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Quell'anziano senzatetto nel cui sguardo rivedo mio padre. Quando un piccolo gesto si trasforma in un sorriso

L'uomo da qualche tempo ha cominciato a stazionare perennemente in una via del centro storico. Immobile, in piedi, con qualsiasi tempo e temperatura lui è lì. Tutta la sua vita è in uno zaino sdrucito ma pulitissimo, dove in cima spunta la coperta logora che probabilmente
DAL BLOG
Di Barbara Mastronardi - 28 febbraio 2017

 Ribelle quanto basta amo gli animali e in particolare i gatti. Inseguo sempre i miei sogni come quello di scrivere e da sempre racconto storie spesso e volentieri di mici e micie.

È  cominciato una mesata fa. La nostra città è piena di persone che chiedono l'elemosina. Ad ogni angolo di strada trovi un tipo diverso, dal giovane un po' fatto dall'aria inebedita, che ti guarda con gli occhi da cane bastonato in cerca dei soldi per una dose, all'extracomunitario dagli occhi profondi e disperati in cui si legge la fame pura, alla zingararella che insistente ti si avvicina con la mano a coppetta. 

Ormai siamo abituati a tutto ciò . Parlare di questo mi fa pensare a quella volta che sono stata a Parigi, dove in molte vie le persone vivono letteralmente per strada sui materassi, fra l'indifferenza generale. Fa parte di questa società malata e qualunquista,  dove ognuno pensa per sé, e raramente si immedesima nel dolore degli altri. Penso che ognuno di noi, comunque, in un angolo recondito del cuore e dell'anima dovrebbe riflettere su tutto ciò . E in un modo o nell'altro, secondo la propria sensibilità personale, cercare talvolta, nei limiti dei propri mezzi, di dare una mano

E così cerco di fare anch'io. Non sono certo la benefattrice dell'umanità né voglio dipingermi come tale, ma soprattutto le persone anziane mi fanno davvero una pena infinita. Quest'uomo, infatti, ha davvero colpito la mia anima in maniera particolare. Ha cominciato a stazionare perennemente in una via del centro storico. Immobile, in piedi, con qualsiasi tempo e temperatura lui è lì. Tutta la sua vita è in uno zaino sdrucito ma pulitissimo, dove in cima spunta la coperta logora che probabilmente, ovunque vada a dormire, è l'unica protezione in queste gelide notti. Nei giorni scorsi quando il freddo davvero pungeva, era costretto quasi a saltellare sul marciapiede per non congelarsi. Lui tende speranzoso la mano, ma le persone passano frettolose e raramente gli allungano qualcosa,  tutte prese dalla loro vita frenetica che poco spazio lascia all'introspezione, presi come siamo da mille impegni e preoccupazioni .

Un giorno, per caso, presa davvero dalla pena per la temperatura davvero gelida, anche se drammaticamente in ritardo come il mio solito, mi sono fermata e gli allungato qualche monetina. L'ho guardato negli occhi ..e ho visto un viso anziano, segnato dal tempo, ma la cosa che più mi ha colpito e che mai scorderò, è la dolcezza di quello sguardo. In esso si leggono fantasmi di epoche migliori ormai perdute, dolore sopito per l'umiliazione interiore di essere costretto a mendicare. Ed insieme, comunque, una grande, fortissima dignità.

Ha alzato il viso e ha ringraziato davvero con tutta la sua anima, ma non per le monete. Lo ha fatto perché qualcuno si è accorto della sua esistenza e lo ha fatto sentire un essere umano, e non un oggetto da scansare. Qualcosa nella dolcezza di quello sguardo mi ha ricordato il mio papà adorato, perso da poco e che ha lasciato nel mio cuore un buco indelebile. Ho faticato a non piangere, come mi succede ogni volta che penso a lui, e quando mi sono allontanata dopo che lui mi ha guardato incredulo e ha ringraziato, mi sono sentita una persona migliore. 

Non voglio assolutamente fare facile retorica, ma davvero il mio cuore si è sentito più leggero. Il giorno dopo sono passata e lui era sempre li. Mi sono avvicinata e gli ho chiesto se gli avrebbe fatto piacere avere qualcosa da mangiare e sono andata a fare la spesa. Gli ho comprato un sacchettino di vivande di prima necessità. Niente in tutto. Voi avreste dovuto vedere la gioia di quel signore.  Mi ha guardato con infinita gratitudine  e mi ha detto "qui c'è da mangiare per oggi, domani e dopodomani ancora".

Da allora ci incontriamo ormai tutti i giorni, con un sorriso ed un saluto reciproco. A volte gli do qualcosa, a volte no. Ormai però c'è un'intesa particolare fra noi due. Una segreta consapevolezza di una profonda stima che lega due persone tanto diverse con un unico filo di Arianna. La volontà di rendere in qualche modo più felice la vita di un altro essere umano.

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