Il primo conosciuto è stato Perseo. Un incredibile gatto certosino grigio dagli occhi giallo verdi grandi come due fanali fosforescenti, che mi è venuto incontro nel cortile di casa. Disperato, miagolava come un forsennato affannandosi a farmi capire che una cosa sola gli interessava: entrare in casa ad ogni costo e con ogni mezzo. Sfidando il destino, come i templari, degno del suo nome, figlio di Zeus.
Mi sono girata stupita verso Maro, chiedendogli come mai lasciasse questo povero cristo a soffrire così, senza un perché. Il perché c'era, eccome. "Aspetta" mi ha detto. Entriamo in casa guardinghi, per impedire al malcapitato infelice di sgusciare dentro ed eccola. Meravigliosa, a dir poco meravigliosa.
Mi viene incontro una micina nera, sinuosa e accattivante dal pelo folto e lucido, dalla coda lunga e avviluppante, dai grandi occhi dolci, gialli gialli. Tersicore, il nome giusto. Viene da un verbo greco che significa mi piace, unito al termine danza: è una delle nove muse della mitologia greca ed è la protettrice dei danzatori. A volte raffigurata come la madre della sirene. E tale è questa Tersicore. Ti prende il cuore, ti fa delle fusa pazzesche, ti si struscia intrigante sulle gambe, ma è come se volesse essere seguita. Come se mi chiamasse. La seguo.
E mi fermo d'un colpo. Deliziata. In una cassetta, su un morbido asciugamano di spugna, eccoli. Minuscoli, perfetti e unici. Cinque batuffoli morbidi e delicati che miagolano piano piano cercando il latte caldo della mamma. Hanno spartito in modo sublime i geni e subito salta agli occhi chi sia il papà di queste meraviglie. Perseo. Sono infatti due grigi come lui, due neri e uno tigrato che ha fuso in maniera sublime mamma e papà: grigio e nero.
Tersicore entra delicatamente nella cassettino e comincia ad allattati. E nasce un groviglio delizioso di zampine, piccole testoline delicate e occhietti luminosi. Chi gialli, chi verdi, luccicanti come pietre preziose e in cerca di amore. Uno spettacolo indescrivibile. Unico. D'un tratto si sente un miagolio stridente, improvviso.
Perseo non si è perso d'animo. Ha fatto il giro della casa, con un balzo è salito sulla finestra e si è infilato fra le grate e mi guarda accorato attraverso il vetro. Tersicore lo sente, sale sul davanzale e i due si strofinano i nasini in modo delicato, uno fuori e l'altra dentro. Un amore senza fine.
Un amore che purtroppo non si potrà mai concretizzare. La voce popolare tramanda che talvolta i papà gatto troppo focosi in qualche caso possono sopprimere i piccoli nel tentativo di avere tutta per sé la femmina. Forse sono leggende e dicerie senza senso, anche perché Perseo in un tentativo disperato è riuscito a sgattaiolare in casa e non ha neanche sfiorato i piccoli. Questo però è un rischio troppo grande. Un pericolo, visto che sarebbero spesso soli e non ci si sente di correrlo.
Perseo non smette mai di cercare la sua amata. Si guardano tristemente attraverso un vetro miagolando lievemente. Che dire? Magari è solo un gatto innamorato, quasi più perseverante dei suoi simili umani (anzi senza il quasi) ma i piccoli sono talmente indifesi che così la faccenda deve rimanere.
Sono purtroppo tornata a casa, Tina mi fa delle fusa pazzesche, ignara dei terribili tradimenti sentimentali che ha subito, anche perché non sa che un piccolo pezzo di me rimarrà sempre legato alla famigliola infelice alla luce suadente della campagna Toscana. E ai piccoli deliziosi esserini che mi hanno rubato un pezzetto di anima.